Gwanwyn – Primavera

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Oggi

Il Cavaliere aveva spinto il suo destriero fino al limite da quando aveva lasciato Goodstone e ormai stava iniziando a dubitare che la bestia avrebbe retto sino anche solo alle porte di Lencoe, ma non fu così e con le prime luci dell’alba arrivarono innanzi agli alti bastioni della cittadella.
Era trascorso molto tempo dall’ultima volta che Nathan aveva varcato quelle porte, ma cacciati via i ricordi e con un forte strattone alle redini arrestò la corsa del suo cavallo. Si udirono voci provenienti da dietro le porte e poco dopo, seguito da un forte rumore metallico, il grande portone venne aperto rivelando un piccolo drappello armato: “Fermi! Cosa vi porta qui a Lencoe pellegrini?”
“Non ho tempo da perdere con voi, lasciatemi passare! Con me c’è la Frenhines che necessita di assistenza immediata. Non mi ripeterò: cedetemi il passo!” Il Cavaliere venne immediatamente accerchiato. “Ma voi chi vi credete di essere? Smontate immediatamente e lasciate andare sua Grazia!” Nathan spostò il pesante mantello che celava la bardatura del suo destriero rivelandone un lungo drappo logoro raffigurante una testa di Drago trafitto da una lancia.
“Sir Nathan Kerr, Campione del glorioso ordine della Spina d’Acciaio, ed adesso vi prego lasciatemi libero il passo e comunicate a chi di dovere che ho bisogno di un cerusico immantinente! Condurrò sua grazia al Cuore dell’Orsa e mi aspetto che il cerusico che ho richiesto sia già lì ad aspettarmi.”
“Ehm, sì, sissignore! Lasciate libero il passo al Cavaliere, presto!”
Nathan superò il drappello che adesso si faceva da parte e destreggiandosi tra le vie della cittadella risalì l’altura in direzione del maniero.
Non ci volle molto per raggiungere il palazzo. Echi di alcuni corni suonati accompagnavano il cammino del cavaliere a volerne annunciare l’arrivo, Nathan arrestò la sua corsa strattonando con forza le redini e scendendo poco prima che il cavallo fosse fermo del tutto. “Presto!” Risuonò la voce del cavaliere “fatevi avanti e datemi una mano” udito ciò servitori e guardie si fecero avanti. Nathan tese una mano verso Logan e quando lei la afferrò, il cavaliere la aiutò a scendere delicatamente.
“Riuscite a camminare?” Logan annuì semplicemente, “Bene! Ora non hai nulla di cui preoccuparti, siamo a casa e potrai riposarti”. Furono scortati fino ai piani superiori dove si trovavano gli alloggi privati della Duchessa, ad attenderli vi era un piccolo gruppo di individui, Nathan non si curò di loro e li superò entrando negli alloggi.
“Eccoci, come ti avevo detto, ora potrai riposare”.
Rivolgendosi poi ad un uomo con numerosi motivi disegnati sul volto, chiese, meravigliato “Siete voi, Floki, giusto?” l’uomo annuì “Nathan? Figliolo sei tu?”.
I due si scambiarono uno sguardo complice per poi concentrarsi sulla donna visibilmente sofferente: la posero insieme nel suo letto e nel giro di pochi attimi Logan sembrava già sopita…
“Cosa è accaduto?”disse l’uomo che con attenzione esaminava la fanciulla.
“Ci trovavamo presso Goodstone, come ospiti di Lord Monroe e siamo stati preda di alcuni assalti da parte di folli Berserker che al momento stanno insanguinando il suolo delle Grandi Cime. Hanno tentato a più riprese di assalirci, ma siamo riusciti a respingerli. Cercavano Sua Grazia, ma fortunatamente quest’ultima non ha subito ferite di alcun genere o almeno non evidenti.” L’uomo continuando ad esaminare la ragazza ascoltava con attenzione le parole del cavaliere.
“Mmm… capisco, ho bisogno di un po’ di tempo Nathan, lascia che mi occupi di lei e non preoccuparti, Sua Grazia starà bene.” Floki gli appoggiò una mano sulla spalla per poi sorridergli, bonariamente, come faceva in quel passato ormai davvero troppo lontano per entrambi.
“Ehm, certamente… sarò qui fuori per qualsiasi cosa, non farti problemi a chiamarmi”
“Vedi di riposarti anche tu piuttosto, prendi questo” il cerusico estrasse da una delle sue ampie tasche un piccolo incarto e lo passò al Cavaliere. “Fallo sciogliere in un po’ d’acqua, ACQUA” ribadì l’uomo “e vedrai che ti sentirai meglio.” “Ti ringrazio” rispose cortese Nathan mentre richiudeva la porta alle sue spalle. A Nathan sembrò passare un’infinità di tempo e l’ansia che provava si faceva sempre più opprimente: non trascorse molto che una giovane serva facesse capolino dalla scale che davano da basso, portava un vassoio d’argento con sopra una bottiglia di cristallo e un bicchiere, “Del vino mio signore?”
“Vi ringrazio” la fanciulla arrossì accennando un inchino “Vi prego, alzatevi, vi ringrazio per il gesto gentile” la ragazza ora imbarazzata alzava il vassoio fin quasi a coprirsi il volto, “dovere mio signore” e detto ciò rapidamente si allontanò giù per le scalinate. Nathan prese un piccolo sorso di vino “Ci voleva proprio… speriamo che l’intruglio che mi ha dato Floki faccia effetto” Nathan fece sciogliere la polverina e questa dopo poco fece reazione con il liquido iniziando a ribollire fino a formare un densa schiuma rossastra nel bicchiere “ehm, era meglio se me ne stavo zitto” e prendendone un bel sorso sfrigolante si appoggiò alla parete.
Nathan ancora stava cercando di strozzare l’intruglio quando dalle scale udì voci parlare a tono elevato ed un piccolo gruppo di dame avanzava verso gli alloggi di Logan, il Cavaliere si spostò davanti alle porte giusto il tempo che bastava perché questi notasse una dama in particolare, immediatamente Nathan si inginocchiò e così all’unisono fecero anche i due uomini di guardia: Lady Ophelia Kerr si trovava davanti al Cavaliere “Mia signora, è un piacere rivederla…” la donna gettò uno sguardo iracondo a Nathan per poi parlare: “Voi! Voi cosa ci fate qui? Dov’è mia figlia e cosa diamine è successo? “
“Ecco vedete…”
“Lasciate stare, nel buon nome di mio marito, vi prego tacete: mai nulla di buono è giunto alle mie orecchie da voi, cavaliere, lasciatemi passare.“
Nathan annuì e le cedette il passo tornando ad appoggiarsi alla parete, sollevando gli occhi al cielo come a cercarvi un risposta. Incredibile come con coraggio riuscisse ad affrontare qualsiasi nemico, ma non sapesse affrontare il fuoco delle donne MacDussel. Rimase così per alcuni attimi, osservando gli intricati motivi che decoravano la volta sopra di lui fino a quando non gli parve che questi cominciassero a muoversi. “Aveva detto acqua …” Pensò prima di crollare svenuto.

***

Anno XIV, E.R

Il Frenin aveva appena richiamato l’attenzione dei presenti e il silenzio era sceso nell’ampia sala del maniero di Lencoe, solo il grande falò allestito al centro di essa di tanto in tanto rompeva il rispettoso silenzio scoppiettando rumorosamente. Alfine il Duca prese parola: “Ringrazio tutti coloro che questa sera hanno preso parte al Certamen e ci hanno deliziato con le loro esibizioni, ma adesso è giunto il momento di premiare chi più d’ogni altro si è distinto e che egli possa ergersi coronato d’onori e d’ori innanzi a tutto l’Orifiamma!” Seguì una breve pausa ricca di pathos dove il Duca gettò un’occhiata sull’intera sala: “Che sia tributato il giusto plauso a Sir Nathan della nobilissima schiatta dei Kerr, campione di questo Certamen dell’Arte e dell’Arme!!
Il giovane che fino a quel momento se ne era rimasto in disparte, con gli occhi chiusi e le dita incrociate, udite le parole del Duca non poté trattenersi dall’esultare con un rumoroso “SI!”. Immediatamente l’intera sala si voltò verso la sua direzione, applaudendo, e il ragazzo, visibilmente imbarazzato, tornò a sedersi, rosso in volto, ma con il cuore gonfio di felicità. Il Frenin dal canto suo non poté che lasciarsi sfuggire un sorriso e invitando il ragazzo ad avvicinarsi proseguì: “Fatevi avanti Sir” Nathan annuì e si avvicinò giusto a qualche passo dal Frenin, per poi inchinarsi ”Bene, Nathan non voglio ripetermi ulteriormente, quest’oggi con la vostra rappresentazione vi siete distinto sopra gli altri e sono rimasto piacevolmente colpito nel vedere come un così giovane virgulto possa aver superato individui con ben più esperienza, complimenti, mi aspetto grandi cose da voi.” E detto ciò il Frenin si avvicinò al giovane e appoggiandogli una mano sulla spalla proseguì: “Alzatevi figliolo!” Nathan obbedì e si mise di fianco al Duca che ancora lo teneva per la spalla.
“Ah, quasi dimenticavo, figlia cara fatti avanti” da uno degli scranni alle spalle del Frenin si alzò la giovane Baronessa, Nathan si voltò incrociandone lo sguardo: due occhi curiosi scrutavano il giovane mezz’elfo e quando questi incontrarono finalmente quelli di Nathan, occhi verdi, profondi, beh bastò un solo sguardo per riscaldare il cuore del giovane, che arrossì cercando di mantenere un certo decoro.
“Questo è il vostro premio, ve lo siete meritato” il ragazzo si fece ancor più paonazzo in volto e ciò non passò inosservato alla fanciulla che gli si era fatta più vicina e che sorridendogli lo canzonò con un filo di voce: “Non esageriamo Sir…” per poi superarlo e avvicinarsi al padre dal lato apposto. Il ragazzo trasalì e solo allora, forse perché troppo preso a tenere lo sguardo basso per l’imbarazzo, poté notare tra le mani della fanciulla un piccolo scrigno aperto con all’interno un anello d’argento raffigurante un’orsa.
“Bene prendete, ve lo siete meritato Sir” rispose il Frenin e la giovane baronessa, ancora sorridendo per il colore che stavano prendendo le orecchie del giovane, gli passò il piccolo scrigno “ecco a voi, congratulazioni Sir”
“Bene!” disse il Frenin riprendendo la parola: “Adesso, permettetemi madame e messeri di concludere questa serata come si conviene nelle nostre terre: un ballo tipico che i figli dell’Orsa conoscono bene!” detto ciò il Duca si avvicinò alla sua bellissima moglie, per poi raggiungere insieme il centro della sala.
I due ragazzi nel frattempo rimasero a scrutarsi, poi Nathan inginocchiandosi si rivolse alla fanciulla porgendole la mano: “Marchesa, mi concedereste questo ballo?” La ragazza sorrise e appoggiando la mano sopra quella del ragazzo rispose, intrigata: “Volentieri Sir …”.

***

Oggi

La testa le pulsava ancora dannatamente forte quando alfine era riuscita a sprofondare nel suo letto.
Il viaggio era stato piuttosto veloce in fondo, anche se non del tutto scevro di rischi: in molti momenti aveva temuto che il cavallo, Rohuad, spronato oltre ogni dire, potesse incappare in un qualche avvallamento e quindi caracollare rovinosamente al suolo. Ciò tuttavia non accadde e nemmeno incrociarono alcuno dei perigli che di questi tempi vessavano la sua terra: si era stretta saldamente a Nathan e dietro alle sue spalle nemmeno il vento gelido della notte riusciva a ghermirla.
Alle prime luci dell’alba il fragore di Goodstone e dei suoi ospiti non era ormai che un lontano ricordo: Lencoe risplendeva silenziosa mentre i due attraversavano i vicoli cittadini e Nathan riuscì a destreggiarsi egregiamente tra i pochi curiosi che incontrarono finché alla fine non raggiunsero il palazzo del Frenin.
Floki, il cerusico di corte, era fuori dalle sue stanze, l’aveva attesa da quando gli araldi avevano annunciato il suo arrivo: Nathan l’affidò a lui, scambiandoci poche semplici parole, per poi scomparire dietro la porta della sua camera…
“La mia ragazza!” Floki l’aveva sistemata dolcemente nel suo letto sebbene non fosse famoso per essere un tipo delicato: lo conosceva sin da quando aveva memoria e mai un giorno l’aveva visto senza quegli strani disegni in volto. Aveva un’età indefinibile tra i 50 e i 60 anni ed un ghigno bonario per ogni occasione.
“Floki… Nathan? Sta bene? La gamba… mi fa un male del diavolo!” L’aveva aiutata a coricarsi, le aveva cambiato le bende e, sprofondata nel suo letto, era così stralunata che non si accorse nemmeno della presenza della madre nella stanza.
“Nathan… sempre lui, possibile che tutti passino in secondo piano quando si tratta di lui?”  Le chiese con tono severo e scocciato.
“Non è come pensate, madre…” aveva provato a giustificarsi.
“Spiegami un po’, dov’era Sir Nathan quando le campane di Lencoe suonavano a lutto?? Dov’era Sir Nathan quando consolavi i tuoi fratelli che piangevano il padre?? Dove?? Perché è tornato? Perché proprio ora?”
“Io non… cioè lui… non ne ho idea, madre…” farfugliava come quando aveva sei anni: avrebbe detto che si trattava del malditesta ma la verità era che a seguito della sua menomazione la madre aveva ritrovato l’orgoglio e la fierezza che l’avevano accompagnata e contraddistinta nel corso degli ultimi durissimi anni della ribellione. E lei era tornata la bambina che aveva bisogno di protezione.
“Logan… ricordi cosa è successo l’ultima volta che gli hai permesso di insinuarsi nella sua vita? Vuoi di nuovo mettere a repentaglio il tuo futuro?” Lo sguardo di Lady Ophelia si raddolcì mentre seduta sul suo letto le accarezzava i lunghi capelli color del fuoco.
“Eravamo giovani e sciocchi. Adesso non siamo più nè l’uno, nè l’altro…”
“Hai ragione, molte cose sono cambiate… “ la donna sembrò assentarsi e spaziare in chissà quale ricordo lontano: Logan sapeva che pensava a suo padre. “…tranne i voti di Nathan. E dal momento che perfino per te è stato rischioso forzare la mano del concilio dei Bunaidh, non oso immaginare come andrà a finire se prospettassi loro la possibilità di governare al suo fianco…“.
“Madre, preferirei morire che recare disonore alla nostra famiglia o al mio popolo…
“Sta attenta, Frenhines: presto o tardi la bufera e questi nuovi cospiratori passeranno e allora tutti ricorderanno che Lady Logan è la guida dei Cavalieri della Spina d’Acciaio di Gardan oltre che dei fieri figli dell’Orsa. Fino a quel momento fa che nessuno abbia modo di dubitare del tuo operato o quando il Consiglio dei Bunaidh si riunirà nuovamente per valutare la singolare condizione della tua carica, il verdetto che ne scaturirà potrebbe non piacerti affatto… “
Avrebbe voluto controbattere ma in effetti non sapeva cosa dire e del resto lady Ophelia aveva lasciato intendere che la conversazione era finita, alzandosi e sistemandosi comodamente in una poltrona accanto al suo letto. Prima di lasciare riposare la figlia, però, le lanciò un ultimo, crudo ammonimento: “Sta attenta mia coraggiosa Logan o soffrirai per qualcuno che non potrà MAI essere tuo… “.
Floki aveva assistito mesto alla conversazione: Logan lo guardò sconsolata ma non c’era niente che lui potesse dire per cambiare le cose…

***

Anno XVI, E.R

I due ragazzi scesero giù lungo il declivio della collina fino a fermarsi all’ombra di un grande salice e lì,  sdraiati e con il volto rivolto al cielo, osservavano i grandi agglomerati di nuvole assumere svariate forme sotto un caldo sole estivo.
“Non posso crederci! Io, Nathan Kerr, sono stato giudicato meritevole di intraprendere la via del cavalierato”
“Ma finiscila, te lo sei guadagnato! E prenderò a pugni chiunque affermi il contrario!”
“Comunque sono felice, almeno quella buonanima di mio padre avrà qualcosa di cui parlare per un po’, ancora ricorda a tutti la vittoria del Certamen” La ragazza alle parole del compagno si rabbuiò e sollevatasi da terra si avvicinò al grande salice. “Ho forse detto qualcosa di sbagliato?” chiese il ragazzo alzandosi da terra.
“Lascia stare Nathan, i soliti problemi e sai a cosa mi riferisco”
“Hai nuovamente discusso con tuo padre?” la ragazza non rispose. Nathan scosse la testa e avvicinandosi a Logan proseguì: “Avanti, da quant’è che ci conosciamo? lo sai che se c’è qualcosa che ti turba sono sempre pronto ad ascoltare e darti consiglio, cos’ha di diverso questa volta?” la ragazza sospirò “Mah, suppongo che questa situazione non dovrebbe più stupirmi, giusto? E invece, non ci riesco, non ce la faccio ad ingoiare il rospo! Va bene, ho deciso di seguire le tue orme, voglio diventare cavaliere e… non gli sta bene! Dice che devo governare un giorno ed imparare a fare quello e null’altro! Sai qual’è la cosa buffa?? Non ho scelto io di essere la sua primogenita e a dirla tutta nemmeno loro, a quanto pare!”  La ragazza si morse la lingua e tacque improvvisamente.
“Ma di che parli?” Nathan sembrava davvero incuriosito dalle parole di Logan e anche se faceva resistenza sentiva che anche lei aveva bisogno di parlare.
“I miei, beh loro non mi volevano, non in quel momento almeno: ancora il futuro di Gardan e di tutta Whanel era incerto, ancora nuovi assalti dovevano essere portati a buon fine, cosa se ne faceva un leader della ribellione di una donna gravida di cui preoccuparsi?? Ho sentito parlare alcuni amici di mio padre in merito alla questione, se ci pensi ha perfettamente senso! E capisco anche certe frecciatine di mia madre: anche io ce l’avrei con la marmocchia che mi ha impedito di partecipare alla più incredibile liberazione che questo mondo abbia mai vissuto!”
“Adesso stai esagerando… “
“Non fraintendermi io so che mi amano solo che nei loro progetti Erika avrebbe dovuto essere la loro primogenita: li capisco, insomma, avevano così tante cose di cui occuparsi e magari nemmeno a loro deve essere piaciuto lasciarmi tutto il tempo a Floki. Il punto è che adesso è tardi per plasmarmi, non possono impormi che razza di persona essere, chi posso o non posso frequentare, se diventare o meno Cavaliere dell’Ordine dello Smeraldo. Pensano sempre di sapere cosa è giusto per me ma questa è una MIA scelta e MIA soltanto! Voglio per una buona volta sbagliare per conto mio e non sentirmi rimproverare per quello che ho o non ho fatto e voglio impararlo a mie spese, sbaglio forse?”
“No non ti sbagli, ma ricorda, tuo padre … il Duca, noi, io ci aspettiamo molto da te, un giorno …”
“Un giorno cosa!? Sarò Duchessa? Guiderò il nostro popolo? Ohh, no grazie! Spero che il mio saggio padre rimanga per sempre su quel suo scranno, sempre! Io voglio essere libera di scegliere il mio di destino…a volte vorrei scappare, ma veramente e non come facciamo di solito” la ragazza accennò un sorriso malizioso al giovane mezz’elfo e questi gli si avvicinò prendendola per mano.
“Beh, sì, lo ammetto, sarò un pessimo cavaliere e speriamo che quando sarai Duchessa queste nostre diciamo così “scappatelle” non vengano fuori, chissà che figura potresti farci? La Frenhines che passa del tempo con un mezzo sangue” ricambiandogli il sorriso che però si tramutò in una smorfia indefinita quando questa gli prese il volto tra le mani “sei il solito sciocco! Non dovresti dire queste cose, sei un Kerr come la mia adorata madre ed a nessuno devi permettere di dirti certe cose, nessuno! Hai capito?” scostando le mani di lei dal volto, Nathan proseguì: “magari non le dicono, ma le pensano… un mezzo kerr, ma non mi importa… Sono pur sempre il più giovane candidato ad aver vinto un Certamen e il primo a ricevere l’addestramento tra i miei consanguinei, credo che i miei cosiddetti “amici” non potranno aver nulla da dire”
“Adesso fai lo spocchioso?!?!” e detto ciò la ragazza provò a colpire il giovane con uno schiaffo, ma questi avendolo intuito le afferrò il polso delicatamente quanto bastava per fermare la mano della ragazza a pochi centimetri dalla sua guancia “Dovrete cambiare Sir, queste facezie non si addicono ad un futuro Cavaliere … ed adesso cosa credete di fare?” Le guance della fanciulla divennero più rosee mentre il tentativo di Nathan di baciarla si faceva più risoluto “Non ci pensate neanche!”.
”A cos’è che non dovrei pensare?” le chiese passandole una mano tra i capelli “lo sai Nathan…” rispose la fanciulla sorridendogli arresa “Beh, correrò il rischio” e mentre Nathan si faceva più vicino e la ragazza socchiudeva gli occhi, il momento venne interrotto da delle forti urla in avvicinamento…
“MARCHESA, MARCHESA dove siete?” il ragazzo si scostò dalla fanciulla e guardandola sorpreso disse: “Non sapevano che eri con me? Sempre la solita!” e la ragazza visibilmente divertita dalla situazione gli rispose: “Come se tu non mi conoscessi…”.
Nathan si nascose dietro il grande albero mentre la Marchesa andava incontro ad uno sconsolato Floki…

***

Alcuni mesi dopo…

I due ragazzi stavano camminando lungo uno stretto sentiero, soli e pesantemente vestiti.
“Non manca molto ai confini con i Ducati del Nord, ce l’abbiamo fatta” disse la ragazza, “sì, non manca molto, ecco non appena avremo superato questo tratto di vegetazione saremo al confine, un ultimo sforzo e poi potremmo accamparci.”
Superarono senza difficoltà il tratto di vegetazione che li separava dalle vaste praterie di Erigas, ma non appena uscirono dal bosco notarono che qualcuno li stava aspettando: attorniato dalla sua scorta personale, la figura di Sua Grazia il Frenhin nella sue pesanti vestigia da guerra torreggiava di fronte ai due ragazzi.
“Padre” balbettò Logan mentre si toglieva il cappuccio che ne celava il volto “Ecco vedete, posso spiegarvi… non è come sembra saremo tornati, magari non subito…”
“Fai silenzio!” tuonò il Frenhin “Logan questa è l’ultima goccia, come hai potuto farci questo? Non hai pensato a me o a tua madre, povera donna?? Ho sempre cercato di assecondarti e non ti ho mai rimproverato veramente per tutte le volte che ci hai mancato di rispetto, sono deluso, ma ormai non mi stupisco, la colpa è mia e mia soltanto…”
L’uomo indugiò per qualche attimo: il maestoso destriero del Frenhin, respirando, produceva strane volute di fumo mentre il resto della piccola guardia del Duca restava silenziosa ed immobile a cavallo… “Andiamocene, sali…” Le porse la mano per salire con lui.
“Ma padre…”
“Tacete!” rispose seccamente il Duca
“Vostra Grazia posso spiegare, la colpa è mia, vostra figlia, Logan, ehm … La Marchesa non c’entra” Il Duca voltandosi si rivolse dunque al giovane mezz’elfo: “Nathan dovevo immaginarmelo, anche voi mi avete profondamente deluso, mi rimangio ogni parola che ho speso e spesi a suo tempo nei vostri confronti e pregate gli Astri che questo vostro atto non rovini tutto quello che avete ottenuto, ed adesso andiamo, la strada di casa è lunga.”
“No… Io non voglio tornare, non ora! Non sarò mai ciò che vi aspettate da me, fatevene una ragione perché preferisco cadere in disgrazia oggi, con Nathan piuttosto che diventare come voi!” queste ultime parole uscirono strozzate dalla bocca di Logan, mentre il suo volto era rigato dalle lacrime.
“Vi prego vostra Grazia, la colpa è solo mia, punite me! Sono stato io ad obbligarla ad andarsene, lei non c’entra” il Duca si fece ancora più cupo in volto e voltandosi rispose nuovamente al mezz’elfo: “Valore e VERITA’ e la via di Damocles. Rammentatelo sempre Sir, perché ora siete un Cavaliere e la verità per voi è un obbligo e non una scelta! Così come i vostri voti, che non vi permettono di avere né terre né una casa dove tornare…Vi ho nominato di recente, lo avete già scordato? O volete solo privare mia figlia della giusta eredità che le spetta?”
Rimasero in silenzio per qualche attimo, ciascuno a suo modo offeso ed adirato.
Alfine Nathan prese parola, calmo e risoluto come se fossero nella più quieta delle conversazioni.
“Mio Frenhin, così mi recate offesa ed io non posso lasciare che infanghiate me o, peggio, il sentimento che mi lega a vostra figlia senza prender provvedimento. L’amavo già quando incrociai per la prima volta il suo sguardo, quando fui per lei un mentore e un amico, mentre cresceva bellissima e fiera come solo la figlia del grande Erik MacDussel può essere. In nome di questo amore, Vostra Grazia, io chiedo ragione del mio onore leso…”
“No padre, non ascoltatelo!” Nathan provò a parlare di nuovo ma Logan glielo impedì, tenacemente “Tacete Sir Nathan! Ve lo ordino! Io, sarò io padre a sfidarvi, solo il sangue dei MacDussel scorrerà quest’oggi!”
Il Duca sembrò per qualche attimo senza parole, anche se dai suoi lineamenti non traspariva nessun sentimento.
“Sta bene. Chi difende l’onore di questa fanciulla? Giacché non accetterò mai di battermi contro una ragazzina senza esperienza…”
Logan era costernata ma non ebbe neanche il tempo di controbattere che Nathan era già in ginocchio innanzi a lei “Io, o nessun altro!”.
Il Frenhin scese da cavallo, lasciò cadere il pesante mantello che gli copriva le spalle ed infine andò a consultarsi brevemente con la sua scorta: dal canto suo Nathan cominciò subito a prepararsi mentre Logan era rimasta impietrita tra i due.
Le lame dei due cavalieri cozzarono con violenza: all’inizio Lord Erik sembrò quasi lasciare che il ragazzo combattesse liberamente ma nel giro di pochi scambi era ben chiaro come la lunga esperienza del Frenhin non potesse che avere la meglio, presto o tardi. Quando, con un violento fendente il Duca riuscì a disarmare l’avversario, Nathan rimase senza la sua lama ma certamente non senza la sua dignità: in ginocchio attese fissando il suo avversario negli occhi. Lord Erik caricò un colpo che sarebbe stato sufficiente a decapitare un troll ma, mentre Logan si copriva la faccia per non assistere alla scena, il fendente incredibilmente si arrestò, ad una spanna dal collo del giovane mezz’elfo.
La voce del Duca risuonò nella valle come un tuono: “Per l’autorità ed il potere che mi competono, io ti concedo la grazia, Sir Nathan, perché di certo i miei cavalieri hanno ancora bisogno di un compagno si onorevole e coraggioso. Ma va, e non farti più vedere innanzi a me poiché niente e nessuno fermerà ancora la mia mano.”
Gli diede le spalle e risalì a cavallo, mentre un membro della sua scorta, un vecchio compagno d’arme, lo aiutava a sistemarsi il mantello: fece muovere il suo destriero fino a Logan che, senza fiatare, lasciò il padre issarla a sedere innanzi a lui.
Lord Erik, dal canto suo, le sussurrò qualche breve parola, le ultime di li a molti giorni: “Non piangere, figlia mia, per un compagno che in nessun caso sarebbe stato veramente tuo: la via dell’Erranza si percorre da soli e Sir Nathan lo sa bene…”.
Il Frenhin, la sua scorta e la Marchesa si allontanarono quindi in silenzio, mentre Nathan osservava il gruppo che lentamente scompariva nel fitto della boscaglia.

***

Oggi…

“Cavaliere vi sentite bene? Signore, signore, state dormendo?”
Nathan stava lentamente riprendendo lucidità e riaperti gli occhi poté notare il giovane fratello della Frenhines, Cameron che, sdraiato accanto a lui, gli strattonava un lembo del mantello.
“Sto bene, sono solo molto stanco, ho cavalcato molto la sera scorsa ed ero veramente sfinito, ma Voi evitate di dormire sul pavimento” avvicinandosi “ è oltremodo scomodo!” disse con un sorriso, tentando di ricomporsi il più possibile “meglio un comodo giaciglio sotto le stelle”. Il fanciullo si mise a ridere “Capito … Siete un amico di Logan? Perché anche io sto aspettando mia sorella, ma Floki dice che è tanto stanca e non posso andare a salutarla. La mamma invece è molto arrabbiata, ma io sono sicuro di non averle fatto nulla, ed Erika ancora nemmeno si è svegliata. Sarà sicuramente colpa di Logan, litigano sempre…”.
A Nathan tornò in mente l’assolato giorno di primavera durante il quale avvenne la nomina a Cavaliere della figlia del Frenhin: era quasi in prima fila ma, vista la grande risonanza che ebbe l’avvenimento, fu impossibile notarlo anche per coloro che potevano ricordare il suo volto. Logan se ne stava in ginocchio davanti al padre, che dopo le invocazioni di rito, si accingeva a farla membro dei fieri Cavalieri dell’Ordo Smaragdi. Le si avvicinò e parlarono per qualche attimo: il Frenhin sembrò vacillare ma solo coloro che conoscevano la sua tempra ebbero modo di accorgersene.
“In nome di sua Maestà e delle tradizioni che onorano oggi e sempre le terre di Gardan io, Lord Erik MacDussel, Frenhin del Ducato dell’Orsa nomino te, Logan MacDussel Cavaliere Errane del Sacro ordine della Spina d’Acciaio, possano gli Dei…”
Mentre il Duca ancora parlava si sollevarono molte voci tra gli astanti, Lady Ophelia aveva gli occhi sgranati, ma quando alfine Logan si alzò partì un fragoroso applauso dalla folla riunitasi e lo stupore lasciò il posto ai festeggiamenti.
“Ecco vedete..” Nathan tornò a quella gelida mattinata invernale, ma non riuscì a terminare il discorso: le porte delle sale della Frenhines si riaprirono rivelando Lady Ophelia, che repentinamente si mise tra il cavaliere e il figlio:“Cavaliere, la Duchessa vi ringrazia e vi chiede di andarvene, i vostri servigi qui non sono più richiesti” il Cavaliere ancora stordito rispose: “Mia signora, vogliate scusarmi, ma attenderò finché sua Grazia non si sarà ripresa e allora e solo allora me ne andrò.”
Perché vi comportate così? Perché? Le state rendendo tutto più difficile col vostro comportamento Nathan! Non fatemelo ripetere ancora, ANDATEVENE!” La donna sembrava più affranta che in collera ed il Cavaliere ne approfittò.
“Mia signora, non per mancarvi di rispetto, ma già una volta ho seguito il vostro giudizio e me ne pento, ogni giorno da allora. Voglio sentire queste stesse parole uscire dalla sua di bocca e allora, solo allora, me ne andrò…”
Il cavaliere si interruppe udendo dei rumori provenire dall’altra parte della porta e di colpo ne uscì la Duchessa, sorretta alla bene e meglio da Floki.
“Avete sentito bene Cavaliere, mia madre vi ha riferito il vero: vi ringrazio, ma i vostri servigi non sono più richiesti, prendete congedo!”
Anche Logan tornò a quella calda giornata di primavera, quando il suo destino stava per compiersi: il Frenhin le si era avvicinato per chiederle privatamente, come si soleva, quale ordine l’avrebbe abbracciata come sorella.
“L’ordine della Spina d’Acciaio, mio Frenhin.” Lord Erik provò a controbattere ma la figlia lo incalzò “Se non posso essere sua, non sarò di nessun altro se non della mia gente!”
Sul momento le era sembrata una cosa giusta da dire e, sebbene mai una volta si fosse pentita di calcare la via dell’Erranza, oggi, dopo che suo padre le era stato strappato via, rimpiangeva ardentemente quel colpo a sangue freddo che aveva deciso di infliggergli e che adesso turbava perfino i suoi sentimenti per Nathan.
Ricacciò quel ricordo, per poi ritornare alla conversazione che l’attendeva.
Non c’è più niente qui per voi, Sir…” Nathan le si avvicinò e la prese per le braccia, sostenendola e liberandola da Floki: si fissarono, senza dirsi una parola mentre Lady Ophelia stava per intervenire.
“Vostra Grazia, mia Frenhines… vi auguro una pronta guarigione, e se avrete bisogno, non dovrete che chiedere…”
“Andate…”
La donna si liberò dalla presa del Cavaliere, che dal canto suo fece subito qualche passo indietro.
“Con permesso” disse e si allontanò, senza più voltarsi.
E mentre Nathan percorreva il lungo corridoio, Logan si inginocchiò per salutare il fratello, che nel frattempo le era saltato addosso, festoso: non sarebbe riuscita a nascondere le lacrime se non fosse stato per la madre che, chinatasi accanto ai due, strinse vigorosamente a se entrambi.

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