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Calamai

Autore: Marco De Santis

Gioco di Ruolo. Un termine divenuto per me portante e significativo nella vita di ogni giorno. Ho incominciato moltissimi anni fa, quando ero un ragazzino e mi sono lasciato ipnotizzare da questa passione meravigliosa. Creare un sogno condiviso, assieme ad altre persone, è una delle più grandi scommesse per la mente e per il carattere umano. Nel corso del tempo, ho visto il significato del gioco apprezzato, odiato, giustificato, sconvolto, storpiato e diversificato. L'ho provato in ogni forma, con più regolamenti possibili, da tavola e dal vivo. Eppure non ho mai trovato nessuno che condividesse, fino in fondo, le mie idee di Gioco di Ruolo. Il mondo è bello perchè vario, certo, ma ci sono dei pilastri dai quali, a mio parere, non si può prescindere. C'era un tempo in cui non servivano quaranta manuali del perfetto Chierico per divertirsi. Non importava impugnare una Lama +6 della Devastazione di Fuoco, per sognare. Ricordo ancora la prima edizione. Tre scatole che contenevano tutto il necessario, manuali, dadi e persino avventure, a solo 10 - 15000 lire. Incredibile al giorno d'oggi. I personaggi erano pochi, sette, e non c'era distinzione fra classe e razza. Un Elfo era un Elfo, per gli dei, e nessuno utilizzava un Mezzodemone/mezzovampiro Guerriero/Intrattenitore/Subbaqquo/Trinciapolli. C'era la paura della sconfitta, a quei tempi. I personaggi non erano supereroi, ma eroi. Comuni abitanti di un mondo folle che cercavano di fare qualcosa per cambiare il loro destino. Mai più giusta fù una teoria di questa: "I personaggi devono finire la storia con un punto ferita ed una moneta in tasca, ma con la soddisfazione di essere riusciti, insieme." Oggi mancano il rispetto e l'educazione e, incredibilmente, questo si riflette nel gioco più di quanto non si creda. S'è perso il significato dei ruoli, Master e Giocatore, è andata perduta la magia del sogno. Oggi i giocatori cercano di prendere il posto del Master, si gettano a capofitto nelle regole, perdendo di vista il vero divertimento. Le regole sono parte fondamentale del gioco, ma non fanno il gioco. Il gioco lo fanno i partecipanti, fino alla fine. Ho visto Arbitri di gioco creare trame lineari, costringere i partecipanti a seguire una via. Questo non è Gioco di Ruolo nel senso stretto del termine. Il Gruppo deve essere libero, i personaggi sono i protagonisti, non il Master, assolutamente non il Master. Loro si devono sentire al centro della storia, non sono mai semplici spettatori. Ho sentito Master sostenere quanto sia efficace e divertente giocare senza preparazione, all'impronta. Perquanto io non possa negare che sia probabilmente allettante, di sicuro non è efficace. Credetemi. L'Albitro di gioco deve impegnarsi e perdere tempo prezioso dietro la trama, dietro la storia e dietro ogni giocatore. Il mondo deve sembrare reale, un connubio tra la sensazione di modificabile e la sensazione di preesistente. I giocatori devono respirare realismo e premeditazione, ma non percepirli fino in fondo. Il Master più bravo in assoluto è quello che non limita i giocatori, lasciando loro credere, senza ombra di dubbio, che stiano seguendo una strada non prevista, scelta da loro, anche quando questo non è vero. Molti giocatori perdono tempo al tavolo, chiacchierano d'altro o si presentano disinteressati. Questo il più delle volte è colpa e fallimento del Master, rientra però anche nella mancanza di rispetto dei partecipanti. In pochi si ricordano che l'Albitro di gioco passa il tempo libero a preparare il loro divertimento, invece di guardarsi un bel film, leggersi un libro o farsi una passeggiata. Sarebbe meglio cercare di aver rispetto nei confronti di chi si impegna per noi, c'è sempre tempo per cazzeggiare, ma, in genere, non molto per giocare. Recitare il proprio personaggio per un'ora e mezzo dentro una taverna o mentre pulisce le stalle, non è Gioco di Ruolo. Forse è ruolo, teatro, ma non gioco. E' solo conversazione a tema. Quando tiri un dado secondo il regolamento e cerchi di tradurlo in termini recitativi, quello è Gioco di Ruolo. Partecipare alla trama principale disquisendo e organizzandosi al fine di superarne le difficoltà, sfruttare le doti indicate dalle caratteristiche del personaggio interpretandole, ecco, quello è il modo giusto. Può essere divertente aggiungere del flavour, ma questo non deve prendere il sopravvento. Insomma, effettivamente ho una mia visione piuttosto chiara (e magari un pò pignola ndr) del gioco e di quello che i giocatori dovrebbero aspettarsi. In tutto questo, comunque, cerco sempre di ricordare il fulcro, quello che dovrebbe essere il pilastro principale di ogni partita: "Sogna e fai sognare, poichè il sogno è un dono meraviglioso".

Incertezze

19/06/2014 Marco De Santis Ducati del Sud 2 commenti

La mano dal palmo aperto, le poche luci del fuoco che creavano gentili figure d’ombra tra le linee spaccate della pelle, mentre Khalid osservava malinconico quel piccolo oggetto, di un metallo brunito, che non attraeva luce nel modo più consono. Così tanti significati, in pochi

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D’Amore e di Guerra

26/02/2014 Marco De Santis Ducati del Sud, Storie da Thersa Un commento

Il cuore che batteva all’impazzata, la testa dolorante e confusa. Il giovane rimase per diversi minuti di fronte all’entrata serrata, prima di rendersi conto di quanto era successo in quei pochi secondi e di quanto facesse male. Poi una fitta terribile al naso e un

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Strani compagni di viaggio

22/10/2013 Marco De Santis Ducati del Sud Lascia un commento

Una gelida brezza notturna causò uno strano scoppiettio ed un movimento inaspettato tra le fiamme del piccolo campo posto un pò alla buona, nascosto tra i vecchi alberi Gardaniti. Khalid si coprì stringendosi nel mantello, cercando nel caldo abbraccio dell’inanime stoffa il ricordo sopito delle

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Nascita di un nuovo Eroe

09/09/2009 Marco De Santis Contee d'Oriente, Le storie hanno inizio... Lascia un commento

L’oscurità notturna si diradava lentamente, lasciando penetrare le prime luci dell’alba con la stessa sicura dolcezza con cui si concede il passo al proprio amante. Nella sala spoglia ed umida del monastero, un uomo solo pregava in silenzio, chino su se stesso ed appesantito dal

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Odio

14/05/2009 Marco De Santis Contee d'Oriente, Racconti vari Lascia un commento

“Perfetto.” pensò con freddezza il giovane Nobile.  Sollevò lievemente la maschera dorata che nascondeva la parte superiore del viso e si stropicciò gli occhi stanchi. Sorrise, seppure non con convinzione. Il rapporto,  stilato con rapida efficacia, faceva bella mostra di se, adagiato su di un

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La Città del Sapere

19/11/2008 Marco De Santis Contee d'Oriente, Racconti vari Lascia un commento

Ludovico aprì gli occhi con fatica, colpito da forti raggi di sole che penetravano attraverso il vetro lucido e leggero. Il cinguettare degli uccellini risuonava come un continuo fastidioso ticchettio nella mente meccanica del giovane stregone. Contrariato, il nobile Sathòriano si alzò su se stesso,

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Salotti Sathòriani

06/11/2008 Marco De Santis Contee d'Oriente, Racconti vari Lascia un commento

Nella ricca sala di palazzo, Ludovico emise uno sgarbato sbadiglio, pur coprendosi le labbra con la mano destra, come si addice ad un uomo di nobili origini. Seduto sull’ampia poltrona dalle rifiniture in legno lavorato, il giovane Malinverni scorse lo sguardo lungo il tavolo imbandito

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Storia di un Malinverni

05/09/2008 Marco De Santis Contee d'Oriente, Le storie hanno inizio... Lascia un commento

Guastardo Visconti osservava cupo il continuo ticchettare della pioggia sull’ampia finestra di vetro spesso. Nella sala illuminata dall’incedere scoppiettante del camino, le due giovani figlie sedevano in silenzio, assorte in attesa delle decisioni del capofamiglia. Stringendo i pugni tra le gambe, Lucrezia trattenne a stento una smorfia quando

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Noialtri

Stavo cercando…

Così scrivevamo…

Un racconto random al giorno toglie il cerusico di torno!
  • Zadnja Nada – Ultima speranza27/04/2009
    Ah…! Che mal di testa…! Mi sta quasi per esplodere … …quanto è buio… …dove …

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