Hans Goderis - Dutch ship at anker, from 1622 until 1638

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Il vento sferzava lievemente le vele della “Valerosa” e un caldo sole splendeva nel cielo della seconda luna di Ashnog. Due individui stavano sul ponte della nave seduti attorno a un tavolo quadrato con il piano a effige di scacchiera, con vari pezzi bizzarri disposti sopra. Erano tutte specie marine che si muovevano irrequiete nelle loro caselle: vi erano sardine per i pedoni, cavallucci marini per cavalli, coralli per le torri, calamari per gli alfieri, una sirena con un’ostrica munita di perla in mano per la Regina e un Tritone con in pugno il suo tridente per il Re. L’uomo con le pedine nere si lisciava la lunga barba brizzolata e gli occhi cerchiati di scuro erano pensierosi. Dall’altro lato la figura longilinea e dai lunghi capelli dorati lo guardava con fare compiaciuto e un sorriso traspariva dalla larga faccia rugosa e zannuta, contrastante con il fine vestito rosa e l’ombrellino di pizzo.

Suvvia Don Miguel, è da più di due giri di clessidra che ponderi le tue mosse. Ormai stai perdendo. La tua sirena è già caduta svariate mosse fa, non ti sono che rimasti che qualche sardina spaurita all’attacco e un pesce spada con il suo corallo a difendere il tuo tritone. Dammela vinta e ci siamo!

L’uomo sembrò destarsi alla voce stridula dell’avversario e appoggiò stancamente il gomito sul tavolo, sorreggendosi il viso con la mano e con l’altra movendo annoiatamente un pezzo sulla scacchiera, mentre questo si divincolava nella sua mano.

Ah sì, stiamo giocando?

Perché, cosa credevi che stessimo facendo?! È ormai ORE che siamo seduti qui!

Vabbè, ancora il pesce è fresco, possiamo andare avanti almeno per tre giorni. Credevo stessimo scambiandoci un bicchierino, mio vecchio amico. Suvvia, bevi un goccetto in nome dei vecchi tempi!

Il capitano prese la boccia di rõn da terra, riempiendo i due bicchieri finemente intarsiati. La creatura scosse la mano in segno di diniego, muovendo nel mentre il suo pezzo.

Credi che così dimenticherò I dispetti che mi avete fatto?! Prima mi ADORAVATE come fossi la vostra fortuna, l’unica divinità amica, colui che era riuscito a Liberare la vostra stolta specie.

E invece ci avevi inculato anche te, vecchia Volpe! Se non fosse stato per i Grandi non avremmo mai scoperto quella GRAN bella frottola che ti eri inventato! Salvatore del popolo di Erigas, bla bla bla…

Intanto non era del tutto una frottola! Alla fine, se non ci fossi stato io, quei sei morti di fame non sarebbero diventati quelli che sono oggi e li mettete pari a me, che sono un RE!

Ex Re…

Baggianate! Direi piuttosto la regina della sorte per voi tutti.

Ciò non toglie che ora sappiamo la verità, no?

E sei sicuro che sia tutta lì, caro Miguel? Anche se fosse, mi pare che di recente le cose non vi vadano molto bene… come procede la pesca? E i venti vi sono sempre propizi?

Fanno schifo brutta faccia di mierda, così come ogni volta che mi sveglio al mattino batto il mignolo del piede sul comodino! È diventato violaceo da tutte le botte che ci ho dato… ah, ormai è a un passo dall’amputazione!

Ben ti sta a parteggiare per quel sudicio di un Castamara maledetto.

Beh, se per quello ce l’hai con un po’ tutti quelli che portano un nome dei Grandi, diciamo che come al tuo solito fai l’esagerato.

Io non sono mai esagerato! Non era meglio il mio magnifico, splendido e dolce sogno che la vostra orribile, spoglia e triste realtà?

Talvolta meglio una cruda verità che una dolce menzogna, soprattutto se ti rende schiavo.

Parla quello che deve tutta la sua carriera e fortuna a me! Ora tu sei il mio prediletto, il mio Fiore, ma come ti ho fatto ti posso sfare, ricordatelo! Come sei disfatto in questa partita, misero omuncolo!

A quel punto Don Miguel alzò lo sguardo facendo un mezzo sorriso, prendendo in mano la sua piccola sardina.

Sicuro Xoac? Ricorda sempre che anche il più misero e infimo dei pezzi con le giuste mosse può diventare una regina…

Xoac strabuzzò gli occhi, vedendo che la piccola sardina era arrivata fino al limitare della sua parte della scacchiera, diventando la Sirena regina che stava proprio nella diagonale del suo Tritone bianco, che appariva piuttosto preoccupato.

Che dici, ora lo prendi quel goccio di rõn?

Si svegliò di scatto con la fronte imperlata di sudore, guardandosi attorno in preda al panico. Si rese conto di essere nella sua branda e si tirò indietro i capelli raccolti nella miriade di treccine.

Che sogno bislacco… mi sa che ho bevuto troppo poco in questi giorni… penso che andrò a farmi un goccetto alla locanda del vecchio Léon.

Arrivata alla locanda più frequentata dai lupi di mare di porto del Sol, la Dulce Gargata, la donna di sedette al bancone e A un suo solo gesto il locandiere biondo munito di folti baffi la servì di un bicchiere da Rõn mettendogli la bottiglia accanto, facendogli l’occhiolino. Intorno a lei c’era uno strano fermento tra i marinai.

-Ma che dici? Strani sogni? E chi te l’ha detto?

-Qualche giorno fa ha attraccato la Mala Suerte Traditora e dicono che alcuni membri della ciurma hanno avuto degli strani sogni, piuttosto reali, tipo dei, semidei, imperatori.  Devono aver bevuto forte, non ho altre spiegazioni.

La Pequeña mise da parte il bicchiere, si attaccò direttamente alla bottiglia di Rõn svuotandola in poche sorsate.

Léon, metti tutto sul conto di Don Miguel! Ho da fare quattro chiacchiere con dei vecchi compari.

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