Mese di Nhea, XXI anno. Disgelo

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Ad Arath stava cominciando la primavera. Le piogge dei giorni precedenti si erano interrotte e quel giorno sembrava che il sole volesse splendere. Nel paese di Eisigen Gipfeln, nella casa del boia Rockraven si erano riunite strane persone, gente straniera, provenienti da altre contee, di origini lontana. Miralys era rimasta a casa, insieme a Dahal, mentre Mikhal aveva portato Alehandro a fare un giro per il luogo, a mostrargli chissà quali stranezze. Ormai, sembrava che il padre della sacerdotessa si fosse abituato alla presenza del circense e anzi, soleva passare molto tempo con lui. Miralys si portò una mano sulla guancia, mentre con occhi pensierosi squadrava il giovane Alemarita, il quale da giorni, anzi mesi, non era insolito vederlo prendere il suo taccuino e scrivere poche frasi, con aria malinconica. La giovane fece un sospiro, avvicinandosi a Dahal, risoluta, con le braccia incrociate sul petto .

Dahal cosa avete?

Il giovane alzò lo sguardo, incorniciato da mori riccioli, mentre inarcava le sopracciglia in tono di sorpresa. Alla fine era tornato quello di sempre, il giovane dallo sguardo dolce e malinconico, con la testa fra le nuvole. Sorrise, verso di lei.

– Miralys… ma da quando è che mi conoscete e mi date ancora del voi? prova solo a pensare che dalle nostre parti si da del tu anche ai conti…

Miralys sospirò, per poi scuotere la mano davanti a lui, impaziente.


Si Dahal, non è questo il punto! è mesi, che sempre ti vedo angustiato per qualcosa e dal conclave mi scervello per il motivo. Oh beh, qualcosa ho tratto: una fanciulla ti turba? Esmeralda, giusto?

Dahal spalancò gli occhi, per poi fare un sospiro e riportare lo sguardo sul foglio.

– Hai proprio ragione. Proprio lei… ma tanto oramai credo sia di dominio pubblico no? Devo ritrovarla, Miralys, lo devo fare a ogni costo. –

  Gli occhi della giovane sacerdotessa, solitamente inespressivi, si rabbonirono, ma solo per pochi istanti, mentre cercava di ragionare in modo logico e lucido sulla questione…cosa che accadeva di rado, in quei tempi.

– Bene, hai trovato informazioni su di lei?

Non so cosa sai tu…di notizie ne ho e tutte non troppo buone a parte una.

Io so quelle che sono sfuggite dalla bocca di Alheandro e di Melisenda…loro ti hanno molto a cuore. Quale è la buona nuova? è sempre bene incominciare da quella, anche perchè le più brutte temo di saperle. È per questo che parlasti con il conte Emanuel, giusto?

– Già… e sono sempre più dubbiose se parlargli o meno. La buona notizia dici? è che mi ama ancora…o almeno era così fino al conclave scorso.

Lo sguardo di Miralys diventò indecifrabile alle parole di Dahal…lei amava lui…quale forza, era presente tra i due? Quale sforzo aveva dovuto mantenere Dahal per non lasciarsi prendere dallo sconforto? Fece un respiro profondo, come a farsi forza, come per rimanere lucida, scrollando le spalle, cercando di scacciar via i pensieri che le frullavano nella testa in quegli ultimi mesi, senza darle tregua. Portò una mano alla testa, innervosita da quelle reazioni così innaturali per lei.

– Non penso abbia cambiato idea… sei dubbioso se conferire con il conte Emanuel? Per il fatto che è un’ombra dietro al trono e che calca queste terre?

La fanciulla guardò dritto negli occhi Dahal, rimanendo in piedi davanti a lui. Le sue parole avevano il tono di pura constatazione, mentre la mano sinistra cominciò a tormentare il ciondolo che da più di un mese le ornava il collo. Dahal parve osservare tutto questo, con un leggero sorriso che incurvava le labbra.

– A momenti ne sai più di me… credo che sia risaputo che i Longini e i Kebellion non si amino. il problema è che se la catturasse…

– Oh, non li amo nemmeno io, se è per quello. Ah, temi possa giustiziarla, giusto?

Miralys espresse quella tesi con semplicità disarmante, rendendo con poche parole la più grande paura dell’Alemarita, tanto ché questi si fermò di botto nel suo parlare abbassando il volto.

– ….Si

Lo sguardo della giovane divenne pensieroso, mentre cercava di elaborare le informazioni che aveva in mano.

– Un timore non infondato, sarò sincera. Secondo me, va avvertita comunque sua Signoria. Alla fin fine è stata costretta…ma l’avevano catturata? Dico i Longini, come l’hanno convinta a diventare ciò che ora è?

– Non… non è stata costretta. L’hanno comprata come schiava da una fregata di pirati. Non so se ti ricordi, più di un anno or sono le due fanciulle Goska alla cena di Trelven.

– Si, le ricordo

– Loro mi hanno detto che era nella loro nave. Poi ho scoperto che i Caniscalchi l’avevano venduta come schiava ai Longini…

Scosse la testa, contrariata

– Comunque, uno che è stato fatto schiavo non è che merce per il suo compratore e le scelte, le volontà, non contano. È stata costretta a fare ciò che ha fatto, è evidente.

Storse il naso, disgustata .

– Quindi se si annienta la volontà, la costrizione è ovvia. Hai riferito tutto ciò al conte Kebellion?

– è stato lui ad avermi detto che è diventata un ombra dietro il trono… ironico vero?

– Già, il Conte lo è molte volte. Beh, se lo sa vuol dire che qualcuno l’ha rintracciata, giusto? Che sarebbe possibile catturarla.

– Spero tu non stia parlando sul serio. Non è una bestia selvatica da cacciare!

-Dahal, il Conte è un cacciatore, cattura le sue prede e se è un’ombra del trono è una preda prelibata, mi spiace dirlo. Comunque, dato che fortunatamente è possibile da rintracciare…

– Ci deve solo provare a torcerle un solo capello. Gli sono grato per quello che sta facendo ma non riuscirei a perdonarlo per un atto simi… la testa….

Dahal mise le mani tra i capelli riccioluti, tenendosi la testa dolorante, come se questa stesse per scoppiare. Un velo di preoccupazione attraversò lo sguardo di Miralys che posò una mano sulla spalla del giovane, dispiaciuta per la durezza con cui gli aveva parlato.

– Dahal, scusami, non avrei dovuto parlarti con tanta crudezza… ma la cosa non è persa del tutto! Posso provare a parlare con sua signoria

– Stai tranquilla non è nulla… sarà solo Odvratan…..

Un risolino isterico fuoriuscì dalle labbra di Dahal, mentre Miralys aggrottò la fronte, spostando la sua mano su quella del giovane, quella con i segni del pentagono e dell’ottagono.

Il lato dell’ombra, giusto? Dahal…dentro di te c’è luce ed ombra, le quali devono coesistere. è il libero arbitrio che lo vuole, sono gli dei ad averlo voluto. Comunque, parlerò con sua signoria.

– A volte… sarebbe piacevole lasciarsi scivolare nelle tenebre. Se solo potessi diventare come lui, potrei avere la mia vendetta. No Miralys, preferisco parlargli al pranzo.

– Vendetta contro chi? Nelle tenebre non c’è nulla di affascinante o piacevole. Esse corrodono gli animi, facendoli divenire vuoti.

– Contro chi??? Contro quei bastardi dei Caniscalchi, contro quei bastardi dei Longini! contro quel bastardo di Dahal che l’ha lasciata sola.

– Pensaci bene… riavresti la tua Esmeralda, in tal maniera?

– Starebbe meglio di quanto non lo stia ora e mi basterebbe che potesse vivere felice dopotutto se ami una persona vuoi solo la sua felicità nulla di più.

– Si, ma forse quella non è la sua felicità. Una schiava, non è felice. Una costretta ad assassinare non lo può essere!

– Vivere una vita libera? Io credo di sì.

– Oh una vita libera….CON CHI CONDIVIDEREBBE QUELLA VITA? CON IL NULLA, DAHAL? Non vi sarebbe più la ragione per cui lei ha abbandonato la sua casa e, non l’hai abbandonata! Non l’hai mai lasciata, Dahal, e lei lo sa.

– Devo trovarla devo farmi perdonare di tutto il dolore che sta passando.

– Non puoi prenderti la colpa delle azioni degli altri! Ha fatto la sua scelta, si infilata in guai ben più grandi di lei! Ora l’unica cosa che puoi fare per lei, è darle una cosa che ha perso, e un’altra che vuole ritrovare

– Lei non si è infilata in nessun guaio!

Sorrise la giovane, con occhi gentili, strani, per la sacerdotessa, che sembrava più emotiva del solito.

– I guai talvolta ci vengono incontro… intendevo che ha avuto una grande sfortuna

– Dannazione Miralys! come puoi dire queste cose sarebbe potuto capitare anche a te!

Dahal si alzò, evidentemente adirato dalle parole della fanciulla, mentre Miralys si portò una mano alla fronte, massaggiandola, con l’altra che si poneva in direzione del giovane poeta, per cercare di farlo pazientare.

– Non hai inteso ciò che sto dicendo. Non la sto incolpando! Ascolta le mie parole, invece di rifugiarti nei tuoi vacui sensi di colpa! Si, forse sarebbe capitato anche a me e io non sto incolpando lei, sto semplicemente dicendo che tu non devi sobbarcarti delle colpe che non hai. Delle responsabilità si, ma non delle colpe, Dahal.

– Oramai non si può piangere sul latte versato.

Lo prese per le spalle, incurante delle reazione del poeta

– Appunto, lavoriamo su ciò che hai

– Devo agire non più riflettere.

– Si, devi agire. Ma in un sol modo. Intanto, evitando che possano nuocerle in caso la trovino quindi, se me lo concedi, quando parlerai con il conte vorrei essere presente.

– Perchè non dovresti alla fine sei tu che mi fai questo favore.

– In che senso?

– Mi stai ospitando…

Oh, quello? Ospito anche Alehandro. In casa c’è spazio, che vuoi che sia.

– Non è da tutti.

Scrollò la mano, arrossendo lievemente.

– Oh beh, non saprei, ho pensato potesse essere gradito un letto comodo dove dormire e qualche indicazione in un posto straniero come Arath

– Si, hai ragione. Anche se non capisco perché ora non stai con Alehandro…dopotutto, voi che potete state vicini…

Miralys colse inaspettatamente quella domanda, spalancando gli occhi, facendo una faccia sorpresa, quasi buffa.

– Eh, cosa? Oh, alla fine sei anche tu mio ospite e volevo solo appurare di poter far qualcosa per te. Più che altro con la mia presenza spero di poter strappare qualcosa in più con il Conte. Non che la mia opinione valga molto, ma meglio di nulla.

Sembrò quasi aver volontariamente tralasciato il discorso su Alehandro finchè poche parole le uscirono quasi in un sussurro.

– Noi…stare…vicini?

La testa di Miralys girava, sempre più confusa…ma cosa le stava prendendo??

– Le cose importanti si riconoscono solo quando mancano.. è solo un consiglio il mio…

– Le cose importanti si riconoscono quando si ritrovano…

Le cose perse, le cose negate….quanto, si era negata di sua spontanea volontà in quegli anni?

– Viziosetta…. ahahah

– Cosa!!

– Scherzavo Miralys non tela prendere….

– Cosa? Ma guarda, ma cosa insinui, piccolo Alemarita?

La voce era scherzosa, mentre lo appellava in tal modo, gentilmente

– Io? Nulla…. non ci vuol tanto per vedere che tenete l’un l’altro basta vedere quel pendaglio…

– Tengo a lui quanto tengo a te e a Melisenda.


– Ma dai… non prendiamoci in giro. Sarebbe come dire che ciò che provo per Alehandro è la stessa cosa che provo per Esmeralda…

– Beh, infatti non è così! Per te, ecco! In più se intendi dire che Alehandro tiene a me, Non saprei, dato che il suo scopo era semplicemente ripagare un debito che sentiva nei miei confronti, ecco.

– Che debito?

La giovane sacerdotessa tirò un sospiro, indispettita dal pensiero di quel momento…

– Oh, quando l’ho curato da quella strana Malattia.

– Apri gli occhi Miralys.

No, Miralys non voleva aprire gli occhi. Voleva tenere quella porta chiusa, ermetica, cacciare quei pensieri che Dahal cercava di insinuarle…ma già da molto tempo questi avevano messo radici e oramai erano troppo radicati per essere tolti…

– Gli avevo anche detto che non vi erano debiti, ecco. Poi comunque anche se fosse stato, non abbastanza per rischiare la pelle contro Silverion.

Ricordava ancora, ognuno di quei momenti. Quella presenza sempre accanto a lei, sempre interposta tra lei e Silverion.

– Certo lui l’ha fatto per ripagare il debito non perché prova qualcosa per te. Hai ragione….

Quelle parole…suonavano così…false alle sue orecchie… ne percepiva la illogicità, percepiva la fragilità di quelle bugie…
<<Come vorrei fosse la verità…>>>
I suoi stessi pensieri mentivano, lo sentiva… scrollò il capo, cercando di guardare con fare deciso Dahal negli occhi, come per dare forza alle sue convinzioni.

Già, così è, si… si certo…

Pian piano riabbassò lo sguardo, pensierosa, con gli occhi nocciola velati di malinconia.

– Poi i sentimenti…fanno solo soffrire…

– Beh hai la prova vivente della tua affermazione…allora dobbiamo forse arrenderci?

Dahal le sorrise, comprensivo, mentre gli occhi di Mira divennero lucidi.

– Dahal…io non volevo provare nulla, ho vissuto la mia vita in tal modo, rifuggendo ciò che ritenevo ci rendesse così deboli ma… questi ci rendono vivi….

– Ho passato arcidemoni arcangeli e titani oscuri… pensi che bisogna arrendersi ora?

Alle parole di Miralys, Dahal alzò le sopracciglia sorpreso, mentre un sorriso divertito si disegnò sul volto.

– Mi consideri debole? grazie mille.

La voce del giovane aveva un tono scherzoso. Miralys era rimasta seria, solo un sospiro prima di continuare il suo discorso.

– Una volta, si….

La giovane rialzò gli occhi, guardando Dahal malinconicamente, accennando un sorriso.

– Ma ora ti invidio e basta.

– Di cosa mi staresti invidiando?

– Di vivere appieno, Dahal, di vivere tutto così intensamente…. Perchè allontanando le emozioni, non si scaccia la sofferenza… si diventa solo vuoti.

– Miralys, qualsiasi persona può farlo. Basta volerlo. Io non sono più speciale di nessuno, di ognuno che conosci… anzi, forse tra i tanti sono il più umano tra tanti eroi..

La giovane rimase assorta nei propri pensieri, per poi scuotere la testa.

– Invidio non solo te, Dahal ma anche gli altri e tutti, siamo umani, tutti siamo soggiogati dai nostri pensieri, dai nostri timori, persino colui che sembra più incrollabile di noi… ma è la possibilità di vivere che ci manda avanti. La possibilità di poter proteggere….ciò a cui teniamo.

– Ah allora non è per saldare i debiti?

– Che debiti? Quelli che dobbiamo riscuotere dal Sole Nero? Oh, non dubbi che lo faremo o che faremo di tutto per farlo

La voce tagliente, lo sguardo risoluto. Ecco cosa era presente nella sacerdotessa al solo pensiero del Sole Nero.

– Non mi riferivo a quello a dire il vero… dicevi che qualcuno si comportava in questa maniera solo perchè doveva saldare un debito.. o sbaglio?

– Non lo dicevo, io. Lo diceva qualcun altro….ma io quello lo spello vivo..


Quasi le aveva ringhiate quelle parole, in un moto di stizza

– Ah no

Sorrise dubbioso l’alemarita.

– Miralys…l’amore credo sia il sentimento più difficile da esternare, e solo gli stupidi o i poeti ci riescono…
.

Dahal gli fece una linguaccia ma l’espressione della giovane mutò, stringendo gli occhi in due fessure irate, per poi arrossire violentemente e distogliere lo sguardo dal poeta.

– Aha….si certo. Io certo, amore, come No. Poi anche se fosse… di certo non riguarda me! È uno sciocco, un circense, un racconta storie fantasioso, uno sbruffone, un cialtrone e pure un libertino, per quel che ne so! Cosa possa centrare con me, bah!

Dahal si limitò a scuotere la testa, sorridendo, con una nota di nostalgia

– È buffo vedere che le persone a momenti hanno più paura di amare, che di affrontare Desmodar Sceleron…..

– Non so proprio a cosa tu… tu stia riferendo!

– Nulla… se lo detesti così tanto, perchè porti ancora il suo dono ?

La sacerdotessa rimase per un attimo attonita alla precisazione di Dahal. Non si era nemmeno accorta che fino a quello stesso istante la mano sinistra era posta su quel monile, giocandoci imperterrita. La tolse con un gesto di stizza, senza comunque riportare lo sguardo su Dahal.

– Perchè un dono è un dono…tutti abbiamo dei difetti e alla fine la sua compagnia talvolta è piacevole, tutto qui.

– E quindi "talvolta" ti fa stare bene no? Come per esempio quando ti ha dato il ciondolo. è stato molto romantico non trovi?

La giovane sbuffò, fortemente imbarazzata dalla situazione. Cosa le stava accadendo, perché si ostinava a giustificarsi con quel giovane?

– Si, "talvolta”. Romantico?- Arrossì vistosamente – O non saprei… non ricevo molti doni, come posso dire che sia romantico??

– Ma sarà che io debba dirti quando una persona è romantica? Eppure quando ti ha Dato il regalo tu ci sei rimasta un pò ad osservarlo con tanta dolcezza…

Le parole di lui la colpirono sul vivo, e strinse gli occhi, stizzita.

– Oh non direi, non credo di aver variato espressione, negli ultimi tempi……

– Già hai ragione come io non sono mai cambiato ultimamente

La sacerdotessa tirò un sospiro, sapendo bene a cosa si riferisse… Dahal…Xaladh…

– Già… mi hai fatto venire un colpo…

– Ero così terribile?

– Ci hai fatto venire un colpo…no, qualcosa di te, di quello che eri, una piccola scintilla era rimasta

– Non era mia intenzione puoi starne certa…

Il giovane si osservò la mano sinistra, osservandone i segni tracciati da chissà quale mano. Miralys annuì, per poi continuare il suo discorso.

– Lo so, lo so…Tu sei il giusto equilibrio tra luce e ombra

– No ti sbagli

– Dovrai essere tu, a scegliere a cosa tendere, attraverso il dono più grande fatto dai Seraphel.

– L’ombra è il giusto equilibrio tra luce e tenebre.

– L’ombra dimostra la presenza di entrambe, Dahal, non vi sono ombre senza luci e nell’ombra più scura si cela la tenebra. Noi siamo fatti di entrambe le due componenti principali.

– Ehi stavamo parlando di te ora non di me

– Un pò di te e un pò di me, quale è il problema?

La sacerdotessa sorrise lievemente.

– Poi, prima ancora stavamo parlando di te, ecco

– Salvati in extremis…. pensaci su è un consiglio..

– Anche tu, Dahal. Sai che non ti chiederei nulla in cambio del mio aiuto.

– Già me lo ha insegnato Alehandro a fare così

– A fare così come?- inclinò di poco il capo di lato

– Di non chieder nulla in cambio di aiuto e di farlo solo se tieni alla persona

– Già.

Un attimo di silenzio intercorse tra i due, finchè Dahal non ruppe il silenzio, con uno strano tono nella voce.

– Che bei piccioncini smielati che sareste ahahahah

– Stai diventando noioso, Dahal….attento…..

– Quante volte te lo devo dire viziosetta?

Si alzò in piedi bruscamente, con movimenti decisi, impropri del ragazzo.

– E piuttosto che ci faccio io qui?

– Da…Dahal?

– Ancora? Quante volte ve lo devo ripetere dunque….

Miralys ne osservò i tratti. La voce, i modi possibile un cambio così repentino? Con un gesto immediato gli afferrò il braccio, guardandolo torvo.


– Taci!

– Non sono quel ragazzo che voi tanto cercate e il tuo uomo dov’è finito? Ti lascia sola soletta con me?
Miralys non voleva crederci. Si lasciò sfuggire un sospiro, guardandolo gentilmente..

– Dahal. ritorna, ti prego…

Ma Dahal ormai aveva sguainato l’arma, puntando l’affilata punta contro la fanciulla.

– Chiama il tuo amato……

La sacerdotessa non si scostò, nemmeno lasciò la presa della mano. Guardò con sguardo deciso il giovane, dritto negli occhi, senza timore.

– Non mi farai del male. non lo faresti mai.

– Ah pensi che non ti farei nulla? Povera illusa…..

Una risata malevola echeggiò nella stanza, una risata che non sembrava appartenere al giovane Alemarita.

– Che l’ombra desti il mio spirito, per l’arcana melodia copri i suoi occhi ed accecala!

La giovane portò una delle mani agli occhi, allentando la presa sul poeta –


– Dahal!

Fece pochi passi indietro e la fanciulla inciampò contro una sedia, finendo per terra e perdendo del tutta la presa sul giovane. Passata la cecità, riaprì gli occhi, dolorante vedendo la spada puntata alla gola. Niente di strano… alla fine.

– Ho detto chiama il tuo amato.

Miralys rimase distesa, non muovendo un muscolo, mordendosi le labbra, mentre gli occhi diventarono pian piano lucidi, sebbene niente affatto impauriti, solo profondamente dispiaciuti.


– E chi sarebbe, il mio amato, Dahal? E solo se tu chiamerai la tua, di amata.

– Dimmelo tu no? Ora e l’unico che ti può salvare da una fine ormai certa…

Posò lo sguardo sulla lama, puntata alla gola. non era certo la prima volta… tra le prime la stessa Melisenda. Un sorriso amaro si disegnò sul viso, guardando ora dritto negli occhi Dahal.

– Ah si? Forse nessuno mi può salvare, allora.

Con un movimento deciso del giovane, la spada si infilò a pochi centimetri dal collo della ragazza…

– Non sto scherzando sacerdotessa

Gli occhi di Miralys si fecero ancor più lucidi.

– Perchè mi fai questo?

– Forse perché mi eccita la visione di una ragazza spaventata dalla morte…..

Lo sguardo era privo di espressione, privo della gentilezza che sempre contraddistingueva Dahal…che fosse di nuovo tornato davvero Xaladh? Che si fosse preso di nuovo Dahal?

– Preferisci morire dunque piuttosto che ammettere che provi qualcosa per il tuo piccioncino?

Una singola lacrima percorse la guancia, sullo sguardo ora triste Era confusa, irritata, sconvolta. Non capiva bene cosa stava accadendo, il perché e sentiva pian piano un forte dolore al cuore, un cuore che una volta era gelido, freddo e di cui pian piano ne sentiva i battiti, flebile e regolari.


– Non capisco cosa provo, lo vuoi capire o no!

La voce esplose rabbiosa dalla fanciulla, più irata che spaventata dalla situazione.

– Tu non lo vuoi capire è differente….allora MUORI!

Xaladh caricò il colpo sull’inerme fanciulla. A tanto poteva arrivare…La giovane strizzò gli occhi e di nuovo una lacrima percorse la guancia

– Provo qualcosa per Alehandro è così.


Le parole uscirono, senza ritegno. Una parola di troppo. Si morse le labbra

– Non ho sentito. Ripetilo a voce più alta

Pian piano le lacrime scesero sempre più copiose dagli occhi nocciola di Miralys, come in una sorta di liberazione.

– Io…io amo Alehandro

Ripeté le parole a voce più alta. Chiuse gli occhi, mentre le labbra cominciarono a tremare.

– Cavolo quanto ti ci è voluto….. e dai non piangere non ho intenzioni ostili

Xaladh scoppiò in una fragorosa risata mentre porgeva la mano alla fanciulla per farla rimettere in piedi. Ma questa sembrava troppo scossa per farlo.
Si mise seduta, non accettando la mano, non riuscendo a trattenere i singhiozzi, rimanendo quasi tremante a terra. Sembrava in stato di Shock. L’aveva detto. L’aveva detto ad alta voce. Si era liberata in parte di quel groppo che non riusciva a scendere…ma ora una profonda tristezza la pervadeva, così come era sorpresa di sé stessa… Allora… lo aveva ammesso. Le lacrime scesero copiose, come mai in quegli anni erano scese.

– Lo so… ma non riesco a smettere, Dahal….non riesco a smettere..

La giovane si portò le mani davanti al viso, mentre l’espressione del giovane Alemarita cominciò a mutare… da occhi duri ed indifferenti lo sguardo di Dahal si fece rammaricato e notevolmente sorpreso dalla reazione così intensa della fanciulla… ma chi poteva sapere della disperazione di Miralys?

– Scusami… ho esagerato… volevo solo che ti rendessi conto di ciò che provi… perdonami.

La giovane sentiva le parole del giovane, ma non riuscì a fermare quel mare di lacrime che sempre aveva trattenuto. In un piccolo attimo di tregua portò lo sguardo verso Dahal. Uno sguardo così dissimile dal precedente, così simile a quello di una bambina.


– Dahal…sei tu?

– Ammettilo sono un bravo attore..

Gli sorrise teneramente mentre gli occhi pieni di lacrime della giovane lo guardarono attonita. Miralys si alzò, battendo i pugni contro di lui, a casaccio.

– Perchè? Perchè? perchè lo hai fatto, perchè???

La voce risuonava disperata. Dalla tristezza stava passando ad una rabbia furente,

– Perchè non volevo che ti pentissi in un futuro di non aver pensato a questa possibilità

Singhiozzò mentre smise di battere i pugni, portando ora le braccia davanti al petto come per cercare di calmarsi.

– Io…

– Ho abusato fin troppo della tua ospitalità, Miralys, è ora che io vada. Perdonami ma era per il tuo bene. Prova a non pensare… a volte è la situazione migliore. L’amore va vissuto istante per istante con la persona amata ricordatelo.

Pian piano i singhiozzi scemarono, e pian piano la giovane riprese il controllo di sé, abbastanza da guardare in modo gentile Dahal.

– No. non hai abusato della…della mia ospitalità. rimani se puoi…non ce l’ho con te…- si morse il labbro- devo avercela più con me stessa.

– Oramai ho deciso… a rivederci dama Miralys e pensa alle mie parole. Addio

Rimase immobile, guardando con occhi stanchi il giovane poeta.

– Arrivederci, Dahal….

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Commenti

commenti

9 comments

  1. ed ecco voi l’ultima pazzia, in bicolor, su insistenza di uno dei bardi bastardi. Chiacchierata risistemata ( bah, non si sa come:P) tra Dahal e Mira…e le parti si invertono!!! che guazzabuglio!!! O_O

  2. Padre Donovan non glielo perdonerà mai… in questo momento Alehandro è un uomo:
    1) felice;
    2) preoccupato;
    3) morto.
    3 bis) pesantemente menato e menomato.
    Bravissimo tandem di scrittori!

  3. Lypsak: già, guarda che succede!! oh, io da sola con Dahal un ce sto più, ehhhh!!!!!

    Noctulis: sob, mi tocca mettermi in mezzo a voi due…bah, che arrosti, che arrosti!!!
    KABOOOM
    mmm no, forse kaboom è meglio di no, dopo il gatto sulla testa di Alehandro potrebbe incattivirsi!

  4. Ma dai, Alehandruccio lo difendiamo in due… anche se la pora Mela potrà esprimersi solo tramite strani versi inconsulti e incomprensibili… ma comunque ha pur sempre una katana, eh!

  5. Ringraziare?????
    Ancora non ho letto quello che sta scrivendo il Frank, ma temo che ci sarà un altro uomo che scaricherà Miralys, come ha fatto il maestro, sigh sigh!!!!

    Invece di accudire la malaticcia va a divertirsi, già lo vedo, sob sob!!!
    e la lascia sola tra libri e polvereeeee sigh, sigh

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