Bardi, amore e sciroccate

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Era passato da poco il crepuscolo, i vicoli della casella si erano svuotati del viavai diurno e una fredda brezza spirava attraverso le case fiocamente illuminate. Tristan si sistemò il bavero del cappotto ed accelerò il passo. Non amava camminare solo, di notte. Pure in un luogo come quello faticava a sentirsi al sicuro. Ci si era trovato suo malgrado; Grog era al campo che giocava con Skagbad a chi reggeva meglio i pugni in faccia, mentre John aveva deciso di restare a fare la guardia alle scorte d’alcool. Per l’ora di cena se ne era già bevuto la metà.

“Toccherà preparare un altra partita prima di andarsene da qui” pensò mentre giungeva alla bisca. Apri la porta e varco l’uscio. Nella stanza l’atmosfera era tranquilla, non vi era altro che un piccolo gruppo di gente, intento a giocare a dadi. Tristan vi scorse la persona che cercava.

Mim era seduta al tavolo assieme agli altri, si stropicciava nervosamente le mani, gli occhi spalancati e le sopracciglia contratte in un espressione tipica di quando stava perdendo anche la dignità, oltre al borsello. 

«Buonasera Mim! Hai per caso visto l’adorabile Cecily?» Non rispose, non ascoltava. Tristan si mise dietro di lei e col pugno chiuso bussò delicatamente sulla sommità del suo capo. Lei parve accorgersene, ma non spostò lo sguardo dai dadi sul tavolo. «Oh, Tristan. – mugugnò tra se e se – dimmi che vuoi che ho da fare, qui la serata non va bene»

«Qualche volta per cambiare potresti anche vincere….- gli fece dando una rapida occhiata ai dadi che Mim teneva nascosti dietro il palmo della mano – Allora, sai dove sia finita Cecily? »

La donna ribalto la saccoccia sul tavolo, facendovi tintinnare sopra le poche elettre rimaste. Le aggiunse alla posta e scoprì i dadi. Aveva una doppia di 3 e 5, il mazziere vinse con un tris di 2. «Cazzooo! Ero sicura che bluffasse! Non posso uscire adesso, Tristan!», finalmente si voltò a guardarlo. «Prestami una ferrata», gli occhi dritti nei suoi, la voce improvvisamente gentile fluiva dalle labbra schiuse in un sorriso «Te ne restituisco il doppio!». Allungò una mano aperta in attesa del richiesto.

“Ecco la dignità che va a farsi benedire dagli Astri” pensò Tristan. «Facciamo che prima rispondi alla mia domanda…» Tristan allungò una mano all’interno del cappotto e ne estrasse un paio di monete di colore ramato, mettendole bene in mostra davanti al viso di Mim «…e io aggiungo queste al conto di ciò che mi devi.»

«Cecily non c’è, quell’altra la trovi in taverna», con uno scatto felino Mim arraffò le monete dalla mano. Le strinse a se con un ghigno avido e soddisfatto. «Buona fortuna per il resto della serata» fu il suo augurio prima di incamminarsi fuori dalla bisca.

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