Explorator

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Doveva essere una missione facile facile: arrivare nei ruderi della casella selvaggia per vedere se fossero rimaste tracce di precedenti colonizzazioni sopravvissute alle avversità della Scacchiera.

Come era possibile allora che si trovassero nascosti all’interno di una vecchia cantina, con membri di una cricca intenti a usare la zona come campo base?!

Con le cricche non sapevi mai come poteva andare: potevi risolvere tutto con una bevuta, o dovevi combattere all’ultimo sangue per preservare i tuoi organi che altrimenti sarebbero stati venduti a negromanti imperialisti; questo portava, di solito, a starne alla larga lontano dai vichi, o, come in questo caso, a nascondersi da loro.

Non vi era neanche modo di avvertire la Cadetta o l’Alfiere: avevano rifiutato di portarsi dietro i fuochi pirotecnici di Ramana di segnalazione, vista la semplicità della missione. Per divenire Explorator era necessario mettersi in mostra in un compito di esplorazione, ma adesso avere qualche compagno in più non gli avrebbe fatto schifo.

I quattro membri della Masnada dello Spiantato, assiepati nel buio, ascoltavano i discorsi ubriachi degli uomini sopra di loro, principalmente offese agli Alfieri sui gusti sessuali delle loro madri e di differenti animali da fattoria, e dei fallimenti delle masnade negli ultimi tempi.

Le ore passavano con l’alcool che scorreva a fiumi, filtrando tra le assi del soffitto della cantina, canzonacce e storie di combattimenti sicuramente esagerate; non sembrava male essere in una cricca, a differenza di quello che dicevano gli Alfieri, questo almeno finché i rumori non si fermarono di colpo, sostituiti da dei passi pesanti sopra le teste dei quattro nascosti.

“Vi state divertendo, sì?!”

Una voce gutturale, di poco meglio dei versi di un troll caricava l’aria di tensione, come prima di una tempesta.

“È bello stare a gozzovigliare come vacche al pascolo, sì?!”

Probabilmente qualcuno lo aveva interrotto rispondendo a bassa voce, perché dopo un tonfo sordo fu il sangue a scorrere dalle assi del soffitto al posto dell’alcool.

“Vi sembra forse che io mi stia divertendo?! Vi sembra che il mio sporco culo sia posato a Velathri con un sacchetto d’oro degli altomastri?! Allora perché cazzo siete qui a finire l’alcool che così generosamente vi ho offerto, invece che portarmi dei cazzo di risultati con cui poter spodestare quei tre coglioni degli Alfieri? Vi piace rovistare tra gli avanzi delle masnade come cani in cerca degli ossi? Non mi interessa se dovete sgozzare Balthazar o impiccare Cristilde, ma voglio che spezziate questa fottuta alleanza tra perdenti affinché si sia noi a salire alla ribalta per una volta!”

Grida di incitamento e applausi accompagnarono le ultime parole dell’uomo misterioso che riportò la calma con pochi versi gutturali.

“Un’ultima cosa, figli di cane che non siete altro: quando invitate ospiti al mio campo dovreste avere almeno la decenza di avvertirmi! Non abbiamo cibo illimitato e chi vuol mangiare deve lavorare, o sbaglio?!”

La cantina fu invasa improvvisamente dalla luce quando la botola venne scoperchiata e una mano grassoccia penetrò all’interno tirando fuori, senza sforzo alcuno, uno dei membri nascosti dello Spiantato, sollevandolo per il collo e scagliandolo al centro del cerchio degli uomini della cricca misteriosa. In pochi secondi anche gli altri vennero portati fuori e legati come salami.

“Ahahahahah, ma guarda cosa abbiamo qui, alcuni dei cuccioli dello Spiantato… a quanto pare non sapete stare al vostro posto ahahahahahah! Almeno potrete portare a Balthy il messaggio di non sconfinare in territori che non sono suoi”.


L’accampamento della masnada dello Spiantato era in fermento: un piccolo gruppo di aspiranti Explorator era scomparso senza dire dove sarebbe andato in perlustrazione e si stavano formando le squadre per andare a cercarli, capitanate da Cyra, mentre Balthazar spuntava i luoghi già esplorati per allargare il territorio di ricerca.

Una delle staffette ritornò al campo, portando per il giogo un asino con delle ceste sulla schiena, e richiamò l’attenzione del suo Alfiere e della Cadetta per poi scoperchiare uno dei bagagli dell’animale. Bastò un’occhiata per interrompere le ricerche e iniziarne altre correlate, ma completamente diverse:

“Scoprite chi è stato, adesso è guerra!”

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