Vita da mercenario

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Le strade di Hockturm erano affollate come al solito, nessun thersiano specialmente in quel periodo poteva abbassare la guardia… Bradwein percorreva la strada con passo svelto, si erano succeduti molti eventi in quelle poche lune e il mercenario era sempre più intollerante verso alcuni suoi compagni.
Passò davanti al bordello senza nemmeno rendersene conto, solo qualche decina di metri dopo si fermò di colpo maledicendo quei pensieri idioti che gli percorrevano la mente, dopotutto aveva fatto ciò che gli era stato chiesto e ora voleva spassarsela.
Non era il tipo da piangersi addosso e sicuramente non era la persona più pacata e pura che ci fosse a Thersa, con un deciso dietrofront si diresse verso la porta della casa del piacere.
Entrò.

Subito l’uomo che era nei pressi della porta gli fece un cenno con la testa riconoscendolo

-Marcus per caso sai se Aila è libera?

L’uomo scosse la testa.

Attenderò che abbia finito di…

Non fece in tempo a finire di parlare che una voce femminile attirò la sua attenzione

-Il nostro Bradwein, è un piacere rivederti dopo tutto questo tempo

Il mercenario fece una leggera smorfia  e mentre si voltava replicò

-Danica… la tua cortesia è sempre disarmante

Bradwein fece appena in tempo a voltarsi per trovarsi davanti la donna e due uomini di notevoli dimensioni.

-Sai caro l’ultima volta non hai pagato o mi sbaglio?

Il thersiano guardò la donna dritta negli occhi mentre spostava il peso del corpo in entrambi i piedi.

-Ti sbagli, Danica, dato che ho versato la somma direttamente nelle mani di Aila, se avete avuto problemi interni sono affari vostri, la cosa non mi riguarda minimamente.

Lo sguardo del mercenario si assottigliò, odiava quando qualcuno cercava di fregarlo e soprattutto lui non era un ladro.
Danica indicò con un  cenno uno dei due uomini il quale fece un passo di troppo in direzione del thersiano, con un movimento rapido Bradwein colpì la gola dell’uomo con le dita e sferrò un calcio in direzione dei genitali, pochi secondi  e si trovò avvinghiato in una stretta soffocante, era consapevole che il secondo energumeno lo stesse stritolando.
Il mercenario cercò di muoversi avanti ed indietro ma la presa dell’uomo era davvero eccezionale, alla fine colpì con il tacco dello stivale il piede dell’uomo strappandogli un urlo di dolore, la reazione fu immediata, con un colpo di nuca ruppe in naso all’energumeno il quale allentò la presa, non fu difficile metterlo a terra.

Bradwein si voltò verso Danica, il suo furore era oltremodo visibile mentre la donna sorrideva .

Quanta veemenza mio caro, quanto ardore!

Così dicendo si avvicinò al thersiano e lo baciò.

 

La mente del mercenario ripensava a quel momento esaltante mentre, seduto in taverna, sorseggiava la birra che aveva ordinato, sapeva la vita che aveva scelto, sapeva ciò che doveva fare, aveva sacrificato molto e ora non voleva tornare indietro per nessun motivo.
Con un sogghigno buttò giù la restante birra lasciò qualche scaglia sul tavolo e si diresse verso il  prossimo noiosissimo concilio della corte thersiana.

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