Nascita attesa

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Isolde van der Maiden, moglie di Mikhal Rockraven, era una donna dalla bellezza nordica; alta, con pelle eburnea e capelli color oro che ricadevano in morbidi riccioli. Gli occhi nocciola cangiavano a seconda dello stato d’animo: se stesse bene, se avesse pianto, Isolde era un libro aperto di fronte agli altri.
il ventre cominciava a farsi prominente. Era alla terza gravidanza ma le precedenti non era riuscita a portarle a termine.
La fanciulla aveva un aspetto fragile e così la sua salute. Si ammalava spesso e la convalescenza era sempre lunga. La gravidanza le dava molti problemi ma nonostante ciò era arrivata alla quinta luna con il bimbo ancora il grembo. Una speranza si accese in Isolde: forse il suo bambino sarebbe sopravvissuto e finalmente avrebbero avuto il loro piccolo frugoletto.
 Lei e Mikhal erano sposati da tre primavere e molto amava quel giovane guerriero. Non poteva definirsi bello ma era un uomo intelligente anche se molti nel paese lo definivano strano. Aveva un brillante occhio nero e una bocca sempre aperta al sorriso. A deturpare il viso ci aveva pensato una ferita di cui non si sapeva la natura e lo aveva reso ceco da un occhio. Ora, congedatosi dalla carriera militare, era diventato assistente del boia, un buon posto in Arath. Mentre stava passeggiando davanti casa con il sole primaverile che le accarezzava le gote appena rosate, si sentì chiamare.
 
 – Isolde!! Isolde ferma, ti raggiungo.

La donna sorrise. Era Mikhal, sempre apprensivo con lei e durante quest’ultimi mesi si era fatto ancora più gentile e  premuroso ne suoi confronti.

 – Si Mikhal, dimmi mio amore.

 – Non dovresti affaticarti in questa maniera!!! È bene che ti riposi di più, moglie mia. – la ragazza rise sommessamente e prese a braccetto il marito.

 – Oh amore, stai tranquillo!! Stavo facendo solo il giro della casa!!!

 – Si, però….

 – Su, non mi puoi chiudere in una teca di vetro!! Sai che adoro l’aria aperta. – la moglie in quel momento lo guardò con i luminosi occhi cangianti e il colorito del viso, sebbene pallido, era tra i più sani che avesse mai avuto. Mikhal osservò la moglie. Nella sua fragilità era luminosa di una felicità che solo le future madri possono avere. Scosse la testa. Fino ad ora non c’erano stati grandi problemi con il nascituro e sperava che niente potesse oscurare la luminosa gioia di Isolde. I tempi erano bui e lei era lo spiraglio di luce della sua vita. La prese in braccio mentre la donna rideva con una voce cristallina mentre si dirigevano verso casa.

Erano passate ormai le nove lune. La giovane Isolde era pallida e perle di sudore le scendevano in fronte e su tutto il corpo. Era inimmaginabile che da un corpo che sembrava fatto di cristallo potessero uscire urla tanto forti. Alla fine, in un momento che sembrarono anni alla giovane donna, un piccolo fagotto venne dato alla luce, una piccola bambina.

 – Messer Mikhal è una bambina, una bambina!!!

L’uomo non credeva alle parole che gli vennero dette, il sangue del suo sangue era finalmente stato dato alla luce, il frutto suo e di Isolde. Dapprima sorrise poi il viso si fece di ghiaccio. Una bambina. Una piccola Rockraven. Si alzò di scatto e andò nella sala dove la moglie giaceva nel letto ancora sfinita ma viva, con accanto un fagottino. All’istante l’uomo prese la creatura tra le braccia, un piccolo ragnetto urlante e rosso dalle urla ma di una bellezza data dalla sua fragilità e dal miracolo della vita. Delicatamente se la portò al petto, portandola via dalla stanza della madre.

 – Mikhal…dove…vai…la…mia…bambina….

Isolde disse flebilmente queste parole, prima di addormentarsi sfinita.

Fu svegliata da un vagito. Si girò e accanto a lei c’era la sua piccolina, la sua bambina…ma strillava e il braccio destro era scoperto…un corvo!! Le era stato marchiato un corvo nel braccio, come alle bestie!! Isolde si sentì avvampare di collera e si volse in cerca di Mikhal, furiosa. Ma la collera passò subito, alla vista del marito. Questi in fatti aveva un sorriso stanco in viso e dall’occhio sano scese una sola ed unica lacrima.

– Scusami amore…ma ho dovuto farlo. Purtroppo queste terre sono crudeli e non si sa mai cosa potrebbe capitare…

 – Cosa vuoi dire? Questa piccola creatura è innocua, che male potrebbe fare per riceverne dell’altro?

L’uomo scosse la testa e guardò Isolde con l’occhio ancora lucido.

– Isolde cara, questi sono momenti bui. Il male c’è senza bisogno di farne per riceverne dell’altro. Nelle battaglie a cui ho partecipato ho visto bambini senza nome sacrificati agli dei, ho visto crudeltà fatte alla luce del sole, bambine di pochi anni sgozzate e fanciulle ancora acerbe prese con la forza. Chi non ha un nome, chi non ha una protezione non vivrà a lungo. Mia figlia, nostra figlia da oggi in poi con questo segno verrà riconosciuta come una Rockraven, figlia di Mikhal Rockraven e nessuno, dico, nessuno potrà mai toccarla e rimanere impunito finché sarò in vita!

Isolde spalancò gli occhi. Mai il marito le aveva parlato delle crudeltà che aveva visto in battaglia e lì, in quel paese sperduto tra le aguzze montagne arathiane non erano giunte le voci della crudeltà dell’impero. Mikhal aveva visto, Mikhal sapeva. La giovane prese la bimba tra le braccia, ancora strillante e cercò di calmarla posando il suo sguardo amorevole su di lei. Gli occhi che appena vedevano sembrarono fissarla per qualche istante e poi, ormai calmatasi, girò lo sguardo verso il padre. Ma non erano ciechi i bambini alla nascita?

 – Detto questo, moglie mia, ti prego voglio che sia tu a darle il nome che la accompagnerà per tutta la vita.

 La moglie strinse il fagottino tra le braccia. Si muoveva e sembrava quasi cercare uno spiraglio tra le braccia della madre toccandole e provare a vedere con il tatto prima che con gli occhi.

 – il suo nome sarà Miralys. Spero che questo nome le faccia prevenire i pericoli a cui andrà incontro.

I due rimasero interminabili minuti a guardarsi per poi posare il loro sguardo sulla loro piccola Miralys Rockraven.

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Commenti

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4 comments

  1. Evviva! Il primo post di Miralys!!!
    Non sapevo perché l’avessero marchiata, povera stella…

    (PS: mi sono permessa di uniformare il carattere al resto del blog… poi giuro che non tocco più nulla!!!)

  2. ghgh, come dice il padre è miaaaaaa!!! e se me l’ammazzate portate il corpo al seguente indirizzo: xx xx xxxxx n° 23 Arath

    Per la modifica… grazie Mille!! avevo provato a mettere l’extra small o quello che insomma era il carattere ma non capivo come fare!!!O_O
    sob, sono negata……;)

  3. Per il carattere, non fare niente! fa tutto da sé il template!
    Però ricordati assolutamente di fare copia-incolla prima su un foglio di testo (e non da word direttamente sull’editor del blog, sennò ti copia tutte le cazzate di word), non impostare l’a capo automatico e poi copiare nuovamente il testo dal file txt sul blog…
    Perdi il corsivo nel passaggio, ma ti conviene davvero aggiungerli dopo dall’editor del blog!
    Spero di essermi spiegata…

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