La lepre e il Cavaliere

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Non riusciva a capire come facesse ad allenarsi con quello che le sembrava poco più che uno stecchino: un giorno avrebbe ereditato l’artiglio del Frenhin e forse allora sarebbe riuscita a combattere come si deve, ma per adesso…
“Avanti, su, parata alta” Nathan sembrava invece alquanto a suo agio, solo per quell’allenamento avrebbe potuto avere ragione di lei almeno in quattro passaggi distinti.
“Maestro siate serio, come posso esser minimamente credibile con questo stuzzicadenti! E per inciso, non lo siete nemmeno voi…”
“Maestro… ti diverte eh prenderti gioco di me?!?” Fintò un rapido colpo a destra per poi giungere effettivamente a puntare la cima dell’arma in legno a mezza spanna dal collo nudo della donna: senza distogliere lo sguardo dalla sua allieva spinse poi la punta verso il basso, fino ad appoggiarla all’altezza del cuore di lei. Logan trattenne il fiato qualche attimo, mantenendo gli occhi sul bastone, per poi rialzarli poco dopo e fissare il suo avversario.
“Maestro, il comandante ci guarda…”
Nel grande piazzale vi erano molti novizi ad allenarsi, per lo più uomini, ma il capitano Arhaldson Lethoun non aveva occhi che per la giovane figlia del suo vecchio compagno d’arme, il Frenhin.
“Smettila di farti beffa di me o i soldati si faranno due conti e il comandante ti affiderà a qualcun altro o peggio, potrebbe avvisare tuo padre…
“Sciocchezze! Lui è a Lencoe e se solo sognasse che la sua cara figlioletta stesse attendendo al suo addestramento CON TE, ti assicuro che ne avremmo menzione, tu suprattutto, maestro!”
I due ripresero la posizione e l’allenamento, ma la conversazione era tutt’altro che conclusa.
“Piuttosto, per sembrare più credibile potresti insegnarmi, che so, qualcosa di utile… come ad esempio tirare con l’arco…”
“Starai scherzando?!? Un cavaliere… “
“Oh per gli Astri, ovviamente un cavaliere non imbraccia un arma simile contro i suoi avversari ma mi chiedevo, è necessario sfidare a singolar tenzone ogni lepre che intendo cacciare durante la mia esistenza oppure il Decalogo prevede una qualche forma particolare di duello… “ la donna fu interrotta da un lungo fischio, al termine del quale riprese il suo monologo “… bene sei salvo, il pranzo ti solleva dal dover dirimere questo spinoso dilemma etico. Chi si leverà dunque per difendere l’onore leso delle lepri, sir Nathan??”
Il mezz’elfo sembrò incassare senza colpo ferire e a Logan sembrò molto strano: poi, mentre tutti i loro compagni si avviavano verso la grande sala mensa, la donna si sentì strattonare e tirare indietro per il polso.
“Il comandante è entrato per primo, adesso vieni con me e ti faccio vedere come si caccia… “
Corsero rapidissimi fuori dalla cinta muraria e nel percorso Nathan afferrò un arco, che subito imbracciò, e qualche freccia.
Erano vestiti leggeri, senza mantelli o armature, e correre dunque fu un sforzo irrilevante: quando erano già entrati per molti passi entro la foresta, Nathan si arrestò di colpo, costringendo la ragazza innanzi a lui, faccia a faccia, vicinissima.
Le consegnò poi arco e frecce, e le indicò la piccola radura limitrofe: “Avanti, marchesa: vediamo cosa sai fare… “.
La donna sorpresa ma per nulla preoccupata incoccò l’arco e cominciò a scrutare tra gli alberi: Nathan le si mise dietro, il petto a contatto con le spalle della ragazza, la bocca vicino all’orecchio di lei.
“Inspira ed espira… concentrati… “ le prese i fianchi con le mani, sistemandola con un paio di delicati strattoni “Ben salda sulle gambe… e adesso attendi”.
Respirarono all’unisono, lentamente, l’uno accanto all’altra, fino a che, dopo pochi attimi, videro qualcosa muoversi ad una dozzina di passi di distanza: Logan scoccò la freccia d’impulso, senza riuscire quasi a sentire il “No! Aspetta!” di Nathan.
Qualunque cosa fosse, riuscì a scappare agilmente nella selva, per il disappunto, nemmeno troppo marcato, della donna.
“Mi sa che abbiamo fatto un buco nell’acqua…” gli disse, voltando la testa e trovandosi il suo maestro a pochi centimetri di distanza.
“Dipende da quale preda puntassi… “ detto questo il mezz’elfo strappò l’arco dalle mani della donna, lanciandolo a pochi passi di distanza da entrambi: la prese intorno alla vita e la spinse d’impeto contro l’albero più vicino.
Si baciarono appassionatamente, quasi volessero divorarsi.
Nathan aveva già sfilato la sua sopratunica ed aperto buona parte della camicia della marchesa quando delle voci attirarono la sua attenzione…
“Ci hanno scoperto!” Disse, senza distogliersi dal suo intento.
“Magari sono solo delle contadine a chicchiera… “ le rispose Logan, mentre cercava di sfilare la camicia al suo amante.
“MARCHEEESAAA!!!” La voce di Eleanor, la dama di compagnia della donna, giunse a quel punto forte e chiara, lasciando ben pochi dubbi sul da farsi.
“Per gli Astri! Quella donna mi manderà a fare compagnia ai matti… a volte mi chiedo come può una dama di corte stanarmi sempre così, neanche fosse un segugio…”.
Si rivestirono in fretta e furia, raccogliendo indumenti, arco e frecce: si guardarono sconsolati qualche attimo, per poi subito separarsi, l’una a riscontrare Eleanor, l’altro allontanandosi nella direzione opposta…
“Marchesa! Oh eccovi finalmente! Ma che fine avete fatto??? Ero così preoccupata… e perchè avete delle foglie secche tra i capelli?” parlava di dispiacere, ma la sua voce non sembrava affranta.
“Almeno Floki mi evitava questo genere di conversazioni… “ mormorò Logan fra se, forse non troppo a bassa voce perchè l’arguta dama le chiese subito “Come dite, Marchesa?”.
Si fermò, alzò gli occhi al cielo e pensò al momento appena fuggito, al futuro che l’attendeva: non sarebbe potuta andare avanti così, non in eterno…
Virtù, Verità e la Via di Damocles…
“Sono caduta mentre correvo” disse con non curanza, passandosi una mano tra i capelli arruffati e risistemandosi le vesti alla bene e meglio.
Dopotutto, non era ancora un cavaliere…

 10270541_10203561655624092_7046312664169884246_nUn racconto di Giulia Spossati
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