Fatalità e scomparsa al campo dello Spiantato – Prima parte

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Una cosa tra tutte era certa: al campo dello Spiantato non ci si annoiava mai.
Un bel giorno, per comprovare l’intelligenza dei suoi seguaci, Balthazar e Cyra avevano deciso di sottoporre a un campione di dieci di loro un semplice test di intelligenza. Dovevano inserire alcuni corpi in legno nelle sagome corrispondenti, per esempio una sfera in un’apertura rotonda, nel minor tempo possibile. I risultati del test furono molto sorprendenti. Due avevano mostrato un’intelligenza inaspettata. Altri otto, invece, una forza sorprendente. Se fosse positivo o negativo, questo Balthazar non sapeva deciderlo.
Tranne per Timmy. Erano poche le persone che l’Alfiere non sopportava, ma a mettere a dura prova la sua pazienza, dopo Lucius e Jhon, c’era sempre lui.
Un giorno aveva trovato un cucciolo d’orso mentre raccoglieva la legna. La brillante idea era stata andare a chiedergli “Balthazar, cosa faccio con questo orsetto?”
“Mi pare ovvio” fece Balthazar spalmandosi una buona dose di calma sulla faccia usando tutta la lunghezza della mano “portalo nel bosco.”
Il giorno dopo lo trovò a spasso per l’accampamento del Crepuscolo, con l’orsetto al guinzaglio, intento a fargli fare conoscenza con Grizzly. Immediatamente Balthazar si scusò con le Fiere e con Ottavia e gli chiese inalberato “Non ti avevo detto di portarlo nel bosco?!”
“Ce l’ho portato” fece lui “oggi lo porto a conoscere le Fiere!”
Chiunque conosca sufficientemente Balthazar può tranquillamente immaginare sia la sua faccia sia la sua immediata reazione. Le conseguenze sul lungo periodo erano ben diverse. Siccome era già un galeotto, Timmy era stato asseggnato come addetto alle latrine per almeno 12 lune.
Non solo non ci si annoiava, sembrava anche che la tranquillità avesse vita breve.
Come quella volta in cui Estrella sobbalzò nel bel mezzo della notte. Aveva sognato qualcosa? Non ricordava molto bene.
Si girò a guardare tutti gli altri dormire nelle brande, felici e soddisfatti del loro russare. Maledetti.
Finchè, ad un certo punto, non guardò verso l’alto.
“Astra! Astra sei sveglia?” la chiamò senza alzarsi dalla propria branda.
La ragazza, si girò verso di lei stiracchiandosi e sbadigliando, un po’ seccata “Adesso, sì.”
“Guarda in alto Astra, cosa vedi?” il tono di Estrella era calmo.
Astra si stropicciò gli occhi e cercò dapprima di mettere a fuoco il mondo circostante, poi guardò in alto anche lei. Quando fu sicura della risposta esordì “Vedo milioni di stelle, Estrella.”
“E cosa ne deduci?”
Astra sbadigliò di nuovo grattandosi una guancia. Aveva i capelli tutti scompigliati e un’espressione tutt’altro che sveglia.
“Da un punto di vista astronomico che data la posizione delle costellazioni, l’estate è vicina… Da uno astrologico noto che Aldebaran oggi propizio per Leone. Da un punto di vista orario, la posizione della luna fa capire che sono circa le 4 del mattino. Da uno meteorologico penso che domani sarà una bella giornata… E da un punto di vista filosofico penso che noi siamo solo dei piccole scintille di vita tra le dita degli Angeli, nell’infinita lotta tra bene e male…” fece poi una pausa per sbadigliare e si rivolse alla compagna con un sorriso sornione, lo stesso sorriso che poteva avere un ubriaco, mentre quasi si riaddormentava “Perché, tu cosa ne deduci, Estrella?”
“DEDUCO CHE QUALCUNO CI HA RUBATO LA TENDA!”
A quanto pare con il favore delle tenebre e del russare di Lucius, qualcuno aveva privato il gruppo delle ragazze della loro tenda. Non erano rimasti neanche i picchetti.
Avevano deciso di indagare Anthares ed Estrella il giorno seguente, aiutate da Jhon, il sedicente pirata dal grilletto facile. A detta di Madonna Lupe, serviva qualcuno che facesse brutto, nel caso si mettesse male, non sapendo che la persona più temibile era quella con la maschera da personcina perbene.
Anche Balthazar aveva deciso di indagare, chiedendo direttamente agli altri Alfieri. Ottavia in sua difesa era palesemente sbronza, niente di strano, e gli raccontò la sua versione,
In pratica dopo aver fatto bisboccia con Greg, Ciri, Alexa, Gig e Vinicio, era tornata verso la sua tenda. Ci tenne a sottolineare la malfidenza che aveva verso l’uomo con giacca parlante.
Cristilde testimoniò di averla trovata a percorrere la strada con un piede sul viottolo e l’altro in un fosso. A un certo punto l’aveva fermata e le aveva detto “Ottavia, lascia che ti accompagni alla tenda, sei ovviamente ubriaca”
“Sei sicura che sono ubriaca?” chiese sospettosa.
“Sì,… Andiamo.”
“Che sollievo!” fece lei ridendo “pensavo di essere zoppa!”

Intanto Estrella aveva chiesto a Leone se sapesse qualcosa in merito al ladro di tende. L’aveva trovato intento a fumarsi qualcosa che aveva un’odore particolare, con effetti ben evidenti. Invece di risponderle le aveva chiesto di rimando “Se io fossi un cavallo, che cavallo sarei?”
“Una Zebra” fece Estrella senza pensarci due volte.
Leone rimase un attimo interdetto e, mentre era ancora circondato dalla nebbia si interrogò “Che cavallo è una zebra?”
“Uno appena evaso di galera!”
L’Alfiere sbottò in una risata, mentre alle sue spalle Ildebrando sospirava pulendosi gli occhiali, e sbottò “Pensa, un cavallo esce di galera e tu ci rimani, come ti fa sentire questo?”
Estrella afferrò Anthares per una manica e la tirò via, rossa in volto e senternziò con poca pazienza “Andiamo via. “
“Estrella?” proruppe la compagna puntando i piedi e protestando mentre veniva comunque trascinata dalla furia di Sancha Lupe “Non abbiamo raccolto nulla da lui! Ti ha forse colpito quello che ha detto?”
“No!!! Lo dico perché fra poco lo colpisco io! “

Sigrun aveva deciso di chiedere direttamente a Istrice. Sapeva che facendo così, in un sol colpo, era come chiederlo a tutte le Fiere. Andò al campo del crepuscolo e si imbattè subito nel suo piccolo roditore spinato e il suo altro amico plantigrado. Però non sembrava essere al corrente di alcunché.
“Quindi non sai niente.”
“Te l’ho detto Sgrunty, se avessi saputo qualcosa te l’avrei detto. Da mezzogiorno che gira questa storia.” fece lui mortificato.
“Feramente è da alle 4 di stamani mattina!” fece lei un po’ seccata e mentre se ne andava “Ci fediamo stasera”
Istrice rimase un attimo interderdetto. Aveva forse detto qualcosa di sbagliato? Comparve Iena che gli mise amichevolmente una mano sulla sua spalla per consolarlo “Lascia stare, amico, i Thersiani sono molto pignoli…
E come sapeva fare sempre il buon Grizzly, concluse “…mettono sempre i puntini sulle u”

Ancora nessuna traccia del ladro di tende. Che cosa avevano scoperto gli altri? Era il caso di riunirsi tutti a concilio e mettere insieme le informazioni!

Continua…

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