La Luna di Kaynus Yano ha portato entro le lande athariane una nuova ondata di morte, causata nientemeno che dallo scoppio di un’epidemia di Morgigh presso il feudo di Kabal: tale accadimento sembra esser stato causato, presumibilmente, dell’avvento in loco del temuto “foriero del morbo”.

Entrambe la fazioni religiose del Leone Dorato hanno paventato possibili risoluzioni per contenere il problema e mentre l’Ecclesiarchia politeista proponeva di affidarsi ai miracoli concessi dai numi astrali (per mezzo di un rito condotto dal sire di Kabal nonchè Diacono, Sir Ibraheem Hassan), i cultisi di Hor-Yama avanzavano la possibilità di riportare in vita la celebre jinn Madeeha Bahira Ibn Rabat, leggendaria discepola del Magister Corbulo, e per mezzo delle sue conoscenze, trovare un rimedio acconcio.

Da un lato, tuttavia, il rito politeista è stato mandato in fumo e così il miracolo di Elios che poteva essere sfruttato non ha visto mai la luce, a causa sia della presenza di parassiti nelle foglie di Esperides impiegate nel corso della cerimonia che dei numerosi assalti Sotom, guidati dalla Niger Magistra Kebeka, volti a far fallire tale tentativo.

Dall’altro anche le ricerche perpetrate dai gregari monoteisti presso l’antico altare di Kabal non hanno conseguito alcun risultato immediato ed anche in questo caso lo zampino dei Sotom ha lasciato il segno: gli accoliti di Kebeka, infatti, sono riusciti a rubare la fiala del “principio” presente nell’athanor del laboratorio, mescolando le carte in tavola e rallentando eventuali progressi...