Dell’Amore e di altri demoni

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“Il prossimo giro lo offre Marzio!” Gustav urlava così forte che nella bettola, per un attimo, calò un religioso silenzio.

“E sia” rispose il giovane divertito, mentre la folla presente riprendeva a far rumore, chiassosa e soddisfatta… Marzio avrebbe fatto di tutto pur di rendere la serata indimenticabile e se questo voleva dire dare fondo ai suoi risparmi, al diavolo ogni maledetta moneta! Dopotutto c’era Baol, lo avrebbe aiutato ancora, senza dubbio, qualora ne avesse avuto bisogno. E quando i bicchieri furono nuovamente riempiti “Alla Repubblica! Alla Repubblica!” gridarono tutti all’unisono, svuotando i boccali in un unico sorso.

“Io brindo a te…” disse ad alta voce Marzio, guardando Romelia dritta negli occhi: si fissarono a lungo e il ragazzo credette di scorgere un colorito ben più marcato del solito nelle guance di lei. Era riuscito dunque a farla arrossire? Sull’onda di quest’inattesa vittoria, senza distogliere lo sguardo, abbandonò il boccale, prese il viso di lei tra le mani e le disse d’un fiato “Sposami” deglutì e quindi ripeté ancora “Sposami! Sposami! Sposami!” sembrava impazzito e forse lo era sempre, ogni volta che si trovava con lei. Romelia sembrava interdetta e Marzio colse l’occasione per incalzarla “Ti chiederò di sposarmi ogni giorno della mia vita e prima o poi ti renderai conto che è quello di cui hai bisogno anche tu”. La donna prese infine le mani che le cingevano il volto e abbassandole cominciò a parlare “Marzio io… sono troppo vecchia per te…” La solita scusa… e quei stramaledetti sette anni nel Nido non avevano fatto altro che peggiorare le cose. Ma stavolta Romelia sembrava più dispiaciuta che sollevata per quella innegabile realtà e Marzio l’aveva capito.

“Sta bene” disse lui dopo un profondo respiro, per niente persuaso dalle parole della donna “magari domani sarai di altro avviso. O magari lo sarai il giorno dopo o quello dopo ancora” si fermò di nuovo “Io ti amo…” disse in modo che tutta la folla presente potesse sentirlo “ …e che il Vecchio Nick possa prendermi ora se domani io non dovessi amarti ancora di più!”. Qualunque altra donna gli si sarebbe gettata subito al collo ma lei non era una donna qualunque e Marzio lo sapeva… “Va bene, ti sposo. Ma ad una condizione: dovrai battermi ad una gara di bevute. Non posso permettermi di avere un marito più giovane e che per di più non regge l’alcool. Abbiamo un accordo?” gli disse, con tono di sfida. Il ragazzo rimase interdetto per qualche attimo e poi, preso dall’euforia rispose “Andata!”

Allestirono la cosa pubblicamente e Gustav si offrì di fare da arbitro: Selina, già un pezzo avanti coi festeggiamenti, prese la vecchia amica in un angolo e le fece capire, a modo suo, come la pensava a riguardo “Spero proprio che tu perda, tesoro…” Si avvicendarono bicchieri e bevute fino a che alla fine Romelia non cedette il passo al suo avversario “Basta così… mi arrendo…” disse con voce roca. Ma a Marzio non bastava: era brillo ma aveva bisogno di sentirglielo dire “… e di conseguenza??” Romelia fece un piccolo inchino e con un filo di voce disse “Sarei molto onorata di diventare tua moglie… sempre che l’alcool non ti abbia fatto cambiare idea nel frattempo”. Le si avvicinò a grandi passi e prendendola per la vita le disse “Neanche la Morte potrebbe tenermi lontano da te!” si baciarono e la folla andò in subbuglio. Baol prese l’amico per fargli i suoi complimenti mentre Gustav, stringendo a se Romelia, le disse a bassa voce “Hai barato, sorella…” “Non essere sciocco” disse lei “ti sembro una a cui piace perdere??” “No, ma sono orgoglioso di questa tua sconfitta”.

***

Erano passati ormai più di 15 anni da quella serata magica, dal matrimonio che li aveva uniti indissolubilmente: i due avevano avuto dei figli, la più grande aveva quasi una decina d’anni. Una sera d’inverno Marzio fu svegliato nel sonno da uno strano rumore: scese al piano terra e la sorpresa di vedere Romelia sulla porta fu a dir poco shockante. E la cosa che lo preoccupò ancora di più furono i bagagli che la donna aveva al suo fianco: troppo voluminosi per una gita fuori porta, lasciavano presagire una lunga assenza… “Andiamo…” disse Marzio parlando alle spalle di lei “…seriamente? Te ne vai così, alla chetichella?? Non sei un po troppo compromessa per abbandonarci in questo modo?” Aveva deciso di prenderla sul ridere: che si trattasse di un malinteso o di un addio vero e proprio, aveva imparato che non l’avrebbe convinta a restare con le lacrime.

“Devo… si devo andare: mi dispiace c’ho provato. Non ce la faccio più, ho bisogno di tornare per mare…” “Ok, domani salpiamo…” “… da sola” “Scusa?” “No sono io che mi scuso: questa vita non fa per me, mi dispiace Marzio…” “E te ne sei accorta dopo 15 stramaledetti anni?” Cominciava a spazientirsi: possibile che volesse prendersi gioco di lui così deliberatamente?? Si mise tra lei e la porta, in modo da poterla guardare in faccia. Non era invecchiata poi molto da quando si erano ritrovati fuori dal Nido, come se insieme il tempo si fosse fermato: anche in quello strano momento si trovò a pensare a quanto fosse contento d’averla sposata. “Beh… si.” Rispose Romelia evitando lo sguardo dell’amato sposo, e per Marzio fu subito tutto più chiaro “Stai mentendo…” le disse impassibile. La donna ebbe un attimo di sconcerto, poi riprese a farfugliare scuse senza senso e Marzio non riuscì più a contenersi “DIMMI LA VERITÀ!” alzò la voce come mai nel loro rapporto finora e sbatté così violentemente il pugno contro il muro che per un attimo si udirono solo bicchieri vibrare.

“Ti prego non trattenermi…” era grave o Romelia non avrebbe cominciato a vuotare il sacco così velocemente. Marzio cominciò a preoccuparsi e tentò il tutto per tutto “E’ da un po che ti vedo strana ma… quando mai sei stata normale? Questa non è la vita che fa per te, veramente? Ripetilo guardandomi negli occhi e io non ti fermerò…” disse e le lasciò libero il passo per uscire dalla sua vita. “C’è qualcosa che non va in me, Marzio…” e cercò una sedia prima di proseguire. Marzio le procurò invece qualcosa di forte e si preparò altrettanto per se: stava per andare tutto a rotoli e non voleva affatto essere sobrio. “Il mio braccio sinistro… non lo controllo più. Mi succedeva quando… beh, quando mi fu sostituito con quello di Galliana Licuti. La morte e tutto il resto, non so, pensavo di esserne uscita e invece quel potere residuo rimasto era solo l’inizio…” mostrò il braccio a Marzio ed egli capì cosa Romelia volesse dirgli: sette cerchi, appena percettibili all’altezza del polso, esattamente come quelli che aveva avuto il braccio di Galliana! “Quando sono andata a far visita a Katrinalea, un paio di mesi fa, era perché volevo che vedesse questo con i suoi occhi… era preoccupata. Ho chiesto ad Izzie di farmi una qualche divinazione in merito e la sola cosa che ha ottenuto è stata una rivelazione alquanto preoccupante: diceva che solo una disinteressata scelta d’amore avrebbe salvato la mia famiglia e la mia anima… Ho sognato il mio braccio sinistro tornare ai suoi terribili albori e…” “Va avanti” le disse Marzio. “L’ho visto strangolare i nostri figli…”

Ci fu una lunga pausa, entrambi bevendo una generosa quantità del liquido ambrato che Marzio aveva procurato: poi la donna riprese a parlare “A ciò si è aggiunto dell’altro recentemente. Il tempo che guadagnai con Nick deve essere ormai agli sgoccioli: ho sognato anche lui, l’ho visto in procinto di terminare i granelli di sale che gli rifilammo nel contratto, temo che non mi rimanga molto prima che torni a farmi visita…” “Cos’hai intenzione di fare?” le chiese Marzio. “La ragione e la conseguenza del mio odio mi stanno mandando a fondo… buffo. Ad ogni modo, c’è solo un posto dove Nick non si spingerebbe mai per prendersi la mia anima e dove allo stesso modo nemmeno il braccio di Galliana può interferire con le mie azioni: ho intenzione di rinchiudermi dentro una cripta nella Banchisa Eterna… è lì che trovai l’armatura che riuscì a darmi sollievo ed è li che ho intenzione di morire.” “Non è possibile… io sono sicuro che ci siano altre possibilità da considerare…” “Credi che ti lascerei così se potessi fare altrimenti?” il volto di Romelia si riempì all’improvviso di tante cicatrici: quelle dovute al sole, alle ferite, all’età… affiorarono insieme sulla sua pelle e Marzio capì quante volte doveva aver lasciato tutto per fuggire da sola, per combattere i suoi demoni e le sue paure.

“Non posso ricominciare da capo” disse lei e aggiunse “non adesso che ho così tanto da distruggere restando in mezzo a voi… lasciami andare…” Marzio le accarezzò dolcemente la guancia e di nuovo Romelia tornò bella come la ricordava: gli era chiaro cosa dovesse fare, quale fosse la scelta d’amore disinteressata della divinazione di Izzy. “Non ti lascerò morire da sola” cominciò, risoluto, ma sentendo in fondo alla gola il sapore amaro delle lacrime che stava soffocando “Avrai modo di salutare i bambini come si deve e quando sarà il momento ti porterò su alla scogliera: guarderemo il tramonto insieme e ti garantirò una fine degna del tuo valore. Niente se e niente ma: porterò ogni giorno talmente tanto sale sulla tua tomba da impegnare quel diavolo in eterno e così faranno i ragazzi e i loro figli dopo di loro. Nessuno saprà mai la verità: dirò che ti ha colpito un malore… E te ne andrai tra le mie braccia… Abbiamo un accordo?”. “Andata… Non potrei chiedere di meglio”.

***

Era arrivato il tramonto e quasi non si erano accorti del tempo che passava: parlarono del passato, provarono ad immaginare il futuro, leggeri e spensierati come solo con l’aiuto del rum potevano esserlo. “Certo ne potevi trovare uno un pò meglio, questo sembra annacquato…” disse Romelia sorridendo e Marzio ebbe un tuffo al cuore. La sua sposa se ne accorse “Sai che è la cosa giusta… ” “Lo so” rispose lui. “Sei sicuro di poter andare fino in fondo?” le chiese Romelia.

Marzio ripensò a quando la vide per la prima volta, a quando si era innamorato di lei, a quando lei le aveva fornito un nuovo futuro, a quando lui l’aveva salvata da se stessa… Ripensò al tempo perduto in passato ed al futuro senza di lei: ai loro figli, per i quali faceva tutto questo, ed ai loro amici che avrebbero pianto con lui la sua dipartita.”L’ho già fatto.” le disse dolcemente, avvicinandola a se.

Romelia rimase un attimo interdetta da quelle parole, poi si fece una grassa risata, troppo forzata per sembrare genuina “Ah, lo sapevo che quello non poteva essere il miglior rum che ti eri procurato…”. Se ne stettero un altro paio di minuti in silenzio, a guardare lo splendido tramonto che si stagliava loro innanzi… Marzio si accorse che Romelia cominciava ad avere la palpebra pesante: presto sarà finita, pensò. “Ho capito… che eri un uomo in gamba… dal primo momento in cui… ho posato gli occhi su di te…” cominciò lei, pronunciando a fatica ogni parola “Adesso so… che non potevi che essere tu… l’amore della mia vita… Ti amo Marzio” e si accasciò lentamente tra le braccia di lui. “Riposati” le disse accarezzandole i capelli “A presto, amore mio… Nemmeno la morte potrà tenerti a lungo lontano da me, ricordi?”

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