Asako Mikoshi, una misteriosa viaggiatrice giunta presso l'Eremo dell'Alfiere, è stata protagonista di incredibili colpi di scena legati alla questione dei cosiddetti “automi”: le sue rivelazioni infatti hanno portato alla luce non solo l'esistenza di esseri umani dotati di corpi meccanici ma anche di un loro prossimo raduno che, negli ultimi dì prima del crollo del Vicario Nero, si è rivelato essere nientemeno che lo stesso Eremo.

Ivi, infatti, venivano attirati dall'ennesimo serbatoio di occulto fluido presente, il quale permetteva l'ingresso in una sala sigillata al cui interno perfino lo stesso Cardinale Abraham Duran era stato a suo dire indotto con la forza.

Le rivelazioni di Asako hanno permesso di individuare una nuova riserva di fluido, grazie al quale sarebbe stato possibile ridurre il potere del serbatoio ed accedere alla sala sigillata: tale riserva è stata individuata all'interno dei corpi di ignari cittadini dell'Orifiamma, letteralmente basiti, a quanto pare, da si tanto incredibili risvolti. I nomi di costoro sono rimasti avvolti nell'anonimato anche se pare, tale cospirazione, affondare le sue radici sin nelle più alte sfere delle corti dei Ducati del Sud.

Il salvataggio dell'Alto prelato thersiano, tuttavia, si è rivelato tutt'altro che desiderato e penetrando nella sala dischiusa le corti riunite, guidate dalla Gran Matriarca Wilhelmina Scwarzrose, hanno assistito all'ennesimo tradimento a loro danno: Abraham Duran si è rivelato essere un automa a sua volta, ed è stato subito chiaro come la sua alacre opera fosse tutt'altro che devota al futuro dell'Orifiamma quanto piuttosto alla setta di cui ormai sempre più si diffonde il nome, il cosiddetto Dogma.

Prima che i probi figli delle corti riunite lo conducessero ad invero ben troppo clemente fine, l'ex cardinale si è lanciato in assurde preci nei confronti di un essere superiore, da lui chiamato “Sommo Arbitro”, che, secondo i suoi vaneggiamenti, giungerà a portare giustizia nelle lande dell'Orifiamma.

Per quel che riguarda gli automi riunitisi presso l'Eremo dell'Alfiere, nonché la stessa Asako Mikoshi, il loro destino sembra tutt'altro che compiuto: se da una parte sua grazia l'Öberstführer Kaspar Von Hassel ha disposto che essi fossero riuniti presso la capitale thersiana di Hockturm e trattati col rispetto che si deve a tutti gli uomini viventi, dall'altro c'è chi già teme nuove e veementi proteste da parte delle più intransigenti istituzioni di fede, in particolare la Rosa Damoclis, data la natura di tali “abomini” che viola, con la sua mera esistenza, le leggi finora conosciute del Creato.

Unica nota priva di ombre sulla questione, la distruzione dell'automa più conosciuto fino ad oggi, l'enigmatico “Cercatore”: l'essere, dopo aver dichiarato “l'esaurirsi del suo compito”, ha ingaggiato un violento scontro con i presenti e grazie a quella che è stata definita una strenua battaglia, in cui non si sono risparmiati assalti da ambo le parti, ha lasciato le terre mortali con un fragrante scoppio. I resti dell'abominio sono stati raccolti dalle corti ivi presenti ed il loro fato sarà oggetto di studio nelle lune a venire.

Una si combattuta vittoria tuttavia non è in grado di eclissare gli incredibili risvolti legati alla questione dei cosiddetti “automi” e lo scompiglio da essi portato nell'alta corte della Torre Scarlatta: al tradimento del Vicario Nero si affianca, seppur con intenti separati e distinti, quello di un altro eminente membro dell'Ecclesiarchia thersiana ed un nuovo intervento della Rosa Damoclis, il cui alacre impegno ha dato il via alla cosiddetta “Purga delle Rose”, sembra ormai inevitabile.

Durante la luna di Sirio dell'anno XXVII la proba corte thersiana, affiancata da numerosi membri delle altre leali delegazioni dell'Orifiamma, ha profuso buona parte delle sue energie nella riconquista del celeberrimo Eremo dell'Alfiere, sconfiggendo il traditore che ivi aveva preso dimora, il tetro Vicario Nero Ismael Schwarzrose.

Costui, affiancato da un gruppo di fanatici suoi devoti, i membri della setta della “Mano Nera”, ha cercato con ogni mezzo di preservare la sua conquista, sfruttando a più riprese i nobili sentimenti che guidavano le delegazioni: a nulla tuttavia è valso il suo bieco impegno, poiché il fine ultimo del Vicario, riportare sulle lande mortali il primo sovrano infernale Semenmon, si è risolto con un nulla di fatto.

Infatti, impedendo lo sfruttamento di quella che è stata identificata come una “vittima designata” e sfruttando l'occulto potere della famosa “Icona del Fato”, né Ismael né tanto meno i suoi corrotti signori, il Magus dell'Occhio Akhrat e il Magus della Mano Bertrand Glock, sono riusciti a portare a termine tale esecrabile immonda evocazione.

Questi ultimi, per contro, hanno deciso di liberarsi del Vicario Nero con le loro stesse mani, reo, a loro dire, delle imperdonabili mancanze che hanno condotto al fallimento del rito.

 

Nell'assolato feudo di Shemes le corti dell'Orifiamma si sono ritrovate nuovamente coinvolte in un nuovo capitolo di quella che sembra una vera e propria corruzione delle potenze della Natura: in modo del tutto analogo a quanto avvenuto alcune lune or sono presso Herem (rif. sessione di Aprile 2013), dietro la “Fiamma Immonda” scoperta entro le lande del Leone Dorato è stato possibile rinvenire uno spirito maligno, come ipotizzato dall'alta reggenza dell'Orsa Bianca.

Lo zelo e l'impegno profuso dalle corti dell'Orifiamma riunite ha dunque permesso ai presenti di aver ragione di tale spirito, donando forma corporea all'abominio, ed epurare dunque la fiamma immonda dal suo malefico influsso.

 Giunge ad un contorto epilogo la vicenda legata alla matriarca thersiana scomparsa da più di quattro lune, lady Judith Schwarzrose, rinvenuta alfine presso Shemes.

La donna, in base a quanto divulgato, sembra esser stata coinvolta in un ingegnoso complotto da parte dei membri della setta della “Lama del Tifone”: questi infatti hanno saputo sfruttare le doti sacerdotali della lady a proprio vantaggio, coinvolgendola in un rito che solo all'apparenza poteva dar adito ad inneggiare a miracoli prodigiosi. Infatti, se costei da un lato si dimostrava in grado di poter sanare effettivamente le piaghe mortali, dall'altro i sothom della “Lama del Tifone” hanno saputo sfruttare il di lei rituale per rendere micidiale la loro potenza offensiva, mediante, si ritiene, le armi appartenute ai loro congiunti periti presso la stessa Shemes circa nove anni or sono.

L'indagine svolta in prima istanza da Sentinelle Arcane ed Inquisizione (i cui rappresentanti a più riprese si sono resi protagonisti di scontri verbali a dir poco infuocati) non ha tuttavia chiarito in maniera inequivocabile il ruolo svolto da lady Judith e, dopo l'ennesima diatriba tra le parti, sir Yussuf stesso, il signore di Shemes, si è risolto ad affidare la donna al giudizio delle Sentinelle Arcane, con grande rammarico della corte thersiana nonché del messo dell'Inquisizione ivi presente...

A guadagnarsi un posto in prima fila presso il cuore del giudizio delle Sentenille Arcane si segnala tale mastro Sion, individuo dal passato turbolento che, grazie ad un comportamento ben più che fuori dalle righe nel corso della faida presso Shemes, ha indotto il sire locale ad un indagine d'urgenza sulla sua persona proprio presso la Mano del Cacciatore...

La presenza di alcuni individui devoti all'ormai ex Gran Kal'Esir entro il feudo di Shemes ha indotto i vicini del mite Sir Yussuf a richiedere immediata estradizione dei fuggiaschi pervenuti: alla guida di tale richiesta, la Badessa del Nobilis Aster, lady Nasser.

Tale ferma posizione ha indotto il sire di Shemes ad offrire entro la sua terra sicuro riparo a color il cui destino ancora oggi oscilla tra la forca e la beatificazione: ciò ha indotto lady Nasser ad un duro ammonimento e per tutta risposta sir Yussuf si è dichiarato disponibile non solo a proteggere i fuggiaschi ivi presenti (Dama Shereen, la Madre del Sigillo, lo Shaik dell'Unico Dio Nadir e il neo-cavaliere nominato dal Sire locale, Sir Vael) ma anche tutti i monoteisti che in qualche modo si sentissero in necessità di asilo.

Ciò che ne è scaturito è stato un vero e proprio esodo che ha indotto un gran numero di monoteisti a raggiungere il feudo di Shemes: lo stesso Califfo Kenzo ha guardato con viva soddisfazione la nascita di quella che ha definito la “Terra promessa”.

Per tutta risposta, le alte sfere della milizia athariana, dietro ordine diretto di sua Grazia il Rais, stanno organizzando un contingente armato presso i confini esterni di Shemes: ciò che appare dunque evidente è che in un modo o nell'altro questa spinosa vicenda stia volgendo a grandi passi verso un esito ancora del tutto indecifrabile...