Vivere o Morire – Atto I

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Suona il Tamburo e squilla la tromba

lesto il corvo nella battaglia si fionda…

 

Alhazhar benedice questa giornata con una nuova battaglia ma questa volta la situazione è diversa, i miei sentimenti sono diversi. Il nemico al quale vorrei conficcare la mia pesante lama nel cuore non è un vecchio e viscido essere uscito dallo sfintere dell’inferno ma è un uomo esattamente come me, con un cuore che batte nel petto come il mio, con sangue rosso come vino che scorre nelle vene esattamente come il mio.

Mai avrei pensato di poter provare cosi tanto odio verso una persona mai, ma questa volta il vento della vendetta spira violento dietro la mia schiena.

 

Ma adesso non è il caso di pensare a quella sordida canaglia: i miei compagni, la mia terra, sono in pericolo ed è il momento di proteggerli!

La battaglia contro il canuto essere impazza. Fra una stoccata e l’altra posso notare come la coraggiosa e indomita bestia da guerra sathoriana, senza il proprio padrone, sia solamente un docile cucciolo: se ne stanno lì; uniti come non mai combattono in apparenza spalla a spalla ma in realtà anche in questo momento ognuno di loro teme che il vicino possa trafiggerlo con la propria lama…

 

Nel cuore della battaglia mi si avvicina la mia Baba Yelena

 

Shillark porgimi la tua lama!

 

Senza pensarci due volte accetto il suo consiglio, le avvicino lo spadone ed uno starno salmodiare accompagna la nera luce che va ad avvolgere la mia lama. Con un grande sorriso ringrazio e mi getto contro la bestia: tre colpi ben assestati la fanno barcollare ma non bastano, l’abominio comincia a ruotare sul posto come in una danza ben programmata; accompagno il suo passo con una nuova stoccata, ruoto le braccia per caricarne un’altra e in quel momento… noto di essere solo. Tutti i miei compagni sono distanti, siamo solo io e lui… la bestia riesce a voltarsi e la profondità dei suoi occhi rossi risveglia in me ogni incubo e triste esperienza del passato, ritornano in superficie tutte quelle paure che forse non riuscirò mai ad affrontare…

Riesco a vedere la bestia che cala violentemente la sua ascia su di me e subito dopo il buio.

 

Il vento di Urama non gonfia più le mie ali…

Le membra si fanno pesanti…

La presa sulla mia fida compagna cede…

Il volto adesso carezza la terra…

I suoni si fanno distanti…

Delle presenze si fanno vicine, mani fredde toccano il mio corpo, il silenzio comincia ad essere l’unica cosa che riempe le mie orecchie, il vuoto l’unica cosa a colmarmi…

 

Poi ad un tratto uno straziante urlo di donna squarcia il silenzio, un mare di emozioni invade il corpo, il vento torna a soffiare, una tempesta ricomincia a sferzare il campo di battaglia, una violenta tempesta che avvolge tutti, tutti tranne me.

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