La bieca masnada della “Lama del Tifone” ha smosso presso Shemes gran parte delle migliori risorse belliche dell'Orifiamma, inducendo buona parte delle corti dei Ducati del Sud a giungere in soccorso delle schiere del Leone Dorato: tale delegazione, guidata dal Signore locale, il mite Sir Yussuf, ha alfine avuto ragione dei riottosi sothom presenti, riuscendo ad ottenere il pieno possesso e l'annichilimento della fiamma immonda ivi presente.

La contrada si è vista inoltre testimone di un altro oscuro prodigio: sembra infatti che nell'assolata Shemes fosse in opera un singolare rituale, in grado di attrarre cittadini athariani fin da zone molto lontane. Questi, epurati da una mistica ed oscura essenza (che alcuni dotti hanno ricondotto ad una sorta di personificazione del pernicioso morghigh stesso), ivi dunque si raccoglievano senza apparente cognizione: il rituale poi, per mezzo di un idolo blasfemo, sembrava in grado di convogliare tale essenza su di un individuo non meglio identificato ma verosimilmente lontano da Shemes. Infatti, analizzando tale idolo, un'enigmatica visione conduceva entro terre lontane, per poi giungere infine ad una sagoma indefinibile di una figura non troppo possente e dalla fulva chioma...

I primi timidi raggi del sole mattutino dardeggiavano sulle spesse mure di Lencoe quando le vigili sentinelle avvistarono la macchia rossiccia che serpeggiava tra le verdi querce della vicina selva. La sagoma indistinta saettò attraverso le fronde, scorrendo rapida come un rivolo di sangue... di lì a poco gli alfieri a cavallo sbucarono dalla vegetazione e ben presto fu visibile a tutti l'emblema della Torre cucito sui vessilli scarlatti che garrivano al vento.

Le pesanti porte di rovere si spalancarono e il drappello attraversò al trotto il viale che menava al maniero dell'Orsa. La maggior parte dei cavalieri dell'avanguardia vestiva pesanti panoplie d'arme e sulle aste degli stendardi spiccavano coppie di serpi di bronzo le cui sinuose spire erano intrecciate tra loro... a chiudere il plotone vi erano invece imponenti guerrieri con le ampie spalle coperte da mantelli vermigli su cui stava ricamata l'effigie d'un fiore cinto da tralci di spine.


Nel momento in cui la compagine si arrestò i ranghi si aprirono e il cavaliere che viaggiava al centro si fece avanti. L'uomo smontò dal robusto palafreno e quindi liberò dalle cinghie una borsa di spesso cuoio su cui era ribadito il medesimo stemma delle serpi per poi avviarsi verso il palazzo seguito da sette dei propri compagni... solo in quel momento le possenti guardie poste alle porte colsero l'algido sguardo di una singola iride azzurra.


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Entro il fiero Ducato dell'Orsa va diffondendosi la notizia del recente avvento del Sire di Thersa, ufficialmente giunto presso Gardan allo scopo di prestar ausilio a Lady Logan e al ricomparso Frenin Erik del prode Clan Mac Dussel.

Nelle contrade dell'Orifiamma pochi guaritori sono stimati al pari di Lord Kaspar e innanzi agli infausti pareri di molti eminenti cerusici e devoti sacerdoti, questa visita sembra rinfocolar la speranza di poter porre rimedio alle precarie condizioni dei reggenti dell'Orsa... una speranza che al momento brilla assai tenue come braci smorzate nel buio del vespro.

Nel corso dei primi di della Luna di Elthrai, la delegazione del Leone ha rinvenuto, all’interno della boscaglia di Herem, un vecchio covo che si presume fosse stato allestito dai seguaci della famigerata Untrice: da quanto rinvenuto, sembra infatti che costoro si nascosero entro Gardan durante la grande pestilenza scoppiata ad Athar nell’anno 19 E.R..

In tale luogo è stato reperito dunque uno strano lascito, costituito per lo più da uno strano ago avvelenatoi dalla indecifrabile capacità...

Gli sforzi della delegazione athariana pervenuta, freddamente divisa in due gruppi per cagioni di fede e lealtà, hanno prodotto altresì amare conseguenze: i gregari del Leone, troppo concentrati secondo le malelingue al solo privato interesse, hanno disatteso così alla chiamata d'arme della reggenza gardanita la quale, per tutta risposta, non ha ritenuto opportuno indennizzarli per l'ausilio fornito presso Herem...

Dalle contrade del Ducato della Torre echeggia l’eclatante notizia della caduta del celebre Cardinale Abraham Düran nelle grinfie della nefanda setta della “mano nera”. Il rapimento è avvenuto sette dì addietro in uno dei floridi borghi rurali che cingono la vasta cittadina di Schlagenturm mentre l’alto prelato si trovava raccolto in preghiera entro un’antica cappella consacrata al Nobilis Aster.

L’ordine templare della Rosa Insanguinata e l’uffizio inquisitorio della Rosa Damoclis hanno quindi intrapreso una scrupolosa indagine agendo di concerto con la milizia feudale. A seguito delle perlustrazioni condotte presso la cappella e della cernita di testimonianze condotta in loco è alfine emerso un quadro alquanto inquietante della vicenda... gli assalitori si sarebbero introdotti oltre il sagrato della chiesa sfruttando mezzi mistici per poi massacrare il seguito del Cardinale formato da non meno di dodici devoti maestri e novizi della Rosa Insanguinata. L’esame del luogo del delitto tuttavia svela che le guardie del chierico non hanno ingaggiato battaglia con i rapitori ma bensì sono state tutte folgorate da una micidiale scarica soprannaturale che le ha ridotte a mucchi fumanti di ferro, ossa e carne strinata. Una squadra di braccianti di ritorno dai campi ha visto un gruppo di uomini coperti da cappe grige trascinare via Lord Abraham sulla scalinata della cappella per poi svanir all’improvviso in una nube sulfurea ; il ritrovamente di un messaggio accanto all’altare ove il Cardinale stava recitando le sue preci ha poi dato la conferma definitiva sull’identità degli assalitori:

 

Presto la carne del Devoto si tingerà del medesimo colore delle sue vesti e la Mano Nera farà di lui gradita offerta ai Veri Numi che reggono le sorti dell’Orifiamma.

 

Questo fatto, unito all’oggettiva assenza di una pista tangibile per rintracciar l’alto prelato, desta grande scalpore nell’Ecclesiarchia della Torre e di conseguenza in ogni comunità religiosa dei Ducati. Il rapimento di Lord Abraham si unisce agli efferati omicidi del Diacono Leupold Veberk e del Priore Archibald Pappenheim, entrambi periti in occasione dello scorso Regio Conclave, infliggendo al clero thersiano un’altra dolorosa perdita.

Lady Wilhelmina Schwarzrose, Gran Maestro dei templari della Torre, ha ricevuto dall’Oberstführer Kaspar Von Hassel l’avvallo a presiedere l’ardua cerca volta a recuperare il Cardinale e anche se il crudele messaggio lasciato dai seguaci della Mano Nera lascia ben poco spazio alla speranza, l’incrollabile fede di Thersa non pare vacillare innanzi all’accaduto.

La delegazione della Torre ha cooperato presso Herem con il Giudice della Rosa Damoclis Lazarius Columnear onde far luce su un torbido traffico di manufatti stregati presso la medesima contrada.

L’inchiesta ha portato a scoprire un marchingegno nascosto all’interno di un vecchio altare (noto ben prima di questi accadimenti con il nome Ara della Pace) e in grado di assorbire l’ira degli uomini sottoforma di un liquido stregato.

Tali indagini hanno condotto alfine all'arresto della nobile Thane locale, Lady Saraha Dunn Kerr, rea confessa, complice degli ignoti artefici della manomissione del macchinario installato presso l'altare: solleva molti dubbi la scelta di padre Lazarius non presiedere al giudizio della donna, considerato il suo coinvolgimento nelle indagini...

Nonostante la sagace vittoria conseguita tuttavia, i gregari della Torre Scarlatta hanno dovuto piangere amare lacrime per i compagni caduti presso Herem: a causa delle numerose incursioni dei berserker in loco alcuni cortigiani thersiani hanno infatti vissuto nella valle le loro ultime fatidiche ore, assieme ad altri prodi figli dell'Orsa, giunti in risposta della chiamata d'arme di Sua Grazia.