Gonnelle di Tartan, parte 5

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“Sig..”

Estrella cercava di metterle biscotti nel piatto che Sigrun neanche guardava

“.. quando è uscito dall’ infermeria si è messo a ridere con Iena.. hanno anche brindato.. onestamente, temo che non fosse un segno buonissimo.. ecco.”

Sigrun prese tutte le sue forze, la guardó con il sorriso più finto e difficile della sua vita e si alzò elegantemente da tavola.

“ Vogliate scusarmi, non mi sento molto bene stamani.”

Prese la strada per la sua tenda sperando di non incontrare nessuno e fissando solo i suoi passi, sfuocati dalle lacrime di rabbia.

Aveva incontrato un uomo che le aveva ronzato intorno per un anno, che aveva fatto mille promesse e non ne aveva mantenuta nessuna.

 Se lo era aspettato? Certo. Ma faceva male in un modo lacerante. 

 La cosa peggiore era la consapevolezza di essere stata così stupida da crederci; alla fine, nella scacchiera non c’era niente di buono, come aveva anche solo potuto pensare di trovare uno spiraglio di luce? Poi lo avevano detto tutti, le parole di Antares erano quelle che le risuonavano di più in testa “ è un farfallone, probabilmente deve vincere una scommessa”

 Gli aveva anche scritto, due volte, così lui avrebbe avuto anche la prova scritta di quella scommessa vinta. Lo stratega di Thersa le avrebbe dato uno schiaffo se avesse saputo quanto era stata ingenua.

“Chi è la rossa in fondo all’accampamento che spacca la legna?” Cyra stava cercando un biscotto alla marmellata tra i biscotti normali

“..Sigrun.” Astra la guardó rassegnata

“SIGRUN?!! Ma che dici? Ma ha preso due giorni di permesso per spaccare la legna? Vado a vedere che succede!”

La pila di legna tagliata e accuratamente impilata faceva pensare al lavoro di quattro persone, invece Sigrun aveva scelto quel lavoro proprio per stare in pace da sola. Il brandire un’ascia teneva lontani gli impiccioni, inoltre era un ottimo modo per sfogarsi.

 Un altro ciocchetto venne divelto prima che Sigrun notasse la piuma del cappello di Cyra.

“Sisgrunt… come sei vestita?”

“Oggetti mai reclamati dalla lavanderia, oggi non sono di servizio..”

“Lo so , lo so.. pensavo fossi .. via, a dormire.. pensavo stessi male!”

La paladina si asciugo la fronte con la manica della camicia da uomo che indossava

“Non sto benissimo, in effetti. E soprattutto, devo chiedervi scusa Cyra!”

“E di cosa?”

“Mi avete chiesto consiglio sulle vostre vicende amorose e io ho predicato tanto bene, ma razzolato malissimo…”

Cyra la guardó stupita 

“ È per istrice? Ma non ti aveva dato anche una spilla pegno?”

“Già, ci sono cascata come “ un altro ciocco cadde tagliato in due “.. una ragazzina! Ma la cosa che odio di più di ogni altra, è che ancora non riesco a smettere di sperare che arrivi qui e mi chieda scusa, o che mi spieghi cosa è successo e perché non ha avuto il coraggio di dirmi in faccia che mi ha solo presa in giro.”

Cyra la guardava pensierosa

“ Ma non ti ha scritto quelle missive che ti facevano sospirare in giro?”

Sigrun prese un altro pezzo di legno e lo colpì con odio

“Probabilmente non ha mai scritto proprio niente, e quello che ho ricevuto era solo il lavoro corale di un gruppo di scarti imperiali che non ha di meglio da fare nella vita che prendersi gioco di una lady a cui già non era rimasto nulla.”

“..Sig..”

“.. fa male Cyra, da morire.. e mi fa arrabbiare. Mio zio mi fece promettere di reprimere il sangue Steiner perché io dovevo essere un esempio di virtù, di splendore e di grazia, ma, accidenti, il sangue della Viverna mi brucia nelle vene adesso, sai che, aveva ragione mia madre! Il migliore dei Gardaniti conosce i suoi parassiti per nome proprio!” Un altro ciocco saltò via.

“ una promessa fatta ad un Duca va rispettata, però..”

“ Infatti sono qui a spaccare legna e non facce!”

“Passerà…”

Sigrun si fermò e la guardó 

“ A te è passata?”

Cyra sorrise, per la prima volta le aveva dato del tu

“..No.”

“sig? Hai fame” Estrella arrivó con un panino smangiucchiato

“No Estrella.. grazie”

Sigrun piantò l’ascia nel ceppo e prese la bottiglia, persa in un pensiero 

“ho tenuto duro per un anno, era come quando cammini ma non ti guardi davvero intorno perché hai una meta e vedi solo quella. Ma ora mi rendo conto che è tutto dolorosamente reale, e io sono qua, sola, senza la mia famiglia,  senza la mia gente da salvare, senza il muro da proteggere, senza servire a nulla.. e non ho niente per cui valga davvero la pena di morire…”

“Hai noi, se ci ignori ci arrestano di nuovo, e ci allungano la pena… E poi Sig, è solo un uomo,”Cyra e Sigrun la guardarono interrogative

“Sig è solo un uomo, mica un cavaliere su un bianco cavallo, dal quale ti avrei detto di fuggire. 

è solo un uomo come tanti, ha importanza perché tu gliene dai. se ti ha dato uno schiaffo di realtà.. passerà. Sei baluardo di forza e virtù ricordi? Dammi quella spilla di merda, ci penso io a ridargliela, tu torna solo ad essere splendida! Poi oh! Non ti hanno spezzato a mandarti qui, non ti hanno spezzato i Sothom, Balthazar, la lontananza da quello strano cugino duca…L’unica persona così fica da romperti, sei stata tu!”

Sigrun la guardò perplessa

“ Hai deciso di abbassarti al livello di uno che manco sai come cazzo si chiama e, da sola, ti ci sei fatta male! Nessuno tranne te può spezzarti… e nessuno tranne te può rimetterti in piedi!”

Sigrun la guardò colpita

“..Grazie..”

“Ora però devi cambiarti, perché tra i galeotti gira voce che quella camicia sia un sacco trasparente e io non voglio doverli pestare tutti!”

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