L’Amante

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L’Amante

Era nelle sue stanze e si stava lisciando i baffi. Voleva essere perfetto per la sua adorata Dorotea, sebbene quel giorno fosse infausto: era il giorno del fidanzamento della sua amata con Don Gonzalo Ramirez de Velasca, quel viscidume. Lei lo aveva chiarito, doveva farlo per Erigas, ma il suo cuore era e sarebbe sempre stato del suo Querido.

Conosceva la fanciulla praticamente da sempre; erano cresciuti assieme, condiviso i primi passi, le prime ruberie, giocato a nascondino sin da piccoli e da più grandi avevano giaciuto nello stesso letto, tenendosi stretti l’uno con l’altro. Che donna incredibile. Alla ventura gli aveva chiesto di rimanere a corte, dicendo che avrebbero viaggiato per nave. Lui ODIAVA le navi. Odiava l’acqua salata che gli si appiccicava addosso, il suo sapore salino, non gli piaceva e aveva apprezzato la scelta dell’amata. Ma che sarebbero potute accadere tutte quelle catastrofi no, non l’aveva previsto. Prima la scomparsa di Don Andres, suo grandissimo amico e mentore. Poi la scomparsa di Donna Mercedes… aveva adorato la Dinasta. Aveva sempre una buona parola per lui e lo reputava un’ottima compagnia per Dorotea, in fondo lui esemplificava Xoac stesso.

Dopo questo flusso di pensieri scese dalla sedia della camera che condivideva con Dorotea e si avviò verso il grande salone. Chiunque incrociasse il suo sguardo di giada gli faceva un leggero inchino o lo guardava con grande reverenza, facendogli gonfiare il petto. Tra i vari dignitari intravide Don Miguel. I due si squadrarono e mentre il Nautarca quasi allarmato cominciò a far svolazzare il cappello nel suo saluto allontanandosi quasi intimorito, l’amante di Dorotea fece un leggero cenno con il capo, lieto della deferenza ma non della vicinanza. Don Miguel gli piaceva, ma preferiva averlo a qualche metro di distanza in più visto l’odore di salsedine e Rum che emanava l’uomo; ogni volta gli provocavano una forte nausea e mal di testa.

Entrò nel grande salone, dove c’era un brusio assordante. Con occhi attenti si guardò intorno, dove individuò per primo Don Esteban, ad uno dei tavoli d’onore accanto ai suoi uomini della Banda. Dorotea aveva fatto bene ad invitarlo. Per anni i due fratelli si erano contesi le sue grazie e l’uomo era stato piuttosto insistente nel suo corteggiamento, ma come poteva non cedere agli occhi verdi come smeraldi della fanciulla? Ciononostante il Generale dell’Azor aveva più volte minacciato di rapirlo, con grande scorno della sorella. Passò accanto a lui, dove l’affascinante uomo sfoggiò uno dei suoi più ammalianti sorrisi, posandogli vigorosamente la mano sulla spalla, massaggiandola leggermente. Il suo tocco provocò un moto di piacere ed accettò di buon grado la premura, ricambiandola con un’occhiata di approvazione. Continuò il suo percorso fino al tavolo dei novelli fidanzanti. Si mise accanto alla nuova Dinasta per poi voltare lo sguardo, incrociandolo con quello di Don Gonzalo. Il Velasca non gli piaceva. Lo aveva sempre trattato con sufficienza le poche volte che lo aveva incontrato con Dorotea e anche ora si dipinse su di lui uno sguardo disgustato.

 – Ma esto? Es ancora achi?

Cercò di allontanarlo con la mano ma prontamente la sua scattò ancor più veloce, provocando una profonda ferita sul dorso, da cui sgorgava copiosamente del sangue.

 – Come hai osato, hijo de…

 – Gonzalo, mio futuro esposo, suvvia, non adombrare un giorno così lieto… Abbi pazienza e lascia correre, te ne prego.

Gonzalo si mise a sedere, con sguardo rancoroso, involtando la mano nel tovagliolo accanto a sé. Dorotea sorrise prima al futuro marito, per poi posare lo sguardo sul suo Querido. Lo apostrofò con voce come il miele.

 – Su mio Querido, vieni achi.

Il favorito con un agile balzo si accocolò nel grembo di Dorotea, facendo le fusa, mentre la mano della donna lo accarezzava delicatamente. Una piccola risata scappò dalla sua bocca, per poi procedere a grattarlo dietro le orecchie.

 – Diablo Negro, sei un vero dispettoso! Hai fatto male al povero Gonzalo, da ora in poi dovrete essere amici, lo sai no?

Quasi ridendosela sotto i lunghi baffi gli occhi sornioni del Favorito si posarono verso il volto di Gonzalo, sguainando leggermente le zanne.

<<se è questo che la mia Querida vuole… per ora sei salvo, umano… >>

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