Ciò che attende nell’oscurità

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Ogni Bastardo Eletto, Rispettato O No, Merita Elogi Rispettosi Doverosamente Annunciati….

Era ormai notte fonda quando il Conte fece ritorno tra le fredde ma accoglienti mura del suo castello assieme alla fidata guardia del corpo che  per tutto l’ incessante cammino dei due giorni che avevano seguito la fatidica data del concilio non aveva mai smesso di fare il proprio dovere, neppure quando i due, sul finire del primo giorno  si erano fermati lungo il sentiero per riposarsi ed il Conte, dopo qualche attimo di sosta era di nuovo scattato in piedi dicendo:

“Preferisco vagare in eterno nella Vacua Tenebra piuttosto che passar la notte a riposare in una landa in cui si trovano solo ipocriti, traditori e vigliacchi!”

Quel tono sprezzante e carico di sdegno costrinse cosi’ Angavar a rimettersi malvolentieri in marcia assieme al Conte.

I soldati di guardia aprirono il cancello ed i due viaggiatori entrarono senza indugi, l’uno spinto dal desiderio di trovare ristoro e l’altro da un’irrequietezza tale da  impedirgli di sentire la fatica e la fame a cui si era costretto pur di non rallentare il passo.

“Vossignoria, desiderate che vi porti del cibo o preferite andare a coricarvi?”

Furono le parole dello stremato Angavar.

“Non ho fame Angavar. E non sono stanco. Altri impegni richiedono la mia attenzione adesso. Impegni che non necessitano la tua presenza Angavar, quindi và pure a riposarti, ti assolvo dal tuo incarico….fino a domattina. E voi! Soldati! Sprangate il cancello e pattugliate l’esterno! Soprattutto il versante est! Non attendo visite e non ne tollererò fino a contrordine! Adesso al lavoro e guai a chi mi disturba!”

I soldati rimasero per un attimo interdetti dal tono minaccioso del Conte, si erano accorti che qualcosa non andava, ma non osarono chiedere  e si accinsero ad eseguire gli ordini impartiti. Angavar accennò un inchino col capo e si diresse anch’egli verso la sua stanza.Mentre il cortile dell’Iscuto si svuotava ed i pochi rimasti andavano a prendere posto sulle mura, il Conte avanzò lentamente verso il luogo in cui si sentiva atteso.Man mano che si avvicinava iniziò a rilassare le membra  ed il suo respiro rallentò. Si guardò attorno per controllare che non ci fossero occhi indiscreti rivolti verso la sua persona e quando ne fu infine certo, sfoderò la spada e, poggiando la punta per terra s’inginocchiò davanti all’ombra che, immobile e quasi invisibile, lo stava attendendo.

“Mi dispiace disturbarti,ma non potevo attendere oltre…. ho visto e fatto cose che meritano di essere raccontate il prima possibile. Da dove vuoi che cominci? Dalle stupide giustificazioni di Hakù che sembra fiero di aver riconsegnato a Nemor la sua corona? Dal fatto che quell’idiota del capitano Marek non ha potuto astenersi dal proteggere quel patetico vermiciattolo di Lucas anche se non sapeva niente di quello che mi ha fatto? Oppure proprio da quel verme di uno schifoso cagnolino arrogante senza valori che venderebbe sua madre pur di leccare la terra calpestata un mese prima da un qualsiasi nobile trelvenita? Anche il vecchio Nick s è accorto del rancore che nutro nei confronti di quel cane di Lucas…anche se, a quanto pare, neppure il Diavolo dei Mari ha capito che se dovessi sfogare il mio rancore su qualcuno, questi non sarebbe certo quell’ insignificante quanto sgradevole mercenario trelvenita, quanto piuttosto lo stesso Marek!!! é curioso sai? Quasi esclusivamente i miei nemici s’ interessano di quello che provo e sento dentro di me….Maliandar….Enkidor…..a proposito di Enkidor….sai la novità? pare che sia un titano nero! ….forse avrei preferito che fosse un arcidemone, ma in fondo non cambia molto. è pur sempre un avversario al di sopra delle mie capacità. Ahh, un’altra cosa…Lord Lefoy altri non era che Nazir! E la cosa peggiore è che io mi sono pentito di aver votato per Gosrad per quasi tutto il Concilio, mentre ascoltavo i propositi di Lord Lefoy….erano cosi’ simili ai miei! Ma che te lo dico a fare? Tanto tu lo sapevi gia! ….è inutile che ti racconti queste cose… Eppure sono convinto che c’è una cosa che non sapevi, altrimenti me l’avresti detta! Non potrei mai credere che me l’avresti nascosta intenzionalmente…OBERON E ALLISTER SONO VIVI! E hanno avuto il coraggio di ripresentarsi in pubblico dopo tutto il casino che hanno combinato! Se tu avessi visto come se ne stavano tranquilli a parlare di quello che secondo loro è stato un “ottimo piano per scoprire le mosse del Sole Nero”…me ne stavo seduto ad ascoltre quel traditore di Oberon che sproloquiava sulla necessità che qualcuno corresse qualunque rischio pur di ottenere quelle informazioni e intanto, ti giuro che stavo combattendo una guerra interna per tenere a freno il mio giusto furore. Alla fine non ce l’ho fatta a trattenermi completamente. Ero furioso, quel pazzo ha lasciato la sua Contea in mano a emissari del Sole Nero per mesi, permettendogli di fare i loro porci comodi, facendogli scatenare una delle piaghe promesse da Desmodar. Ha scatenato una guerra civile e per poco non si è giunti all’anarchia più assoluta. L’ho insultato, gli ho urlato contro, gli sono andato faccia a faccia cosi da poterlo guardare in quel suo unico occhio ufficialmente non ancora traviato dal germe della corruzione di Orione e non gli ho sentito far altro che sostenere che non rimpiangeva ciò che aveva fatto. Ha osato persino rinfacciare i miei errori, che sebbene siano stati gravi, non sono neppure lontanamente paragonabili ai suoi!!! Mentre parlava non riuscivo a togliermi dalla testa l’ immagine di me che saltavo sul tavolo a cui ero seduto e lo prendevo a calci in quella sua faccia soddisfatta  e irredenta. Non sai che sforzo abbia dovoto fare per trattenermi dall’ invocare il potere del demone Momoska per frantumargli quella mano arrivista e omicida! Ma per fortuna ho trattenuto la collera, non gli ho fornito un pretesto cosi’ eclatante da permettergli di liberarsi di me tanto facilmente….anche se di certo dubito che intratterremo mai più rapporti sociali di alcun genere dopo che ho espresso quello che penso di lui….avrei preferito che il suolo su cui è piovuto il mio sputo fosse stato invece il suo occhio sano, ma forse è andata meglio cosi’….uff…..la cosa più assurda e disgustosa allo stesso tempo è che la mia è stata la sola voce che si è opposta all’ “eroico” Oberon…..CHE SCHIFO!!! i loro sguardi…..gli sguardi dei presenti….alcuni increduli, altri fissi e accesi come mute condanne contro di me…..non ho udito un unica voce di supporto…nessuno che condividesse il mio giusto risentimento…..nè Marek, nè Sebastian…..nessuno…..che c’è? forse fa parte dell’ Honoris Munus imparare a dare la caccia ai nemici della giustizia tanto quanto accogliere a braccia aperte attentatori, traditori, assassini ed esseri immondi e maledetti solo perchè ci si presentano con delle buone offerte??? è stato cosi’ con Nemor…e poi con Liarl…..e adesso con Oberon….l’Ordine  insegna forse a far insediare i propri nemici nelle nostre retrovie cosicchè ce lo possano mettere in quel posto con più facilità quando decideranno di azzannarci alla gola una volta che avranno raggiunto i loro scopi??? Questa sembra essere la lezione che mi impartiscono i miei confratelli. Siamo uniti dalla stessa fede, ma siamo cosi’ diversi! Una volta pensavo che il Sacro Ordine dei Cavalieri della Rosa dei Venti avesse fatto  bene a respingere la mia richiesta di ammissione, anche se tutt’ora non ne comprendo il motivo…pensavo che avesse le sue buone ragioni per fare una cosa simile e per tanto tempo sono stato convinto di non essere degno di farne parte, ma ora che vedo l’ennesima insensatezza di coloro che, a differenza mia, sono stati considerati degni di tale onore, mi rendo conto che non sono io a non essere degno di diventare Cavaliere, ma SONO I CAVALIERI A NON ESSERE DEGNI DI AVERMI AL LORO FIANCO!!!! Eppure basterebbe cosi’ poco…sarebbe sufficiente che aprissero gli occhi per guardare quello che gli si para davanti e vedrebbero ciò che vedo io…la Giustizia prostrata innanzi agli interessi! Che vergogna….che pena….non hanno valori…non più almeno! O se li hanno ancora essi urlano inascoltati e riecheggiano nell’ immensità delle loro menti vuote….dimmelo ti prego…..dimmi che non sono l’unico che si domanda come abbiano fatto Oberon e Allister ad uscire vivi dal covo del Sole Nero….dimmi che non sono l’unico che si è preoccupato per la gente di Trelven che è morta inutilmente negli ultimi mesi….dimmi che non sono il solo che gratta sotto la superficie dell’apparenza che ci viene mostrata….dimmi che non sono il solo……”

La voce del Conte si affievoli’ fino a diventare un sussurro nel vento e l’ombra innanzi alla quale egli stava genuflesso, tremò per un lungo istante di silenzio assoluto. Ed il Conte riprese singhiozzando:

“Dimmi che non sono solo…..”

L’ombra iniziò allora ad agitarsi come mossa da una forza incontenibile mentre l’ uomo innanzi a lei veniva parimenti privato della sua.

D’un tratto l’ombra iniziò ad espandersi e ad allungarsi allontanandosi dalla figura del Conte che giaceva immobile accanto a lei con il volto rigato dalle lacrime ed infine scomparve nell’oscurità della notte.

Una voce calma chiese allora in tono gentile:

“Vossignoria….vi ho portato del latte e dello stufato, vi prego sfamatevi e andate a riposarvi.”

Il Conte si voltò di scatto e riconobbe il volto della sua guardia del corpo alla luce della lanterna che teneva in una mano e nell’altra un vassoio con ciò che gli era stato appena offerto.

“Angavar ti avevo detto che non volevo essere disturbato.”

“Perdonatemi Vossignoria…”

“Ti avevo detto di chiamarmi Raphael quando siamo soli.”

“Scusatemi Vossignoria…”

Il Conte non potè nascondere un sorriso.

“Vossignoria ho fatto preparare il vostro letto, non è il caso che dormiate qui al freddo.”

Il Conte si sollevò e fu infine raggiunto dalla stanchezza che aveva accumulato negli ultimi giorni.

“D’accordo Angavar.”

Disse rinfoderando la spada.

“Andiamo a mangiare Angavar e fammi compagnia sedendo al mio tavolo”

“Vi ringrazio per l’invito. Accetto con piacere l’onore che mi concedete”

I due uomini s’incamminarono verso il maschio del castello,ma durante il tragitto il Conte arrestò il passo e rivolgendosi al suo fidato guardaspalle:

“Aspetta un attimo…”

Il conte tornò sui suoi passi e una volta giunto innanzi al sepolcro dell’amico osservò nuovamente l’ombra dello stesso sul terreno del cortile, infine, poggiando le dita prima sulle proprie labbra e poi sulla nuda pietra disse:

“Buonanotte William… mio unico amico…”

E calò il silenzio.

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