Anno LXVII – Quello che sappiamo…. IL PASSATO


 

IL PASSATO…

 

“C’era una volta una schiera di Dei. Numi partoriti dagli astri sempiterni o dalla piaga più tenebrosa che si erano contesi le sorti del Cosmo lacerato… senza mai riuscir nell’intento di crear alcunché. Fu così che s’accostarono alle forge della Vita come novelli artefici scevri d’esperienza e i primi frutti dell’opera loro dettero chiara dimostrazione di ciò. I Primi Figli si levarono dal fango dei primordi quali abomini informi e incompiuti… troppo imperfetti per rispecchiar l’impeccabile ego dei Numi. Allora i novelli artefici relegarono i Primi Figli nel vuoto della Cloaca, sigillandone i cancelli al centro del mirabile Eden.

La seconda genesi incontrò invece i favori dei Numi e da essa ebbero origini le molteplici stirpi destinate a popolare le lande vergini di Whanel. I floridi giardini dell’Eden rimasero celati ai vertici del mondo e a custodirne il segreto, in virtù di un singolare sodalizio, furono posti due guardiani vincolati ad alterne fazioni… un pio Angelo massimamente devoto al proprio dogma e un subdolo Demonio dal cuore ricolmo di cupidigia. Al pari dei Numi, i due guardiani conoscevano ben poco del reame appena sorto e persino il loro spirito immortale era nudo quale mollusco senza guscio, innanzi al dedalo delle brame e passioni terrene. Uno degli Dei, la figlia primogenita del Sole radioso, discese un dì nell’Eden. Nel suo animo soltanto albergava cordoglio per l’infame destino patito dai Primi Figli ed ella a ogni costo voleva prodigarsi per il loro esodo… la sua seduzione fece breccia nell’altero Angelo e nel nefando Demonio, seminando zizzania tra i due e inducendoli a ceder la chiave della Cloaca. La figlia del Sole violò il cancello che non doveva mai esser aperto e prima che l’ira dei Numi s’abbattesse sull’Eden, uno dei rifiuti della genesi ottenne la libertà. La divina fanciulla si privò del suo soffio divino onde sostener il Fuggiasco e questo andò incontro al suo fato. Quando il vigile sguardo del Sole si posò sulla Cloaca, egli sottrasse all’Eden il suo calore e subito tutto si mutò in sterile ghiaccio, serrando ancor una volta la prigione dei Primi Figli. Gli inetti guardiani furono quindi banditi e maledetti per il resto dei secoli… l’Angelo costretto a perpetrar ogni suo gesto benevolo solo al prezzo d’infligger atroci mali e il Demonio obbligato a compier atti pietosi a corredo delle sue scelleratezze.

L’esilio recò l’Angelo nelle future lande del Lupo e lì egli mutò una di quelle bestie nel temuto Mastino Ancestrale, onde farne lo strumento della sua vendetta. Il Mastino fu aizzato contro il Fuggiasco che, per ironia della sorte, aveva trovato rifugio in quella stessa isola laddove i Numi avevano concepito il piano della creazione. La bestia fece a pezzi la sua preda ma, giacché questa non era stata ammessa tra le razze mortali, la sua esistenza non poteva in alcun modo esser spezzata.

I tre frammenti del Fuggiasco si dispersero dunque nelle contrade di Caponord. La Mente approdò sulle coste di Erigas, laddove irretì un ignaro uomo per poi ascender al potere in veste del tiranno, altresì noto quale Dominador. Il despota sottomise i figli del pueblo con la schiavitù della ragione e nel suo folle disegno prese a edificar una torre così alta da menarlo sino alla pallida luna… ove egli riteneva giacesse la figlia del Sole che gli aveva donato la libertà. In un dì di leggenda, sei valorosi si levarono contro il Dominador, rovesciandone la tirannia e occultandone il capo mozzato in uno scrigno. Col passare delle ere l’ombra del passato si levò tuttavia da quel ricettacolo, ergendosi in foggia di Pelagra: il fosco semidio degli abissi.

Il Cuore fu ingerito dal Mastino Ancestrale, tramutandolo nell’abominevole Zve’r, e facendone una calamità senza pari. La bestia cadde infine per mano del Grande Cacciatore Volka’r, capostipite di Khartas, e i resti della sua carcassa furono deposti nelle sacre dimore chiamate Zverinet. Il tenebroso istinto di Zve’r non si era altresì dissipato e le sue membra dilaniate poterono pascersi dei trofei e delle offerte di sangue che benedicevano gli Zverinet.

Il Midollo giunse invece nell’opulenta Valdemar, laddove allora regnava il verme draconico chiamato Pentarca. Sul terzo frammento del Fuggiasco cadde il più fitto mistero e di esso fu sepolta ogni traccia nella sabbia dei secoli. “