Benvenuto al Bastione

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La giovane non faceva altro che guardarsi attorno.
Certo doveva essere difficile trovare qualcuno in mezzo a tutta quella folla. Era giunta proprio il giorno del mercato e carri pieni di merci, uomini che portavano a spalla agnelli, pollame e conigli e donne tenute per mano da bambini, si accalcavano fuori e dentro il Bastione.

Ad un certo punto, sentì una voce ben distinta e scandita:
“Mia Signora, mia signora, siete voi a rispondere al nome di Abigaille, il nuovo capofabbro del Bastione?”
“Ehm… s-si… sono…” Pronunciò sorpresa la donna, subito interrotta di nuovo dalla stessa voce, ora acclarato provenire da un uomo molto in la con gli anni.
“Certo che siete voi. Il mio padrone mi ha detto proprio così: La più bella donna che vedrai entrare nei prossimi giorni e con il martello da fabbro più pesante, sarà quella giusta.
E così è stato. Il martello assicurato alla vostra cinta è oltremodo degno di nota, così come la vostra bellezza!”
“Ma… io….” Provò a ribattere, vedendo le sue parole soffocate sul nascere.
“Perdonatemi, sono un povero vecchio e quando i miei stanchi occhi, che hanno visto quasi cinque decadi di dominio dei Quattro, hanno il piacere di riposarsi su una così bella immagine come la vostra, interrompono il contatto col cranio e fanno in modo che mi dimentichi le buone maniere, che sì dovrebbero essermi familiari.
Permettete, William Winford Kerr, assistente personale di Lord Garreth Kerr, di suo padre prima di lui e compagno d’arme del padre di suo padre, per servirvi.
Mi è stato ordinato di aspettare in vece del Signore di questo Bastione, giacchè, dopo due giorni di veglia di prima persona, Lord Garreth è stato richiamato per impegni legati al suo ruolo di guida dell’esercito dell’Orsa.
Si scusa se non è potuto essere presente di prima persona, ma mi ha chiesto di mostrarvi il vostro nuovo alloggio e il vostro nuovo luogo di lavoro. Se volete vi faccio strada, almeno una volta posati i vostri utensili, potrete rilassar le membra in un bagno caldo e rifocillarvi.”
“Ehm.. veramente io… perfetto.” Fu la risposta dell’artigiana.

Passarono in rassegna il mercato, facendosi largo attraverso le varie bancarelle e tutta la folla presente, avvicinandosi al maschio del Bastione. Infine terminarono il loro tragitto a meno di duecento passi dal portone rinforzato dello stesso.
Sulla loro destra vi era un edificio di due piani ampio e lungo molti piedi, che sputava fumo nel cielo dai quattro comignoli, grandi come mai aveva visto in vita sua.
“Questo sarà il vostro luogo di lavoro, mentre il luogo dove soggiornerete sarà quello lì” Indicò il vecchio, puntando il dito verso un modesto edificio, anch’esso di due piani, decisamente più piccolo del precedente ma molto accogliente a vederlo da fuori.
“L’ultimo capofabbro è andato via un po’ di fretta e potrebbe aver lasciato qualcosa di suo. Nel caso vi sia d’impiccio, fatemi chiamare e vi manderò qualcuno per sgombrare, se vi sarà utile, usatelo pure.
Quando vorrete, potrete andare alla locanda in fondo alla strada. In quanto capofabbro, il vitto è gratuito, presentando questo.”
L’uomo estrasse una pergamena dalla bisaccia, su cui erano vergate le parole con cui il Signore di quei luoghi ordinava quanto espresso poc’anzi dal vecchio William, accompagnate al sigillo di Lord Garreth.
“Per qualsiasi bisogno, fatemi chiamare. Accorrerò nel modo migliore un povero vecchio possa fare. E appena tornerà il mio Signore, farò in modo che si rechi subito qui, anche se sporco di fango, sangue o quant’altro…. Ah ah ah ah!!!!”
Detto questo, voltò le spalle e rapido, quasi in modo incredibile per un uomo tanto vecchio, se ne andò veloce com’era venuto.

“Cioè….” Fu l’ultima parola pronunciata dalla giovane, mentre lo vedeva sparire lontano tra la folla e si voltava verso la sua nuova casa.
“Cioè….”

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