VIII – Dintorni dell’Iscuto. Il giorno dopo.

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Si preannunciava una notte davvero buia, nonostante tutto.
La luna era sorta rossa e sanguigna proprio dinanzi ai loro occhi, nemmeno un’ora prima. E Alehandro aveva acceso il fuoco presso il suo carrozzone, appena fuori dal castello, accogliendo con la migliore ospitalità alemarita chiunque avesse voluto scaldarsi a quel tepore insieme a lui.
Al momento (poiché Dahal era corso di gran carriera verso Falsim, forte della nuova, tangibile speranza di ritrovare la sua Esmeralda ancora viva) davanti a lui c’era un bizzarro sciamano appartenente della stirpe orchesca, con il quale si era invischiato in una divertente conversazione. Grishi, questo era il nome del suo ospite, aveva qualche difficoltà con la lingua, ma lo ascoltava con attenzione e ogni tanto gli regalava delle perle di autentica saggezza barbarica, che una mente aperta e anarchica come quella di Alehandro non poteva non apprezzare, o quanto meno trovar interessante.

In cuor suo, però, il bardo si chiedeva come facesse la sua amica Melisenda a conquistare l’affetto e il rispetto di persone così eterogenee fra loro. Soprattutto adesso che l’amabile, dolce e gentile creatura sempre svagata che aveva conosciuto era quasi completamente scomparsa.
In ogni caso, lo sciamano aveva asserito che la donna gli aveva salvato la vita, qualche luna addietro, e per questo la rispettava e intendeva proteggerla. Alehandro non sapeva se preoccuparsi o meno. Per lo sciamano, ovviamente.

Comunque sia lei ancora non si era fatta rivedere.
Dopo aver rimesso a posto le sue cose, se n’era andata dall’Iscuto regalando un ultimo, lungo e silenzioso abbraccio a Marek, ancora scosso per gli eventi di poche ore prima, e aveva seguito Alehandro fino al suo accampamento. Aveva dato una mano a preparare il bivacco, aveva detto qualcosa a proposito dell’euforia di Dahal e poi si era allontanata in silenzio, con l’evidente proposito di starsene un po’ da sola.
Alehandro non si era sentito di trattenerla, ma adesso era un po’ in ansia. Perché lui, ed era inevitabile, si era sempre preoccupato per lei, e non avrebbe mai smesso di farlo.
Così si alzò, scusandosi con il suo interlocutore, per andare a cercarla.

Non ci volle molto: la trovò poco più in là del carrozzone, seduta con le ginocchia strette al petto in un punto dove si vedeva bene la luna, ancora rossastra e scura.
Il bardo si avvicinò all’amica senza preoccuparsi di essere silenzioso. Le si sedette accanto e attese. Qualsiasi domanda sarebbe stata inutile, in quel momento.

Sapeva cosa stava pensando.
Non era rimasta all’Iscuto a pregare sulla tomba di William perché lei la sua tomba personale se la portava sempre dentro. Ce l’aveva talmente tanto in fondo al cuore che quelle quattro pietre poste a protezione delle spoglie mortali di William T’Sarran Rilynt’tar non le servivano a nulla. E oggi, dopo tutto ciò che era accaduto, il ricordo di ciò che era stato le stava sicuramente lacerando l’anima, tanto da non riuscir nemmeno ad esser felice perché ciò per il quale si era adoperata per tutti quei mesi fino a quasi rovinarsi al salute e perdere il sonno finalmente stava iniziando a funzionare.
Ma Alehandro non le stava accanto da troppo tempo. C’erano molte cose che sentiva di non riuscire ad afferrare. Per esempio, adesso…

– È l’assenza. Finalmente l’ho capito.
Il bardo rimase interdetto per qualche attimo. – L’assenza di cosa, Mela?
La veggente prese un lungo respiro prima di rispondere. Non era facile far prendere corpo a un’intuizione che le era costata così tante ore di tormentati pensieri.
– Ieri notte odiavo William. Sentivo di odiarlo con tutte le mie forze. Perché non c’era più. Perché mi aveva lasciata sola. Perché si era reso colpevole anche lui di quello che è stato il leit-motiv di tutta la mia esistenza… l’addio. O meglio, il non potersi dire addio.
Alehandro comprese immediatamente a cosa si riferisse. Kasumoto Sushimada, il padre di Melisenda, se n’era andato senza guardarsi indietro, lasciandola sola. Naima Tensh’Elijh aveva trovato la morte nel seguirlo, e anche lei non si era interessata agli occhi sbarrati della figlioletta che la guardavano correr via. Tutta la sua gente forse era stata sterminata, e per quel che ne sapeva lei era l’unica, inconsapevole sopravvissuta, chissà per quale strano scherzo del Destino. E, infine, William. William era morto e aveva deciso di rimanere fra le braccia del suo dio. Lasciando Melisenda sola ancora una volta.
– È l’assenza… è il vuoto che le persone che hai amato lasciano dietro di sé… è questo vuoto che va riempito, altrimenti non si può più vivere… ma io, fin dall’inizio, non ho fatto altro che riversarvi dentro rancore e rabbia… e mi è rimasto solo questo, in fondo all’anima… ogni cosa che vivo o che penso passa attraverso il filtro di quest’odio, e tutto ciò mi sta avvelenando tutti i miei ricordi, tutto l’amore che provavo per le persone che hanno lasciato una voragine incolmabile dietro di sé…
Melisenda sorrise con amarezza, voltandosi verso Alehandro. – Stavo per riservare a William lo stesso trattamento che ho riservato a mio padre, sai? Al mio William… Riesci ad immaginare fino a che punto si può perdere la ragione?

Alehandro rimase a fissarla per qualche istante. Non sapeva decidersi se quello fosse il momento giusto per parlare a sua volta, oppure se il libro che si dischiudeva innanzi a lui gli avrebbe concesso di leggere qualche altra pagina. Nello sguardo della sua amica colse una disperazione nuova. Si decise.

– Non hai perso la ragione, Mela. Non ancora, per lo meno…
Melisenda chinò la testa, socchiudendo gli occhi. Alehandro si spinse più in là.

– Tu vuoi ancora bene a Kasumoto, non è così?

Fu come se lei avesse atteso questa domanda da sempre. – Più di ogni altra cosa.
Trattenne il fiato per un attimo – È solo per questo – soggiunse – che lo odio così tanto, e che non riesco, non potrò mai perdonarlo.
– E vorresti poterlo fare?

La risposta risuonò secca e lugubre come un rintocco di campana.

– Sì.

Silenzio.

– Non chiedo altro. Da più di vent’anni.

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Commenti

commenti

6 comments

  1. In realtà è nero!!!!
    E’ il fottuto explorer che mi cambia le impostazioni come piace a lui!!!!
    Non so come risolvere…

    E grazie… :PPP

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