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3.2._il_crepuscolo

Il Crepuscolo

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Origini

“Col ferro, senza pietà.”

(motto della Masnada)

Gli ultimi sanguinosi mesi che portarono alla caduta dell’Impero e alla nascita del Regno Eterno sono passati alla storia come il celeberrimo “Anno del Nulla”. La Masnada del Crepuscolo nasce per l’appunto da un gruppo di veterani, provenienti dalle Piane,i quali hanno preso parte al culmine di quest’aspro conflitto.

Tali veterani superstiti delle Piane, che formano il nucleo originale della Masnada, hanno stipulato tra loro una sorta di “voto d’arme e di sangue”, che li vincola a combattere al fianco dell’Alfiere finché non avranno ucciso un certo numero di accoliti imperiali. In particolare tale numero dovrà esser pari ai congiunti o compagni periti per mano dell’Impero e ciascuno potrà tenerne conto con vari metodi quali segni tatuati sulla pelle, punti rossi cuciti sulla veste oppure tacche incise su arma o usbergo.

Molti di questi militi, troppo squinternati per esser ammessi nei ranghi regolari della Regia Armata, hanno prestato servizio presso i remoti avamposti dell’Ovestvallo. Tra costoro spicca l’attuale Alfiere, Ottavia, congedata assieme alla devota cerusica da campo Cristilde e indotta dalla sua ossessione a marciar verso il periglioso orizzonte della Scacchiera per proseguire la sua battaglia.

Uno dei primi incarichi ricevuti dai veterani presso l’Ovestvallo fu quello di recuperare i molti reduci dispersi nel corso della lotta contro l’Impero. Durante l’Anno del Nulla e nelle fasi precedenti della ribellione, molte schiere d’insorti furono difatti costrette a riparare in zone remote o a trincerarsi in rifugi isolati, tagliate fuori da ogni comunicazione, talvolta persino senza ricever notizia del termine del conflitto. In seguito molti di questi reduci, una volta riportati in salvo, furono ritenuti del tutto irrecuperabili e internati nei manicomi del Meridione, mentre quelli che ancora serbavano qualche brandello di ragione furono affidati a condottieri “poco ortodossi” come Ottavia.

Le psicosi dei reduci

“Dunque molteplici sono le afflizioni che tormentano i reduci della nostra Masnada, dato che gli orrori e la violenza della guerra lasciano sempre piaghe, e invero le più difficili da trattare sono quelle dell’animo. In questo libello voglio dunque riassumer le tare che più frequentemente ritrovo nei miei compagni.

Si parli in primis della Fobia le cui vittime sono colte da ineffabile paura quando messe sotto pressione e in particolare in situazioni di grave periglio. Costoro rischiano di romper i ranghi e fuggire di fronte al nemico, anche solo per pochi istanti, prima di recuperare il controllo. Istanti che possono altresì divenir fatali per loro e i loro compari.

Vengano poscia le Allucinazioni, ombre funeste che privano l’uomo del senso della realtà. Quando giacciono in balia d’esse, i reduci sovente credono d’esser nel pieno d’una mischia contro Falcon e non sono più in grado di distinguere gli amici dai nemici.

Non meno perniciosa è la Piaga Fantasma, tormento di chi ha subìto mutilazioni o parimenti tremende ferite. Anche se guariti con la magia, costoro serbano in qualche modo nella loro mente il dolore di quegli attimi, e si ritrovano a riviverlo ogni volta con la medesima intensità.

L’uomo precipita nel contorto dedalo della Nevrosi, quando l’ansia e il ricordo dei traumi passati si mischiano assieme. Chi è travolto da un fiume sì impetuoso si ritrova nell’incapacità di agire, rimanendo paralizzato di fronte al pericolo.

Trattiamo alfine dell’Assenza, la quale accorda alla fragile mente di venir meno nel momento in cui orrori o angosce impongono un fardello troppo opprimente. Così avviene che quanti sono affetti da siffatta tara tendano a smarrir i sensi all’apice della tensione.

Innanzi al palese strazio dei reduci, auspico che assieme a Ottavia riusciremo a trovare un rimedio per risolvere tali afflizioni. Forse nella Scacchiera c’è un modo, come afferma l’Altomastro di Ramana.”


Scopi e Assetto

“Si vis pacem, para bellum!”

Trad. “Se vuoi la pace, preparati alla guerra!”

(grido di guerra)

Oltre a combattere al soldo degli Altomastri per procurarsi le risorse per comprare viveri e armi, i membri del Crespucolo, ognuno per i suoi motivi personali, per vendetta o per feroce desiderio di giustizia, hanno lo scopo primario di cancellare gli ultimi accoliti di Falcon dalla faccia di Whanel. Non a caso l’Alfiere è venuto recentemente a conoscenza che nella Scacchiera si celano pericolosi criminali imperiali: primo fra tutti quello dal fosco soprannome di Immacolato. Si dice che costui sia stato uno dei più fidati consiglieri dei Quattro e fautore della violenta campagna di coscrizione nelle Piane. Non a caso la sorte di chi è finito tra le sue grinfie sembra sia stata di gran lunga peggiore della morte. Ottavia ne è quasi ossessionata, mettendo la sua feroce caccia davanti a tutto il resto, e i suoi seguaci più fedeli sospettano che in qualche modo lo conosca di persona, o che costui sia comunque legato al triste passato dell’Alfiere.

D’altra parte, un altro degli obiettivi primari del Crepuscolo, propugnato dal suo Cadetto, è quello di cercare una cura per guarire le afflizioni dei loro reduci.

All’interno del Crepuscolo i membri dell’Élite possono ricoprire i seguenti ruoli:

Sergenti: Uomini d’arme scelti dall’Alfiere per comandare le singole compagnie della Masnada, in caso sia necessario dividersi per ottemperare a una missione.

Musico: Chi suona la tromba, il tamburo o qualsivoglia strumento atto a trasmettere gli ordini sul campo di battaglia nonché incitare la truppa.

Chirurgo (volgarmente detto dai più “Segaossa”): Medico di campo.

Sculdascio: Il giudice delegato dell’Alfiere, che interviene nel caso in cui sia invocato il diritto di "disputa". Incaricato inoltre di vigilare affinché i segreti della Masnada rimangano tali e di punire disertori o quanti si dimostrano indegni della fiducia dell’Alfiere.

Beccamorti: Chi si occupa di spogliare i cadaveri nei campi di battaglia al fine di rimpinguare arsenale e provvigioni della Masnada.

I membri della Masnada sono abituati a combattere in schiera e falange, come nella Regia Armata che hanno lasciato, e tanto il valore in prima linea in battaglia quanto la capacità di sopravvivere a qualunque avversità sono le qualità che sono più apprezzate dal suo Alfiere. Oltre ai guerrieri scelti, utilizzati nelle prime file per i combattimenti corpo a corpo, la Masnada accoglie scout, ricognitori e furieri incaricati di racimolare provvigioni, recuperare materie prime d’ogni sorta nonché di allestire bivacchi e accampamenti ben organizzati, che attirano chiunque voglia barattar quel poco che ha valore sulla Scacchiera. Inoltre chiunque abbia nozioni mediche è sempre ben accetto in seno alla Masnada, poiché gli indomiti combattenti del Crepuscolo difficilmente arretrano davanti a un nemico prima che esso sia sconfitto, e c’è sempre bisogno di cerusici di campo che leniscano le loro ferite.

Con le armature più o meno ammaccate, a volte procurate dai corpi dei nemici sconfitti, e con i vestiti spesso vistosi - farsetti dalle maniche a sbuffo, calzebraghe a righe gonfie e variopinte, cappe e tabarri – armati di spada, spadone, picca, alabarda o falcioni da guerra, una cosa è certa: i gregari del Crepuscolo non amano passare inosservati!

Nota in itinere: I costumi della Masnada s’ispirano al vestiario e all’Europa Centrale del 1500, con elementi tipici del Rinascimento italiano e tedesco (es. i Lanzichenecchi), ma non mancano elementi che ricordano le armature e la tradizione marziale del mondo antico greco-romano (es. il combattimento in falange).

Gli Eroi

Ottavia

“Para bellum!”

(Grido di battaglia dell’Alfiere)

Ottavia “e basta”, com’è solita farsi chiamare, fiera delle sue umili origini, proviene dai boschi delle Quietilande, ove ha trascorso gran parte della sua vita a far fascine in una famiglia di legnaioli. Negli ultimi anni del sanguinoso conflitto, conscio dell’incombente sconfitta e disposto a tutto pur di contrastare l’assalto finale dei ribelli, l’Imperò adottò la strategia della “terra bruciata”. Le truppe falconite fecero scempio di ogni risorsa civile nelle Piane come campi, mulini o pozzi. I Quattro emanarono quindi un solenne editto, ordinando che ogni uomo o donna abile alle armi residente nelle Piane fosse immediatamente inquadrato nelle loro armate, coscrivendo chiunque, inclusi anziani e fanciulli. Il borgo dell’Alfiere fu distrutto nel corso di tale scempio e la sua popolazione cadde vittima di una feroce rappresaglia. Non a caso gran parte dei giovani del villaggio non voleva diventare carne da cannone per l’Impero e si era dato alla macchia per evitare la coscrizione. Ottavia stessa aveva intrapreso questa via e, dopo aver vagato a lungo per i boschi come un animale braccato, sconvolta dal dolore, si unì ai ribelli per combattere nell’esercito di Kanzor. In seguito ella recò il fuoco del proprio rancore e della vendetta dapprima presso i fortilizi dell’Ovestvallo e infine nelle perigliose caselle della Scacchiera, muovendosi – hanno poeticamente dichiarato alcuni dei gregari che hanno militato sotto di lei – “come un ardente sole che viaggia verso Occidente prima di volgere al crepuscolo”, affermazione da cui è poi derivato nel corso del tempo il nome della sua Masnada. Tra i suoi vige infatti il detto: “noi siamo il Crepuscolo, e ai nemici portiamo la notte eterna”.

Ottavia è una combattente a dir poco indomita, armata di un pesante mazzafrusto, e non si ferma davanti a niente pur di ottenere i suoi obiettivi. Nonostante tutti le dicano che la guerra contro gli Imperiali è finita e che il nemico è vinto, lei non ci crede. Per quanto la riguarda, sono tutte sciocchezze, o addirittura un bieco complotto degli Imperiali: la sua guerra non avrà mai fine fin quando rimarrà un solo seguace di Falcon sulla faccia di Whanel.

Cristilde

“Para pacem!”

(Grido di battaglia del Cadetto)

Amica fidata e braccio destro di Ottavia nella Masnada è Cristilde. Le due si sono conosciute nell’Ovestvallo, dove Cristilde ha militato come cerusico di bastione. Esperta nelle scienze mediche, come chirurgo della Masnada è impegnata in quello che definisce “l’arduo compito di tenere in vita, se non in buona salute, il mio Alfiere e gli altri matti guerrafondai che la seguono”. Tale compito è vissuto come una sorta di amaro contrappasso: dopo aver strappato molte vite nelle battaglie della sua gioventù, di cui non parla quasi mai, e solo con amaro rimorso, adesso si ostina a salvarle, pur sapendo di ritardare soltanto il destino dei suoi compagni, poiché la Morte attende tutti. Con il suo carattere pacato e realista, a volte persino fatalista, controbilancia l’irruenza di Ottavia.

3.2._il_crepuscolo.txt · Ultima modifica: 2020/03/26 22:19 da admin