Breve storia di un povero bardo

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Mi chiamo, o meglio, mi hanno sempre chiamato Lypsak. A Hosfeld, il villaggio del Sud dove sono nato nell’anno 2998 dell’epoca dei Quattro Signori del Fato, vuol semplicemente dire topo nero.
Non biasimo chi mi ha appioppato queso nome: dopotutto, sono davvero nero.
Colui a cui devo imputare la mia nascita è un elfo scuro. La mia mamma, una bellissima fanciulla di nome Aliane, ha appena avuto il tempo di mettermi al mondo e implorare i miei nonni di non affogarmi in qualche barile pieno d’acqua sporca, e poi mi ha lasciato ad affrontare questo mondo da solo.
Dopo aver affrontato con umile sopportazione tutto ciò che mi veniva inflitto dagli abitanti del villaggio (e non potevo biasimarli, dopotutto, anche se io non c’entravo nulla… non avevo mica chiesto io di nascere mezzo drow…), ho scoperto che forse qualcuno (in particolare: la levatrice che aveva aiutato mia madre a farmi venire al mondo) non mi odiava per il semplice fatto che fossi sopravvissuto. Così sono scappato via, un po’ per smettere di dare un dolore ai miei nonni, un po’ per cercare la mia opportunità di vivere la mia vita come, forse, meritavo.

Nell’anno 26 del Regno Eterno, finalmente, ho avuto la mia occasione. Che cosa sia successo, lo racconterò, prima o poi. Dopotutto, raccontare storie è il mio mestiere. Posso solo dire che, nonostante io continui a considerarmi un senza radici né patria, ho trovato un porto dove riposarmi, di tanto in tanto. Ho trovato amici, amore, affetto, rispetto… tutte cose che non mi sarei mai aspettato potessero capitare a me, proprio a me…

C’è qualcosa di bello, in tutto questo. Dopo quell’incredibile anno fra il 26 e il 27, ho iniziato a pensare che tutto è possibile: basta aver la forza e la curiosità per arrivare fino in fondo.

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