Via dall’Iscuto, secondo giorno del Mese di Alhazhar. Tardo meriggio.

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"Cammino… cammino… da quanto tempo sto camminando, ormai? Il sole sta calando… è quasi sparito… ho lasciato da solo Hakù… non ho incontrato Alehandro… e in tutta la mattina il braccio non mi ha fatto male nemmeno per un momento… cosa mi succede, oggi?
Quell’uomo… quegli occhi azzurri… continuo a pensare a quell’azzurro… a quell’espressione…
La risposta è dentro di me… lo è sempre stata… sì… Del resto, i fatti non parlano chiaramente?
Era da molto che non avevo più la possibilità di pensare con lucidità alla questione… ma forse è importante che lo faccia, adesso… forse è per questo che l’occhio di Hor-Yama ancora non mi richiama imperiosamente alla vendetta… forse anche questo è un passo essenziale… capire il passato, affrontare il presente.

Occhi azzurri… quelli che appartengono a un altro tempo, a un altro luogo, a un’altra vita… in quegli occhi azzurri avrei dovuto leggere l’unico vero desiderio che li sconvolgeva, nel profondo, protetto da un’impenetrabile cortina di ghiaccio… il sacrificio di pochi per la salvezza di molti… non tutti, certo, ma molti. La mia gente. La gente di mia nonna. Loro erano la cosa più importante. Migliaia di anni di tradizioni rachiuse in fragili vite innocenti e pacifiche, incapaci di difendersi, abituate a vivere nascoste e silenziose nella zona più inospitale del Grande Deserto…
Dunque sono ancora vivi. Dunque il mio popolo è ancora là, da qualche parte.
E di certo non se ne sta lì ad aspettarmi.

È vero. Non sono mai stata certa di cosa fosse accaduto. Non solo all’epoca già i miei occhi funzionavano poco, ma persi conoscenza quasi subito dopo l’attacco. Sì… ora ricordo… mi hanno portata via… da sola… Alehandro non ha trovato nessun altro… quindi ha ragione quell’uomo… evidentemente ce l’avevano con me… per qualche motivo, loro… mi cercavano e volevano sopravvivessi… mmmh… e perché mai mi cercavano?
E… oh, giusto! Lei sapeva che mi stavano cercando… è stata lei a farmi giurare, mentre era in punto di morte, che avrei fatto spostare l’accampamento fino a quel margine esterno… mi disse che sarei dovuta andare incontro al mio destino e io… ma pensa un po’! Tutto avrei pensato fuorché…

E quindi tutto questo è stato fatto per salvarli. Da cosa? Da quale grave minaccia? A cosa è servito allontanarmi da loro? Evidentemente, adesso sono al sicuro… questo significa che qualcuno ce l’ha ancora con me? Perché ancora non mi è stato concesso di tornare indietro? Perché mi sono ritrovata a vivere qui, a mille miglia da casa, e adesso, nell’ora più buia? Era nei piani che Alehandro mi trovasse avvolta in un tappeto? Era nei piani che incontrassi Hakù e che avessi modo di comprendere che lui è vittima della situazione almeno quanto me? Era nei piani che mi fosse data la possibilità di riscattarmi dall’odio verso mio padre? Era tutto nei piani? Era nei piani anche Desmodar Sceleron? Era nei piani anche l’affronto che ho dovuto subire?

Com’è buffo! Ci penso, ci penso e… non provo nulla. Anzi, quasi mi viene da scherzarci su, come se fossero le tristi vicende lacrimevoli di qualche strano e ridicolo personaggio da pantomima, e non le mie.
In altri tempi, questi pensieri mi avrebbero schiacciato. Ma non provo nulla se non una velata malinconia e un vago senso di rabbia. Indifferente e insensibile alle mie stesse sofferenze.

Però… però è strano. Quando… quando abbraccio qualcuno sento ancora un calore familiare… e quando penso… quando penso a Alehandro, o al piccolo Dahal… quando penso a loro sento salire la preoccupazione, l’ansia di sapere che stanno bene, che vivono felici… insomma ha proprio ragione Nihal… la gelida e furiosa Nihal… lei non ha mai avuto niente, io invece ho avuto tutto… e non posso dimenticarlo, anche se mi è stato strappato via… e poi io sono ancora io, dopotutto… servo ancora il Sentiero della Conoscenza, e non posso distaccarmene… non voglio… ed è anche attraverso di esso che desidero reagire, e comprendere i nodi che il Fato mi mette davanti, e scegliere… scegliere secondo la mia volontà… la mia e quella di nessun altro…
Ma i sentimenti… i legami… Nihal sostiene di non aver nulla da perdere, e di potersi quindi permettere di vivere la sua vita seguendo l’urlo possente dell’Angelo Prigioniero… anche Hakù ha reciso tutti i suoi legami per non dover soffrire o far soffrire… e io? Io non riesco a dimenticare del tutto le persone che amo nemmeno adesso che l’Oyg-Mazel mi guida nel buio… figuriamoci cosa accadrà quando la mia vendetta sarà compiuta! Ma poi, sarà vero che aver qualcuno da proteggere, da amare e che potrebbe preoccuparsi per te è una grande debolezza? E sarà vero che la via che intendo seguire accanto a mio fratello metterà a rischio tutti coloro per cui provo affetto?

Non lo so, e non mi interessa. Forse non mi interesserà nemmeno dopo. Perché forse ne vale la pena. Adesso riesco a osservare contemporaneamente entrambi gli alberi, Uomo dagli Occhi Azzurri. E vedo sia ciò che di tremendo mi è accaduto, le umiliazioni che ho subito e le pugnalate al cuore che mi sono state inflitte, sia i giorni felici, gli abbracci, le carezze, le risate. E sono sufficientemente lucida per comprendere che è pur vero che aver provato gioia rende più insopportabile la sofferenza… ma è vero anche il contrario, dopotutto.

Ma forse non si torna più indietro… forse non si guarisce mai da certe ferite… forse ad un certo punto si disimpara ad apprezzare il sole che sorge, si inaridisce, e rimane spazio solo per l’odio…
Non lo so. Probabilmente non ha importanza. L’unica cosa che so è che non rinuncerò mai e poi mai a me stessa. Nemmeno tutta la Piaga di Orione scatenata contro di me potrebbe mai estinguere il calore che mi dà stringere le mani di mio fratello, abbracciare con tutta me stessa Alehandro, scompigliare i capelli di Dahal, pizzicare le guance di Felix o la semplice consapevolezza che ciò che faccio serve anche per difendere ognuno di loro.

Alheandro forse direbbe che una storia è una bella storia se trova la sua conclusione. E va bene. Non ho chiesto io di esser coinvolta in nessuna di queste storie, ma sarò io a scrivere la parola fine. E da questo momento in poi sarò io e solo io a decidere se iniziarne una nuova, e a pensare a come scriverla."

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Commenti

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9 comments

  1. Mela è troppo orgogliosa anche per Nigredo stesso!

    “Ora segui solo me!”
    “Col cazzo! Vado dove mi pare!”
    “…”
    “…”
    “Brava, questo è lo spirito giusto.”

  2. Che malinconia mamma.
    Mi immagino Mela camminare da sola, i piedi che alzano la polvere… e a farle compagnia ci sono solo i suoi pensieri.

  3. Mela non è mai sola… a seguirla ci sono sempre:
    1- le voci
    2- quei simpaticoni del Sole Nero (con little D che richiede il cambio del suo demoniaco pannolino)
    3- la Regina in cerca di consigli
    4- Alehandro che mugugna (“questa quanto cxxxo cammina, tutte le volte…”)

  4. Eli: che non sono mai pochi… 🙂

    Noctulio: Little D ormai è grande, i pannolini se li fa cambiare da Aldegar! E Mela adegua i suoi passi a quelli pressoché infiniti di Alehandro… vedi qualche post fa…

  5. Anche a questo giro sei riuscita a farmi emozionare… mi fa una tenerezza Mela… mi nasce un sentimento di amore / odio nei confronti di K……

  6. In effetti anche io non so bene se adoro Kaessandria o se la odio profondamente… ma dinanzi a una mente del genere c’è solo da togliersi il cappello, come si dice, nel bene e nel male… 😀

  7. Cito il commento di Myra “Allora qualcosa di Mela è rimasto :)”, si credo che il confronto con Nihal l’abbia riportata in carreggiata per reazione :DDD.

    Fantastico Elisa, quasi quasi finisco la mia ‘versione’ del viaggio a Mordian e la posto :P.

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