L’Occhio e il Drago – CAPITOLO VI

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Seconda parte

– So a cosa stai pensando, Kasumoto. Ma la risposta è no.

Il samurai non aveva detto una sola parola da quando lui e Kaessandria, da soli, erano usciti dalla tenda infermeria dove Naima riposava con la sua bambina stretta tra le braccia. Tuttavia, non appena si furono incamminati verso gli alloggi della Prima Veggente, era stato apostrofato senza tanti complimenti.

– Sei un libro aperto, per me, lo sai.
– Lo so, mia Signora. Vi giuro che non avrei mai osato nascondervi un pensiero così disonorevole per me, ma tale è la mia vergogna nel accorgermi di stare rivolgendo la mia mente proprio a…
– Non lo trovo affatto disonorevole, Kasumoto.
– Ma, Venerabile… un tale desiderio, da parte mia, è un’offesa alle tradizioni del vostro nobile popolo, al quale devo la vita per la sua generosità nei miei confronti…
– Tu devi la vita solo a Naima, non ad altri. E comunque hai tutto il diritto di desiderare un erede che possa seguire la via del Bushido, dei tuoi antenati e della tua filosofia di vita. Le vostre terre sono distrutte, voi siete rimasti in pochi e, come se non bastasse, siete anche costretti a nascondervi come eretici. Ciò che provi è comprensibile e ti assicuro che nessuno avrebbe da biasimarti se tu facessi espressa richiesta di occuparti dell’educazione della piccola. Ma non è possibile che ciò avvenga.
– Lo so, Venerabile… Lo capisco… il divino Sirio stesso l’ha scelta come sua prediletta, e io mai oserei privare i Laes ‘n Dahlar della loro guida…
– No, non è questo, giovane samurai. Non dipende affatto da questo.

Il samurai rimase interdetto, volgendo lo sguardo verso la sua signora in modo interrogativo. L’espressione di Kaessandria si era fatta estremamente grave, molto diversa da quella serena che aveva accompagnato la figlia nel mondo dei sogni, pochi minuti prima.
L’uomo attese che fosse la Veggente a rompere il silenzio. Senza un motivo apparente, una vena sottile di ansia si era impadronita del suo cuore.

– Non è scritto che Mel’Ishnd guidi questo popolo. Diventerà Prima Veggente, ma tutto ciò è ininfluente. Talib ha tracciato un’altra strada, per lei. Una strada difficile e piena di amarezza, certo, ma che le darà qualcosa che né io né nessun altro qui nel Deserto potrà mai sperare di ottenere. Ma per poterla imboccare lei non può e non deve avvicinarsi mai e poi mai al Bushido.
– Non capisco, mia Signora.
– Non è necessario che tu comprenda adesso, figlio mio. L’importante è che tu ti rassegni all’idea, e che accetti il presente così com’è… non è difficile, dopotutto, ho ragione?

Kaessandria sorrise, indicando la tenda che si erano ormai lasciati alle spalle. Kasumoto comprese, e annuì, sorridendo di rimando. Il suo volto si illuminò al pensiero che le due creature che più amava erano sane e salve entrambe, e l’indomani lui avrebbe potuto riabbracciarle… non era un’illusione… non sarebbero sparite all’alba, come fossero state nient’altro che un bel sogno… e lui voleva rimanere al loro fianco finché avrebbe avuto respiro… erano la sua famiglia, il suo mondo, la sua gioia…

– E poi, in fin dei conti, si tratta solo di aspettare un altro po’.
– Come dite?
– Ma sì, giovane samurai. Hai capito bene. Nel tuo futuro ci sarà qualcun altro a cui potrai trasmettere le tradizioni della tua stirpe.
– Volete dire che io e Naima saremo benedetti dalla grazia di un altro bambino?
– No, Kasumoto. Non è questa la via.
L’uomo si irrigidì, stringendo le labbra. – Che significano le vostre parole, Venerabile?
Kaessandria si soffermò, arrestando il passo per qualche istante per poter fissar bene negli occhi Kasumoto, che dal canto suo era visibilmente scosso e preoccupato per questa sua ultima affermazione.
– Fra breve Tahira dovrà dirlo a mia figlia, e tu l’avresti compreso comunque… il fatto è che Naima ha sofferto molto in questo parto… il suo corpo è forte, sano e muscoloso, ma evidentemente non è adatto a portar bambini nel grembo… è passato il tempo in cui il sangue dei Tensh’elijh era forte e la gioia di essere madre potesse esser perpetuata per cinque, anche dieci volte senza che i nostri corpi ne soffrissero! Ormai il nostro tempo sta per volgere al termine, giovane samurai… la nostra famiglia è pronta a passare il testimone a un’altra più giovane, piena di nuova vita…

La veggente tacque, lasciando in sospeso quello che avrebe potuto diventare un discorso lungo e penoso. Kasumoto comprese molto bene le parole della sua signora, ma in cuor suo non volle farsi prendere dalla tristezza.
Dopotutto, al momento era troppo felice di esser appena diventato padre per potersi curare di qualsiasi altra cosa, fosse anche il destino della famiglia al quale si era legato da un vincolo d’amore e d’onore.
Inoltre, la sua potente signora gli aveva predetto che avrebbe comunque avuto modo di tramandare le sue tradizioni a qualcun altro: questo pensiero, da solo, sarebbe bastato a acquietare ogni sua preoccupazione.
Credeva ciecamente in ogni cosa Kaessandria gli dicesse. Nemmeno per un momento si ritrovò a pensare all’eventualità che alla sua amata potesse succedere qualcosa e lui fosse quindi costretto a riprender moglie: in quel caso, era sicuro che la sua signora non gli avrebbe detto tutto così a cuor leggero. Si fidava del discernimento della Venerabile più di qualsiasi altra cosa, e questo gli bastava per dominare le sue emozioni, i suoi dubbi e le sue paure irrazionali. Peraltro, era questo ciò che aveva imparato a fare in tutta la sua vita. Sempre calmo come un lago d’inverno dinanzi ad ogni avversità. Questa era la filosofia che lo accompagnava da sempre.

– Sarà quello che gli dei vorranno, mia Signora.
Kaessandria si limitò ad annuire alle parole del samurai, che non si accorse dell’ombra di compassione comparsa nell’espressione enigmatica della veggente.
– Infatti, per l’appunto… ci sarà tempo per ogni cosa… non hai avuto e non avrai una vita facile, e di questo anche tu sei ben consapevole, quindi adesso è necessario che tu possa gioire appieno di ciò che il Fato ha voluto concederti…
– Sì, Venerabile…
Kaessandria sorrise, ammiccando bonariamente. – E poi devi pensare alla tua famiglia, adesso… le tue due ragazze hanno bisogno di te, e vedrai che il mestiere di padre è un’incombenza molto impegnativa…
Il samurai non poté fare a meno di sorridere. Ogni volta che veniva evocata, l’immagine delle sue due gioie addormentate testa contro testa continuava ad avere un effetto portentoso, inebriante, quasi magico sul suo umore, e a malapena riusciva a staccarsi da questo pensiero felice per concentrarsi su qualcos’altro.

Rimanendo in silenzio, quasi senza che Kasumoto se ne fosse accorto, giunsero infine agli alloggi della Prima Veggente e Kaessandria fece per accomiatarsi da lui.

– Se non sono indiscreto e non vi offendo con questa mia richiesta, potrei porvi una domanda, mia Signora?
– Ma certo, figlio mio. Chiedi pure.
– Attraverso l’Occhio… quanto riuscite a vedere lontano?
Kaessandria scoppiò a ridere divertita, e questo fece venire in mente al samurai che non l’aveva mai sentita far nulla del genere. La sua signora sorrideva spesso, ma non si spingeva mai oltre. Eppure aveva una risata così argentina e gradevole… per niente sguaiata… ma c’era qualcosa in essa che…
– Molto meno di quanto pensi, Kasumoto… ma molto più di quanto dovrei, in verità…

E scomparve oltre i tendaggi del suo alloggio, lasciandosi alle spalle la quiete del Deserto, la falce di luna crescente e l’espressione interrogativa del samurai, lasciato letteralmente con un palmo di naso a rimirare la stoffa che ancora ondeggiava dopo il passaggio della sua enigmatica signora.

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Commenti

commenti

13 comments

  1. Kaessendria Kaessendria!!!!

    Il Fato di Mela… non ho capito molto bene l’ultimo post su di lei, ma ha a che fare con quello, vero? Saranno guai…

  2. Lo saranno eccome! Anche perché io stessa non so che finaccia farà la pora Mela…
    Purtroppo gli eventi si stanno ingarbugliando tanto, in gioco… il fottuto D è rinato, sono tre anni che ci rompe le palle e non accenna a smettere di far danni!

  3. certo…Kasumoto è proprio un ingenuo!!!
    Mai fidarsi di una donna….specialmente se veggente!!!:P
    comunque la mia avrà sfiga….ma la la tua povera Mela di più, inoltre quella malefica di Kaessandria sapeva tutto (o quasi) e non le ha detto nulla…

  4. Intanto ti si spiega chi è D…
    Trattasi di un arcidemone cazzutissimo che tremilka anni addietro seminava panico, zizzania, morte e distruzione nelle Contee dell’Occaso (sud-ovest del mondo di Whanel)… una simpatica maga elfa schizzata come una cavalla trovò il modo di imprigionarlo sottoterra e per tremila anni lui se n’è rimasto lì sotto, buono buono, a meditare vendetta e ritorno, e ha ideato una quantità incredibile di piani atroci quanto arzigogolati per ritornare sulle terre di -Whanel in pompa magna… il primo che aveva fatto glielo abbiamo scombussolato (tra l’altro, Mela ha avuto una parte consistente nell’affare), però i seguenti piani erano concatenati in un modo tale che se ne risolvevi uno ne innescavi immediatamente un altro che non avevi previsto…
    Così, dopo peripezie alterne, D (Desmodar Sceleron, per capirsi) ha riottenuto un nuovo corpo (non vivente, per il momento, ma ce l’ha) strappando via un feto morto dalla povera veggente che non sapeva di esser rimasta incinta un anno prima del suo poro William…
    Questo per farti un sunto…

  5. tremilKa anni fa? La milka ora fa anche gli anni? hihihi… che perfidia…
    ora farò notare la mia immaginazione ristretta, nota anche come “ciò che mi ha dato un casino di problemi nel capire l’ultimo pezzo”: ma come ha fatto a non accorgersi di essere incinta? Insomma, non ho intenzione di offendere, giuro, ma è cecata forte!

  6. Questi sono i misteri della mente dell’ing. Botarelli, detto anche il master di campagna!!!!
    Effettivamente sia io che chi ha un minimo di nozioni mediche ci stiamo interrogando su come potesse essere possibile che Mela non si fosse MAI accorta di aver un feto in lavorazione… anche se è schiattato in tempi brevi, per diventare qualcosa di più di un grumo di cellule almeno due mesi doveva averli avuti, di vita, sulle spalle… e comunque quyalche problemino avrebe dovuto darlo, cazzarola… era un anno che stava lì ad ammuffire…

    L’unica spiegazione che io come giocatrice posso darmi è che la cecata abbia (come la sottoscritta) un ciclo molto, ma molto irregolare, che a volte preveda ritardi anche di un mese e mezzo… in questo modo, non avrebbe mai potuto avere la certezza assoluta di non aver concepito un figliolo, però si sarebbe tolta qualsiasi dubbio al termine di questo periodo senza sospettare di nulla… (del tipo, anche se qualcosa era successo, ormai c’era stato un aborto spontaneo…) E l’attrezzo lì si è conservato o per una casualità (atrofia? rara, ma plausibile) o, meglio ancora, perché il Sole Nero (gli scagnozzi di D) aveva fatto in modo di tener caro quel gioiellino sfruttando qualche oscuro sortilegio, in modo che il corpo della cecata non lo espellesse, ma lo facesse restare lì al caldo e al sicuro…

    Ti assicuro che scoprire queste cose in gioco è stato un colpaccuio anche per me, che le avevo escluse a priori! Anche perché avevo chiesto al Bot se c’era stata un’attività anomala dal punto di vista prettamente femminile durante l’anno, e lui aveva detto che tutto era stato assolutamente normale…

    Che dire? 🙁 maledetto Bota…

  7. Al prossimo live regalate al Bota un’enciclopedia sul funzionamento del corpo umano.
    Uhhh, ogni giorno divento più stronza e impicciona…

  8. Non è che l’aborto spontaneo è stato causato dall’anima di D? Almeno questa era stata una delle mie teorie, dato che si sarebbe incarnato in un fanciullo ancora non nato…

    Se si fosse saputo che eri incinta saresti stata la prima sospetta per la reincarnazione…maledetto Deus ex Machina!!!

  9. Non credo che la causa sia quella, in quanto lo spiruito di D è entrato in quel grumo di sanguiccio solo dopo che è stato tolto dal grembo materno, e perché il caro Aldegar, Silverion e quella zoccola di Maliandar si erano presi anche altri ingredienti per fare il rituale…

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