Ai margini

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E quindi, Piccolo, siamo di nuovo io e te, ben sistemati ai margini di uno dei campi delle Masnade, a goderci la frescura della notte sotto un manto di stelle… sotto questo aspetto la Scacchiera non è malaccio, sai? Mi seccherebbe (nel vero senso della parola) allattarti nel caos afoso di quell’immenso bordello che è Scentiar, la Perla del Sud, e tutto sommato qui c’è meno chiasso. Se ignori i sospiri d’amore, le urla di dolore e i rutti aromatizzati alla peggiore birra di Whanel, intendo.

Ah, ma di che mi lamento, bimbo mio belloccio? Esistono posti ben peggiori, e storie infinitamente più tragiche di quelle che potrei raccontarti io! Se tu che non l’hai vissuto mettessi a confronto il mio passato con quello di chiunque altro dei miei compagni di avventura, ti faresti delle sonore risate… e mi toccherebbe assestarti un labbrone dato bene su quella boccuccia perfetta, perché anche il passato meno rocambolesco può lasciare tracce indelebili. O fastidiose. O dolorose. O tutte queste cose e anche di più. Così, Piccolo, siamo saggi e impariamo subito a non deridere le esperienze di nessuno, eh?

E allora ma’, potresti dirmi, visto che non è niente di che, perché sul tuo passato stai abbottonata come una giacca thersiana sul petto di chiunque tranne Sigrun?

Ehhh, bimbetto ignaro… perché per quanto chi viene qui cerca di lasciarselo alle spalle, il passato ti scivola dietro come una coda e se vai di qua o di là a tuo piacimento e non ti spalmi a terra come un sacco di crotali marci è anche merito suo, di questa dannata appendice di scimmia… scimmie siamo, ricordatelo sempre: ci crediamo animali complessi e inutilmente vulnerabili, ma sostanzialmente siamo un branco di babbuini urlanti che si lanciano la cacca per costruire una società che ci impedisca di ammazzarci continuamente fra noi. Il trucco sta tutto nel lanciarla quando serve, prima degli altri e in modo accurato… e possibilmente divertirsi un sacco durante tutto il processo.

Ah già! Il processo! Che avresti pensato, bimbo perplesso, qualora avessi visto che tua madre non ha versato una sola lacrima per quel disgraziato di Policante e per la sua povera mammina cieca? Non vedente? Diversamente abile nella localizzazione spaziale? – ecco, lo vedi? Fattene una ragione, Piccolo, tua madre è inguaribilmente cinica. Non c’è intruglio che Cristilde o Anastasia possano inventarsi per curare questo male. Sai a che pensava la tua ilare genitrice mentre tutto era bene quel che finiva bene? Ohhh bravi, tutto risolto, chissà quanto saranno contente adesso le famiglie (capre e ignoranti, ricordiamocelo – eh Conestabile?) di quella ventina di persone ammazzate da Polidoro, a sapere che era tutto un bizzarro qui pro quo, ah ah ah! Niente streghe, visto, bifolcucci? Un po’ delusi? Ma guardate che bel capo cacciatore nuovo di zecc- ah no, è uguale a quell’altro! Ehhhhh vabbeh, tanto è tutto apposto! È l’ora del banchetto!

Perché tua madre è una cinica testa di culo, vede solo il lato assurdo, ipocrita e contraddittorio della gente e non gliene frega un accidente di nessuno, soprattutto dei perfetti sconosciuti.

E i nostri compagni, mi potresti dire? Bimbo mio piccino, ammetto che sto provando ad affezionarmi a loro. Con alcuni non è nemmeno difficile, sono così adorabili… ma sono io che non funziono, sai? Un po’ perché la divina Ellesham mi ha impastato con cioccolato e merda entrambi della migliore qualità, e poi ha variegato tutto con la noia e il fastidio esistenziale. Ma no, il vero scoglio è un altro.

Le Masnade si considerano grandi famiglie, ma sai, a me il concetto di famiglia fa schifo. Sia come la intende Balthazar, una bella accozzaglia di gente che si vuole tanto tanto tanto tanto tanto bene, sia e a maggior ragione come la intende Leone… ‘a famigghia, aaahn. Con quel modo fastidioso che hanno i galantuomini di approcciarsi ai rapporti interpersonali. Chiariamoci, a me piacciono entrambi, sia quel santo irascibile di Balthino che quel decerebrato di Confettino… e apprezzo anche la potente quanto schizzata Ottaviuccia, anche se sono convinta che se fosse stata un uomo le Vagine di Pietra l’avrebbero già inchiodata all’albero maestro della nave di John. Perché mi pare di aver capito che ha una nave, da qualche parte. Però ecco qua: le loro famiglie non fanno per me, evidentemente. Preferisco essere la cugina alla lontana che ogni tanto viene a dare una mano, se ne va prima di diventare ospite sgradita e si porta via una bella torta fatta in casa.

Ma del resto, ho mai avuto una famiglia, io? Mah, al bellissimo boudoir dove lavoravo mi trovavo proprio bene, ma nessuno sano di mente considererebbe i propri colleghi “famiglia”, soprattutto esercitando la propria professione in un bordello. E prima… è una storia lunga e hai capito dove si va a parare.

Per il momento la mia famiglia sei tu, Piccolo. Sei la prima persona in tutto l’universo di cui mi è istantaneamente fregato qualcosa. Quando sei nato ero fiduciosa che qualcosa si fosse smosso nel mio petto disidratato, ma evidentemente era solo latte. E quello è roba solo tua, ne conveniamo? (Chissà se Vidar sta ascoltando questa conversazione e ora è a vomitare le salamandre in un angolo… beh, non credo, la sentiremmo sfoggiare il suo BLEEEEEURRRRRGHHHHH di battaglia – e poi non sto nemmeno parlando, se mi sentisse lo stesso avremmo un ulteriore problema)

Tu, bimbo stellato, per ora hai occhi solo per me, quindi è facile contraccambiare. E poi ci sono gli ormoni e la natura che ti disegna così, o molte più persone affogherebbero la propria prole in un secchio alla prima notte insonne. Ma con il resto del mondo è difficile. Per me, intendo, visto che c’è un incessante via vai di letterine-bigliettini-occhilanguidi-gonnellealvento in questo posto della minchia, quindi ne deduco che la gente venga (HA!) nella Scacchiera essenzialmente per accoppiarsi e magari per innamorarsi. Voglio dire, è successo anche a me, no? Una notte di sesso ubriaco con uno sconosciuto e BAM! – gravida.

Te lo dico, non mi pento nemmeno per un secondo. Ringrazio Ellesham ogni giorno (bevendo acqua, lo so, è una bestemmia, ma la Divina capisce) perché ti ha messo sulla mia strada e per aver fatto in modo che non ci sia all’orizzonte nessun padre: Piccolo mio fortunato, quando vorrai te lo potrai scegliere da solo, così come il tuo nome.

Basta non sia Istrice.

Anzi no: non ti imporrò le mie amarezze. Sceglierai chi vorrai, se vorrai, e me lo farò andare bene. Sarai libero di considerare padre chiunque tu voglia, promesso.

Pure Ranjan. Che come balia fa schifo, però riesce a trovare pomodori e verdure fresche per il tuo stomachino affamato anche nelle Caselle più rotte in culo della Scacchiera.

O il Biondo. Anche se ti consiglierei di scegliere una figura paterna senza disabilità fisiche e/o intellettive acquisite in giovane (…) età, perché altrimenti finireste per scambiarvi i ruoli prima di quanto pensi.

Meglio Iena. Almeno quando ti sbuccerai le ginocchia non starà lì a guardarti come un pesce lesso.

Oppure John. Sempre belloccio John. Ti insegnerebbe l’arte del turismo.

Magari Tristan. Mi ha detto che normalmente gestirebbe una locanda, mi pare un solido investimento una volta aggirati gli, ehm, ostacoli.

Forse anche Padre Linc… mh, aspetta, non lo so. Ci troveremmo in forte disaccordo sulla tua educazione.

E perché non Xorba? O Antares. O San. Non sta scritto da nessuna parte che la seconda figura genitoriale debba essere un maschio. E di gran pezzi di femmine qui ce n’è a iosa, credimi.

Non sta scritto da nessuna parte nemmeno che tu non possa avere tutti i punti di riferimento che vuoi, Piccolo. Scrivitela da solo, la tua famiglia, come stanno facendo tutti qui. Anche io cercherò di fare del mio meglio e di essere una buona madre per te. Purtroppo, non posso contare sul buon esempio di nessuno perché qui le madri scarseggiano… c’è giusto quella stronza coi capelli turchini che muuuuugola, poveriiiiiina lei, prendendoci per il culo in tutti i modi possibili, core de mamma. Mi starebbe sulle ovaie anche se non fosse un flagello. Spero che prima o poi Lucius la prenda a schiaffi e poi la trafigga con una rotella da ravioli (perché sarebbe indubbiamente una cosa lunga e imbarazzante).

Qua la luce di Ellesham si intuisce a malapena, ma credo che riuscirà comunque ad ascoltare la mia preghiera (analcolica sì, ma per una buona causa!): possa tu scegliere sempre quel che è meglio per te e quel che ti fa stare bene e possa io aiutarti a comprendere quali paletti piantare e quali ignorare sghignazzando.

E, una volta stabilita una solida bussola morale che farebbe (nell’ordine) rabbrividire il buon Balthasar, ridere a crepapelle Ottavia e ideare nuove oscenità a Leone, con la benedizione della tua devota madre, possa tu fare sempre un po’ come cazzo ti pare.

Restando ai margini, o gettandoti fra le braccia di qualunque famiglia vorrai.

Io sarò sempre dalla tua parte. (*)


(*) …e se il bimbo fosse un flagello?, mi ha chiesto qualcuno.

Checcazzo di domanda, via. Verrebbe da rispondere …e se tu fossi una testa di culo? Oh no, lo sei già! Che pensi di fare in proposito? Non puoi mica andartene in giro così, ovunque tu vada nasceranno altre teste di culo! Ma sono una signora.

Comunque tranquillo Piccolo: non solo non ho dubbi, ma ho anche tutte le soluzioni.

Speriamo comunque che tu non lo sia… ci semplificherebbe le cose, eh?

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